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mercoledì 12 dicembre 2012

la storia completa di "IL DIPINTO IN NERO" di salvatore d'angelo


ORA ANCHE LA QUARTA ED ULTIMA PARTE: LA STORIA AL COMPLETO

















"IL DIPINTO IN NERO”


scritto ed ideato da SALVATORE D'ANGELO

PRIMA PARTE

Due giorni fa, la bellissima Margot, figlia del dottor Enrico Ottaviani (dottore commercialista e brillante esperto di comunicazioni non che direttore di un'emittente televisiva), stava discutendo animatamente con suo padre, nell'incantevole giardino di casa.

MARGOT:“Papà io voglio sapere tutta la verità ai capito?!”
ENRICO: “A tempo e debito ti dirò tutto!”

Il giardiniere curava le piante e ogni tanto alzava lo sguardo per guardare le labbra dei due in modo da poter capire cosa stavano dicendo, ma senza farsi accorgere.

OGGI NEL PRESENTE:Nella bellissima villa del dottor Enrico Ottaviani c'è un coloratissimo party. La contessa Barbara De Gallis vuole vedere il famoso quadro che ha Enrico nel suo salotto coperto da una tenda posta sul muro.

Al centro della tela vi è dipinta una scalinata al centro di un varco di una porta aperta. Tutto intorno a questo soggetto c'è un buio pesto... Quindi il dipinto è tutto nero tranne il centro che ha il soggetto illuminato dalla luce (che sono i gradini di una casa illuminati da uno straordinario e suggestivo effetto che tornano a svanire nel buio) che filtra attraverso quel varco. Si intravede una sagoma in nero di una persona vista di spalle che sta salendo alcuni gradini: si vede solo la testa e le spalle e, nel basso è accennato una gamba che fa l'azione di salire. La luce dipinta sul quadro è intensa e sembra vera, quasi abbaglia gli occhi di chi lo guarda... grazie alla bravura dell'autore (o dell'autrice) che ha saputo lavorare il colore e creare gli effetti col chiaro scuro: è un vero rettangolo di luce in mezzo a quella “cornice” di nero. Per non parlare poi di quella sagoma che sta salendo i gradini che si intravede appena, è fatta magistralmente.

CONTESSA BARBARA DE GALLIS: “E' un capolavoro d'arte, un vero capolavoro, guardi quella luce dipinta, sembra vera, abbaglia... “

ENRICO OTTAVIANI: “Vedo che le piace proprio tanto il mio quadro, contessa...”

CONTESSA BARBARA DE GALLIS: “Voglio acquistare questo, quadro... Lo voglio, lo voglio a tutti i costi!”

ENRICO OTTAVIANI: “Ma no,contessa, quel quadro non è in vendita, come tutte le cose che ci sono in questa villa...”

DE GALLIS:“Lo pago a qualsiasi cifra, deve essere mio!”

Enrico cerca di farla ragionare,ma la contessa non sente ragione, lo vuole a tutti i costi fino al punto di ricattarlo e di mettergli grossi ostacoli sul suo lavoro di direttore di una televisione e lui sa che lei non scherza e alla fine cede.

La contessa Barbara ora ha il quadro appeso sopra al suo letto, nella sua lussuosa dimora e prima di addormentarsi passa ore ed ore a contemplarlo... Ma una sera mentre era sotto alle lenzuole e cercava di addormentarsi... sul suo ventre era seduta qualcosa di strano, come uno strano oggetto, forse una creatura o forse un'animale.

DE GALLIS:“AAAAAHHHHHHHH!”

Il giorno dopo la contessa riportò il quadro ad Enrico che le restituì l'assegno. La contessa era spaventata e al contempo furiosa...

DE GALLIS:“E' orribile, è orribile, non voglio più quel quadro!”

Margot osservava la scena dietro ad una porta socchiusa.
Ma cosa era successo di tanto orribile alla contessa?

CONTINUA. FINE PRIMA PARTE.

"IL DIPINTO IN NERO”

scritto ed ideato da SALVATORE D'ANGELO

SECONDA PARTE

Nella villa Ottaviani, una giovane cameriera si aggira furtiva nelle stanze, finge di riassettare e poi si avvicina alla stanza del quadro e sbirciando da una porta lo guarda, sposta per un attimo lo sguardo e poi lo riporta dritto sul quel bel dipinto (cioè la porta da cui filtra la luce e che lascia intravedere la scalinata con l'uomo che sta salendo una rampa di scale e che lo ci si intravede appena appena): ora è misteriosamento sparito, come se qualcuno nel quadro (che sembra che si stia animando) avesse spento la luce... o forse è frutto dell'immaginazione della donna che sta sbarrando gli occhi all'improvviso per la sua allucinazione...

Margot è sempre bella, coi capelli che sembrano quasi dorati, si trova finalmente accanto a suo padre e al suo fidanzato (un aitante giovanotto) al tavolo del bellissimo giardino di un locale rustico, non tanto distante dalla villa del genitore. Sono attorniati dal verde e bevono il thè.

ENRICO, RIVOLGENDOSI AL FIDANZATO DI MARGOT:
Allora so che oltre a stare nell'esercito, ti diletti a dipingere...”

WILLIAM:“Diciamo che ci provo... “

ENRICO: “Mi dicono che sei molto bravo...”

WILLIAM: “Lo dicono...”

ENRICO:“Potrei sapere che tecniche usi e cosa dipingi...”

WILLIAM:“Niente di eccezionale: uso tempera ad olio e dipingo vari soggetti, natura sia viva che morta, oggetti vari, ritratti... ma ora tutto questo lo posso fare quando ho tempo e sono in vacanza... Ultimamente per il mio lavoro,per i miei impegni, una tela impiego molto tempo a finirla!”

MARGOT:“Pensa che William mi ha promesso che un giorno cercherà di dipingere anche me!”

WILLIAM:“Spero di poterlo iniziare presto... Poi quando lo finirò, lo finirò... non importa ma farò il quadro per Margot!...”

ENRICO: “Ed io sarò onorato a fargli una foto, ad ingrandirla ed averla in casa mia... “

MARGOT:“Papà, già che ci siamo... ora ci devi dire una cosa... puoi parlare anche davanti a William, io lo amo e mi fido molto di lui: ma quel quadro bello ma strano, così misterioso come fai ad averlo?”

Enrico abbassa lo sguardo, s'incupisce, poi riflette, alza la testa ed il suo sguardo diventa luminoso e inizia a raccontare...


Donna Valeria era una signora che negli anni cinquanta viveva a Napoli non tanto distante dalla sorella...”

... Stava andando a trovare la parente e le due abitazioni erano antri scavati nella pietra e mentre lei stava scendendo una ripida scalinata e si era avvicinata alla porta dell'entrata, iniziò a picchiare all'uscio col battente. Una strana voce di uomo, quasi cavernosa, che proveniva dall'interno le disse...

VOCE:“Valeria, entra, entra...”

Donna Valeria si rese conto che la porta dell'abitazione di sua sorella era aperta, entrò piano, piano nel luogo che era buio ma per questo riusciva a vedere bene in tutto gli spazi.

DONNA VALERIA: “Sofia, ci sei? Sofia?”

Nella casa della sorella non c'era nessuno, eppure quella voce proveniva dall'interno...

Donna Valeria scappò da quel luogo e si mise a salire i gradini due alla volta per poter andare via lontano...

Cosa era successo a Donna Valeria? Aveva visto qualcosa? Cosa rappresentava il quadro di Enrico, cosa di così misterioso e perché tutti lo vogliono mentre...

CONTINUA.







IL DIPINTO IN NERO

scritta ed ideata da Salvatore D'Angelo



Terza Puntata.



Una bambina coi capelli lunghi, castani, abbraccia Enrico: piangono entrambi...

BAMBINA:“Enrico... Enrico...”

ENRICO:“Tesoro, è tutto passato, si è sistemato tutto, non preoccuparti più...”

Dalla finestra del giardino, Monica, la strana cameriera osserva, sbirciando, cosa sta facendo il padrone di casa e perché tutti si comportano in un certo modo. Poi, la donna, si allontana dalla vetrata e entrata nella stanza dove c'è il quadro nascosto dietro una tenda, che viene regolarmente spostata per essere mostrato. Si guarda intorno che nessuno l'osservi, sposta di colpo il drappo ma... il quadro è sparito... Sbalordita, la cameriera richiude la tenda. Si allontana. Afferra un cellulare ed esce dalla stanza, si volta con le spalle, fa per girarsi e guardare all'interno vicino alla parete ma... come per magia il quadrò è appeso al muro e la tenda è spostata lateralmente. Monica chiude gli occhi e gli mancano le forze, sta quasi per svenire.

Monica sta camminando passando davanti alla piscina, vede un bagliore venire dall'interno del fondale e che attraversa tutta l'acqua. Attratta da quella luce, la cameriera si sporge oltre il bordo e vede che in fondo alla piscina si è aperta una porta da cui filtra della luce, proprio come nel dipinto del quadro. Monica cade svenuta sul bordo della piscina.

Si sveglia attorniata dagli altri cameriere, da un medico, da Enrico e Margot. Lei tranquillizza tutti.

MONICA:“No, niente, sono un po' stanca, è colpa di una dieta drastica che sto facendo e mi ha portato ad avere questa debolezza... Però ora che vado a casa e mi rimetto, tutto tornerà alla normalità...”

La cameriera cerca di giustificarsi e di sviare tutti... Ma viene congedata e fatta andare a casa per rimettersi in sesto.

E' notte e tutto tace nella villa di Enrico Ottaviani, sembra che anche le mura delle casa si siano addormentate. Nella cantina della casa, la botola di terra viene aperta... da chi? Da Monica che come una gatta ladra afferra dalla valigia che si porta dietro, una maschera che si mette sul volto, accende la sua torcia e si illumina la strada, apre diverse porte e si avvicina a quella del salotto, dove c'è il famoso e ricercato quadro. Sposta la tenda e con un cacciavite fa leva sulla cornice e stacca l'opera e la nasconde nella sua valigia col doppio fondo. Esce dalla finestra che porta al giardino e scappa via. Sale su di una utilitaria e corre verso la sua dimora.

Entra nel suo appartamento, getta la valigia sul letto e poi chiama uno dei suoi complici.

MONICA:“Ho fatto tutto, ho preso il dipinto... Oggi sono svenuta, avevo come delle allucinanzioni proprio mentro osservavo il quadro, ma sono riuscita a disattivare lo stesso i tre antifurti... Mi riposo qualche oretta, poi vengo da te a portartelo. Domani torno alla villa facendo finta di niente e poi mi licenzio... “

Monica mette la valigia giù dal letto, si sdraia sopra sfinita e contenta e guarda il soffitto. Il lampadario oscilla, oscilla sempre di più... è impazzito. Monica si solleva dal letto spaventata. Un vento misterioso penetra nella stanza, diventa sempre più forte come un tornado che spazza via tutti gli oggetti... I bicchieri scoppiano, i vetri delle finestre si frantumano in mille pezzi, i mobili si spaccano, le mura crepano e il vento che diventa impetuoso, forte... Monica urla.

La notte sta per finire, ma non è ancora l'alba: l'ex cameriera si sta avvicinando alla villetta di Enrico con la sua utilitaria, afferra la valigia e la getta all'interno, andando sopra alla cancellata e facendola finire dentro al giardino. Monica scappa via con la macchina, andando via, lontano.

E' giorno e Margot sta guardando il padre dritto negli occhi: è arrabbiata ed ora alza di un tono la voce...

MARGOT:“Adesso papa' basta, guarda quante cose strane stanno accadendo... Voglio sapere la verità, tutta la verità, su te e quel quadro... E me la devi dire...”

Enrico abbassa la testa...

Qual'è la verità, perché tutti questi strani avvenimenti?

CONTINUA.






CONTINUA.






IL DIPINTO IN NERO

scritta ed ideata da Salvatore D'Angelo

quarta ed ultima Puntata.

Margot continua a guardare suo padre fissa negli occhi, è veramente arrabbiata ed il suo viso pur bello, è diventato più contratto.

MARGOT:“Vuoi rispondermi?”

Enrico:“al momento opportuno ti rispondero'... te lo prometto...”

MARGOT:“No, lo voglio sapere ora, siamo io e te, senza rimandare perché io sto male... Sono anni che non ti ho voluto incontrare... Dimmi la verità e dimmi perché hai lasciato mia madre e me?”

Enrico abbassa lo sguardo e non gli risponde.

Margot ha un moto di stizza, è furiosa (anche se ha ragione ad esserlo).

MARGOT:“Parlaaa, dimmi la verità... perché ci hai abbandonato? Perché hai lasciato la mamma?!”

ENRICO:“Non sono io che ho lasciato tua madre, è lei che se n'è voluta andare portandosi via anche te!”

Margot indietreggia, è sconvolta:

MARGOT:“Non è vero, bugiardo! Bugiardo!”

La ragazza fugge via dal padre che cerca di calmarla e di fermarla...

ENRICO:“Aspetta, Margot, lascia che ti spieghi...”

Ma Margot, sta oltrepassando la cancellata della villa di Enrico, attraversa la strada, quando un motociclista le finisce addosso, investendola...

L'ospedale San Cirillo, nonostante tutto, è una bella costruzione attorniata dal verde... Margot è nel suo lettino con un braccio fasciato e si sa svegliando da un piccolo sonnellino, è frastornata. Accanto a lei suo padre Enrico ed il fidanzato William.

WILLIAM:“Senti amore, ora ti devo lasciare sola con tuo papà che ti deve dire una cosa importantissima!”

Da una specie di borsa a forma di cartelletta, il padre estrae il quadro in nero e dal muro della parete della stanza, toglie un quadro dalla parete e al suo posto mette quello poi rivolgendosi a Margot le dice:
Qualcuno potrebbe dire che è un quadro magico, io dico che è speciale: ha il potere di farti tornare nel passato e cambiarlo, per poi migliore il presente, notevolmente... La prima cosa che ti chiedo di fare è di immaginare di salire le scale insieme a Frate Leopoldo e lui ti porta al passato... forza concentrati...”

Margot non sapeva se suo padre era sempre stato pazzo oppure lo era diventato di recente, ma lo assecondo'...

Ma ecco la stanza divenire tutta buia, (la ragazza non vedeva il suo letto) sul muro si aprì una porta che affacciava su di una lunga scalinata illuminata da una fonte di luce che si trovava molto, molto più su... Margot iniziò a salire i gradini, qualcuno le diede una mano per accompagnarla, la ragazza si voltò ed era un piccolo frate, frate Leopoldo.

FRA LEOPOLDO: “So che tu desideri incontrarti con tua madre per capire se realmente è stata lei a lasciare tuo padre... Lo percepisco dal tuo cuore... Andiamo, andiamo.”

Salirono rampe di scale illuminate, poi più buie, altre con una luce più intensa, ma alla fine si trovarono davani ad un'altra grande porta. Il piccolo frate invitò Margot a non avere paura e ad incontrarsi col passato. E così fu... La ragazza si trovo' in di nuovo in una stanza in completa penombra, buia, quando vide al centro di essa sua madre con in braccio lei bambina, che parlava con Enrico, stava partendo ed era amareggiata.

ENRICO:“Ma che fai vai via? Via così...?”

NINA:“Sì e sei tu che mi stai costringendo... che futuro avremmo con te che non guadagni niente, pensi solo alle tue invenzioni fasulle, come medico non vali niente e siamo sul lastrico...”

ENRICO:“Non sono ricco è vero, ma non vi farò mancare niente! Non andartene non rovinare tutto!”
NINA: “Tu hai rovinato sempre tutto! Dovevi essere un medico, ora sei solo un buffone! Franco Testa, il dottor FrancoTesta, lui sì che mi ha promesso un futuro, per me e la mia bambina... ma quelli per quelli come te meglio scappare lontano, meglio non averli mai incontrati...”

E si allontana via, con la piccola Margot... Ma la grande Margot le parla.

MARGOT:“Mamma, mamma, non ci abbandonare, ti prego non sai quanto mi ha fatto soffrire questa separazione, ti prego non fare una cosa che poi potresti pentirti per tutta la vita, ti prego! Poi papà è diventato un dottore rinomato, ricco... Non distruggere una famiglia, non distruggere la mia felicità... Io conosco il futuro di questa storia.!”

Nina si volta, torna indietro abbraccia la figlia e piangono, singhiozzando.

Il buio dellastanza diventa viola e come se quello spazio si stesse“accartocciando”... Margot, inizia a stare male.

MARGOT:“Oddio non sento più le gambe, le mie gambe, ma sono paralizzata... è stato per via di quell'incidente della moto...”

Ora sono tutti proiettati nel giardino della villa di Enrico. Nina sta parlando con lui, lo guarda seria. Margot e a qualche metro spostata più in la e ascolta.

NINA:“Io non ho intenzione di rimanere a vivere con te...”

Margot è esausta e grida loro:

Basta avete distrutto la mia vita, la mia serenità!”

La ragazza corre verso la cancellata, mentre sta arrivando la motocicletta a tutta velocità (la stessa che l'aveva investita)... La madre ed il padre si girano spaventati.

NINA:“Fermati Margot, io volevo...”

Ma ormai la ragazza sta correndo oltre il cancello e sta attraversando la strada. Una frenata e la moto le si ferma vicino senza investirla...

NINA:“Stavo dicendo a tuo padre che non ho intenzione di vivere con lui solo un week end alla settimana, ma per sempre!”

Margot ride felice.

ENRICO:“Brava Margot, attraverso il quadro, tornando nel passato hai cambiato il presente: gridando il tuo disagio, dicendo la tua sofferenza a tua madre l'hai fatta riflettere e ritornare, hai annullato l'incidente con la moto che ti poteva lasciare paralizzata!”

Il simpatico monaco Leopoldo custodiva il quadro per farlo usare alle persone bisognose, che erano nella disperazione, a tutti gli altri che cercavano di possederlo, ingiustamente, li faceva spaventare in modo da lasciar stare per sempre l'opera destinata a scopi migliori. L'ometto accennato sul dipinto in nero, è proprio lui!

ED IN FINE... Margot e William si sposarono, con due testimoni di eccezione come Enrico e Nina che tornaro insieme innamorati e...

VISSERO TUTTI FELICI E CONTENTI, ANCHE FRA LEOPOLDO CHE CONTINUAVA AD AIUTARE LE PERSONE ED OGNI TANTO SI PRESENTAVA ALLA TAVOLA DI ENRICO E NINA PER AVERE CIBI SUCCULENTI.

FINE.









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