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LE BALENE
n senso lato con 'balena' si intende qualsiasi cetaceo di gigantesca taglia (capodogli, balenottere, megattere, balene vere e proprie). Il termine è usato in questo senso in espressioni come "caccia alla balena", "canto delle balene", "protezione delle balene" ecc.
A causa del loro habitat, le balene sono "respiratrici coscienti": devono decidere quando respirare. Riguardo il sonno, tutti i mammiferi dormono e così fanno anche le balene, con l'unica differenza che non possono cadere in uno stato di incoscienza per periodi troppo lunghi, proprio perché devono essere coscienti per poter respirare. La soluzione a questo problema è ottenuta facendo sì che sia solo un emisfero per volta del loro cervello a dormire. Così le balene non sono mai completamente addormentate ma possono comunque riposare secondo i loro bisogni. I cetacei dormono circa 8 ore al giorno.
Sulla sommità del dorso si può riconoscere un foro denominato sfiatatoio che viene utilizzato dal mammifero per espellere i residui idrici e mucosi presenti nell'apparato respiratorio.
Le femmine di balena danno alla luce normalmente 10-11 piccoli lunghi dai 5 ai 7 m. Sono dei placentati. Nella maggior parte delle balene la maturità riproduttiva arriva tardi, tipicamente a sette-dieci anni. Questa strategia fornisce ad ogni nuovo nato un'alta percentuale di sopravvivenza.
Al parto il piccolo nasce facendo uscire prima la coda, in modo da minimizzare il rischio di affogare. Le madri delle balene nutrono i giovani in modo attivo, spruzzando il latte grasso nelle loro bocche.
Le balene sono discendenti dei mammiferi che vivevano sulla terraferma. I loro antenati hanno iniziato ad adattarsi alla vita acquatica approssimativamente 50 milioni di anni fa. Una recente scoperta (2009: la notizia è stata pubblicata dalla rivista americana online PLosOne, Public Library of Science) conferma l'ipotesi che i più antichi antenati dei cetacei attuali avevano origini terrestri: le balene venivano a terra per partorire
La balena azzurra è il più grande tra i cetacei viventi, le sue dimensioni arrivano a 33 metri di lunghezza per 160 tonnellate di peso, l'equivalente di 28-30 elefanti africani adulti.[
La maggior parte delle specie di grandi balene sono a rischio di estinzione a causa della caccia a cui sono sottoposte. Tuttavia sono i delfini di fiume i cetacei che attualmente rischiano di più da questo punto di vista, soprattutto a causa dell'antropizzazione del loro habitat naturale. Questi cambiamenti sono nella maggior parte dei casi determinati dal crescente sviluppo economico come la costruzione di sbarramenti e dighe per scopi di irrigazione o produzione di elettricità. Per esempio la diga "Three Gorges Dam" sul fiume cinese Yangtze sta minacciando la sopravvivenza del delfino di Yangtse. Inoltre, le grandi dighe che sono progettate sul fiume di Irrawaddy in Myanmar e sul fiume Mekong lungo la Thailandia ed il Laos potrebbero condurre all'estinzione dei delfini di Mekong e di Irrawaddy. Alcune di queste dighe, come la diga di "Nam Theun 2 Dam" nel Laos, sono sostenute da gruppi internazionali a sostegno della conservazione naturale come la World Conservation Union
Per i secoli le grandi balene sono state cercate per l'olio, la carne, i fanoni e l'ambragrigia. Fino alla metà del ventesimo secolo, la caccia alla balena ha condotto molte popolazioni di balene alla quasi estinzione. La commissione internazionale di caccia alla balena ha introdotto una moratoria sulla caccia alla balena nel 1986. Per vari motivi alcune eccezioni a questa moratoria esistono; le nazioni che correntemente praticano la caccia alla balena sono: la Norvegia, l'Islanda ed il Giappone. Oltre a queste ci sono anche le comunità aborigene della Siberia, dell'Alaska e del Canada del Nord, perché la caccia alla balena fa parte della loro tradizione culturale ed un mezzo di sostentamento primario della popolazione. Il 21 dicembre 2007 il Giappone rinuncia alla caccia alle specie a rischio estinzione, tuttavia non abolendola del tutto.[1]
Parecchie specie di piccole balene restano impigliate nelle reti dei pescatori durante le fasi di pesca, questa situazione può impedire alle balene di risalire in superficie a respirare e le condanna ad una morte per annegamento. Questo capita specialmente durante la pesca del tonno nell'Oceano Pacifico dove ogni anno migliaia di delfini muoiono annegati. In vari paesi le piccole balene sono ricercate come fonte alimentare pregiata, per l'olio o per la carne da usare come esca.
Gli ecologi lungamente hanno sostenuto che alcuni cetacei, comprese le balene, sono messi in pericolo dai sonar usati nei mezzi navali più moderni.
Nel 2003 scienziati britannici e spagnoli hanno suggerito con vari articoli pubblicati sulla rivista Nature che i sonar possono causare spiaggiamenti e causare embolie gassose [2]. Gli spiaggiamenti di balene sono diffusi tra varie specie (maggiormente tra quelle che usano un sistema di ecolocazione). Per studiare il fenomeno sono stati presi in considerazioni tutte le registrazioni di spiaggiamenti degli ultimi 1.000 anni riportate in scritti religiosi e nelle indagini scientifiche per cercare di valutare l'incidenza dei sonar in questo fenomeno.
A seguito di un crescente interesse pubblico, l'ordinamento giudiziario degli Stati Uniti ha ordinato al reparto della difesa degli Stati Uniti di limitare rigorosamente l'uso del sonar a bassa frequenza durante il periodi di pace. Tentativi per ottenere simili risultati sulle navi inglesi, effettuati in Gran Bretagna dalle società per la conservazione delle balene e dei delfini, non hanno per ora ottenuto esiti positivi. Il Parlamento Europeo d'altra parte ha chiesto ai membri dell'UE di limitare l'uso di sistemi sonar di una certa potenza fino a quando non si saranno fatti studi sugli impatti ambientali di tali tecnologie
Inoltre i conservazionisti sono preoccupati anche che i test sismici usati per rilevare giacimenti di petrolio e di gas sottomarini possono danneggiare le capacità di ecolocazione e di udito delle balene. Suggeriscono anche che le modifiche, ai campi magnetici naturali, causate dai test possono essere a loro volta responsabili degli spiaggiamenti. A questo proposito si veda: test sismici e l'impatto di suoni ad intensità molto elevate sulle balene, Lindy Weilgart, Dipartimento di Biologia Dalhouise University (formato PDF)
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