Translate

mercoledì 17 ottobre 2012

MARCO POLO

MARCO POLO



Marco Polo (Venezia, 15 settembre 1254Venezia, 8 gennaio 1324) è stato un mercante, ambasciatore e viaggiatore italiano, appartenente al patriziato veneziano.
Insieme al padre Niccolò e allo zio Matteo, fu tra i primi occidentali ad arrivare fino in Cina, da lui chiamata Chatai, percorrendo la via della seta. Le cronache del suo viaggio sono state trascritte in francese dallo scrittore pisano Rustichello, suo compagno di prigionia a Genova. Furono raccolte in un libro intitolato Deuisament du monde, meglio noto come il Milione.

Marco Polo, nato a Venezia il 15 settembre 1254, è considerato uno dei più grandi esploratori di tutti i tempi.




Non è chiaro se tutti i membri della famiglia Polo del ramo detto Milion (forse da Emilione, nome di un antenato) appartenessero al patriziato veneziano (certamente lo furono Marco "il vecchio" e i suoi discendenti), certo è che l'estrazione sociale di Marco non era assolutamente umile, visto che le tre figlie, oltre che lui stesso, sposarono membri dell'aristocrazia[1]. Il primo avo di cui si avrebbe notizia è un certo Andrea, abitante nella contrada di San Felice a Venezia; sarebbe il padre di Marco "il vecchio", Matteo (Maffio) e Niccolò Polo. Quest'ultimo - padre di Marco - era un ricco mercante che commerciava con l'Oriente assieme al fratello Matteo[2]. I due attraversarono l'Asia nel 1255 e raggiunsero la Cina nel 1262, passando per Bukhara e il Turkestan cinese, arrivando a Khanbaliq (il nome mongolo dell'odierna Pechino, residenza di Kubilai Khan). Ripartirono nel 1266 arrivando a Roma nel 1269 come ambasciatori di Kubilai Khan, con una lettera da consegnare al Papa con la richiesta di mandare chierici istruiti a evangelizzare popolazioni mongole pagane. Il giovane Marco partì per la Cina insieme al padre Niccolò e allo zio Matteo nel 1271 e rimase in Estremo Oriente per circa diciassette anni, prima di tornare a Venezia.
Dopo il suo ritorno, Marco venne catturato e fatto prigioniero dai genovesi, probabilmente (ma non ci sono documenti) a seguito di una battaglia navale tra le repubbliche di Venezia e Genova. A Genova, in prigione, entrò in contatto con lo scrittore pisano Rustichello al quale raccontò le sue avventure che trascrisse in un libro successivamente conosciuto come il Milione. Marco Polo venne rilasciato dalle carceri genovesi nell'estate del 1299 e ritornò a Venezia, dove suo padre e suo zio avevano comprato una grande casa nel centro storico lagunare, in contrada San Giovanni Crisostomo, coi profitti derivanti dalla loro compagnia.
La società mercantile continuò l'attività e Marco diventò un mercante benestante. Finanziò altre spedizioni ma non lasciò più Venezia. Nel 1300 sposò Donata Badoer, appartenente a un'antica famiglia patrizia veneziana, dalla quale ebbe tre figlie: Fantina, Belella e Moreta, che poi si sposarono con appartenenti a famiglie patrizie.
Tra il 1310 e il 1320 cominciò a circolare una nuova versione del suo libro, Il Milione, ancora in francese. Francesco Pipino, un frate domenicano, lo tradusse in latino, ma negli stessi anni si diffusero versioni toscane e venete.
Marco Polo morì nella sua sontuosa casa veneziana l'8 gennaio del 1324 all'età di quasi settant'anni. Venne tumulato nella chiesa di San Lorenzo, ma le sue spoglie andarono perdute durante la ricostruzione dell'edificio, alla fine del Cinquecento.
Gli è stato dedicato un asteroide, 29457 Marcopolo

Niccolò e Matteo Polo intrapresero il loro secondo viaggio nel 1271, con la risposta di papa Gregorio X da consegnare al Kubilai Khan. Questa volta Niccolò portò con sé il figlio diciassettenne Marco. Viaggiarono verso l'interno, attraversando l'Anatolia e l'Armenia. Scesero quindi al Tigri, toccando probabilmente Mossul e Bagdad. Giunsero fino al porto di Ormuz, forse con l'intenzione di proseguire il viaggio via mare. Continuarono invece a seguire la via terrestre e, attraverso la Persia e il Khorasan, raggiunsero Balkh e il Badakhshan. Superarono, in quaranta giorni, il Pamir e scesero verso il bacino del Tarim. Attraverso il deserto dei Gobi giunsero ai confini del Catai, nel Tangut, la provincia più occidentale della Cina. Quindi proseguirono lungo la parte settentrionale dell'ansa del Fiume Giallo, arrivando infine a Khanbaliq, dopo un viaggio durato tre anni e mezzo.


Una volta arrivato nel Catai, Marco ottenne subito i favori del Kubilai Khan, al punto che divenne suo consigliere e successivamente suo ambasciatore. Kubilai Khan, infatti, iniziò ad assegnargli delle missioni (come quella a Sayangfu) e mostrò a lui e alla sua famiglia degli spettacoli come la sfilata dei 10.000 elefanti.
Solo dopo 17 anni Marco Polo ripartì per Venezia. Durante il viaggio accompagnò la principessa Kocacin, nipote del Kubilai Khan, dal re di Persia che lei avrebbe dovuto sposare. Al ritorno a Venezia soltanto la nonna di Marco lo riconobbe e decise di organizzare una festa in onore suo e di Matteo e Niccolò Polo. I vicini di casa non riuscivano a credere che i tre Polo fossero tornati dal lontano Oriente, ma si ricredettero quando i Polo fecero loro vedere i preziosi che avevano dentro i loro abiti.


una pagina de IL MILIONE

Una pagina de Il Milione.

« Egli è vero che al tempo che Baldovino era imperadore di Gostantinopoli - ciò fu ne gli anni di Cristo 1251 -, messere Niccolaio Polo, lo quale fu padre di messere Marco, e messere Matteo Polo suo fratello, questi due fratelli erano nella città di Gostantinopoli venuti da Vinegia con mercatantia, li quali erano nobili e savi sanza fallo. Dissono fra loro e ordinorono di volere passare lo Gran Mare per guadagnare, e andarono comperando molte gioie per portare, e partironsi in su una nave di Costantinopoli e andarono in Soldania. »

(Marco Polo (secondo capitolo del Milione ))
Il Milione è un'opera saggistico-biografica che narra dei viaggi di Marco Polo. Al suo ritorno dalla Cina nel 1295, la famiglia Polo si sistemò nuovamente a Venezia, dove attiravano folle di persone con i loro racconti incredibili, tanto che qualcuno ebbe difficoltà a credere che fossero stati davvero nella lontana Cina.
L'animo avventuriero di Marco Polo lo portò a partecipare nel 1298 alla Battaglia di Curzola[senza fonte] combattuta dalla Repubblica di Genova contro la Repubblica di Venezia, ma venne catturato e tenuto prigioniero per alcuni mesi. In questo periodo dettò in lingua d'oïl a Rustichello da Pisa (anch'egli prigioniero dei genovesi) Le deuisament du monde, un racconto dei suoi viaggi nell'allora sconosciuto Estremo Oriente, poi conosciuto anche come Il Milione.

Il titolo Il Milione deriva da un soprannome dell'autore, per aver usato più volte questa parola nel descrivere la quantità di beni amministrata dal Kublai Khan.[3] Del tutto priva di fondamento e prove è la teoria che vuole il titolo postumo del suo libro, Il Milione, derivato da un soprannome di famiglia, "Emilione" (nome di un antenato di Marco Polo), divenuto per aferesi Milione.[4]
In seguito il libro fu rimaneggiato da autori francesi, i quali apportarono delle correzioni personali e modifiche linguistiche sia durante sia dopo il periodo del Rinascimento, aggiungendo icone e qualche pittura miniaturizzata che se da una parte servivano ad abbellire l'opera rendendola più gradevole, dall'altra lo impoverivano sul piano della scoperta facendolo passare per uno scritto denso di fantasticherie e relativo a un mondo inesistente o immaginario.
Solo durante il periodo dell'Illuminismo si tenderà a rivalutare il testo più antico e fedele al vero Milione e a dargli il posto che merita nella storia delle esplorazioni.

Francis Wood, all'epoca direttrice del Dipartimento cinese della British Library, nel 1995 ha pubblicato il libro Marco Polo è andato in Cina?, nel quale contraddiceva la tradizione secondo la quale Marco Polo fosse giunto in Estremo Oriente. Secondo la tesi della scrittice britannica, il noto viaggiatore veneziano, non sarebbe mai andato oltre il Mar Nero, dove la sua famiglia conduceva l'attività mercantile. Descrizione del Mondo, il nome con cui era conosciuto Il Milione in principio, il libro che avrebbe dettato a Rustichello da Pisa, non sarebbe altro che una reinterpretazione delle cronache di altri viaggiatori. Il dubbio nascerebbe in quanto Marco Polo nel suo libro, tra le varie incongruenze, non avrebbe affrontato alcune questioni, che, a parere dell'autrice, non potevano non essere menzionate, quali la Grande Muraglia, la tradizione del , l'uso delle bacchette per mangiare, per non parlare della mancata presenza del viaggiatore italiano negli archivi ufficiali cinesi dell'epoca.
In realtà l'idea che Marco Polo non fosse realmente mai giunto in Cina non era del tutto nuova, e circolava da tempo in diversi ambienti accademici e non[senza fonte]. Le idee di Francis Wood sono state, tuttavia, analizzate e confutate da diversi storici, che hanno messo in risalto diversi errori interpretativi e di contestualizzazione da parte dell'autrice britannica degli avvenimenti narrati da Polo, i quali, salvo alcune imprecisioni dovute probabilmente a dimenticanze del mercante e a licenze artistiche di Rustichello, sono storicamente coerenti con le fonti cinesi contemporanee.
Inoltre esiste una prova inconfutabile del viaggio: sappiamo di una conversazione di Marco Polo avvenuta nel 1303 con il celebre fisico e astrologo Pietro D'Abano, nella quale il veneziano fece alcune osservazioni astronomiche, illustrandole con degli schizzi. Di questa conversazione non v'è traccia nel Milione, eppure è riportata nel Conciliator Differentiarum scritto dallo scienziato. Uno studioso tedesco, J. Jensen, ha pubblicato un articolo nel 1997, in cui, analizzato questo testo, ha scoperto che Marco Polo necessariamente doveva essere andato a Sumatra e nel Mar Cinese Meridionale per essere a conoscenza di questi dettagli, fino ad allora sconosciuti agli studiosi occidentali.[5]
L'isola di Curzola, un tempo sotto il dominio veneziano[6] oggi in Croazia, viene da talune fonti[7] indicata come possibile luogo natale di Marco Polo. La circostanza viene presentata come autentica da molte fonti croate (ma considerata solo ipotetica dagli storici)[8][9][10][11][12][13]. Anche l'ufficio turistico croato ha basato una controversa campagna pubblicitaria sullo slogan "Croazia, patria di Marco Polo", nella quale si afferma come certo che Polo sarebbe nato nel Regno di Croazia.




cliccate sulla voce POST PIU' VECCHI
ed aprite le altre pagine