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venerdì 20 gennaio 2012

IL GIALLO: "IL SEGRETO DI LAURA MANNI"












IL SEGRETO DI LAURA MANNI... UN GIALLO PIENO DI SUSPENCE DI COLPI DI SCENA CHE VI TERRA' INCOLLATI DAVANTI ALLO SCHERMO DEL PC.


IL SEGRETO DI LAURA MANNI



di Salvatore D'Angelo.



PRIMA PUNATATA (IL DIARIO DI LAURA)



NON ABBIATE PAURA, E' SOLO UN RACCONTO DEL MISTERO. IL MESSAGGIO POSITIVO, C'E'

Alba Cantas sta scendendo dal motoscafo che la ha portata sull'isolotto della toscana di proprietà dello stilista Tobias Moretti. E' sera ed la donna (interessante con un viso molto luminoso) è appena tornata dagli Stati Uniti (dove era stata per sei mesi): aveva ricevuto un sms sul cellulare italiano, dalla sua amica che l'ha sempre ospitata come una sorella, ogni volta si trovava in Italia.




Alba stava correndo verso la villetta prestata a Laura Manni e alla sua famiglia.




Un alito di vento muove i capelli di Alba




ALBA CANTAS PENSA:




“Dio mio... cosa è successo a Laura... il mio cellulare... non ricordo se l'ho caricato... leggo l'sms di Laura... ma cosa voleva dire... c'è scritto: “ORA CHE VERRAI IN ITALIA, FALLO PRESTO! VIENI, TI LASCIO QUESTO MIO S.O.S. … AIUTAMI.” --- Ecco, la porta della villetta... prendo le chiavi... non le trovo. Ma dove le ho messe... in questa borsetta ho di tutto. … eccole. Che fatica aprire questa porta. Ma sembra che non ci sia nessuno... e che fatica con questa valigia... E' tutto buio... Ecco l'interruttore... Mi conviene lasciare la valigia... “




ECCO COSA STA SUCCEDENDO A LAURA:




Ora sta passando davanti alla cucina dell'abitazione... con la coda dell'occhio vede il televisore con appoggiato un grosso album fotografico … Da un veloce sguardo nella stanza e nota che appesa al muro c'è una grossa maschera africana che sembra guardarla con occhi fissi. Alba esce dalla stanza...




ALBA CANTAS: “Non c'è nessuno? C'E' QUALCUNO? (ORA PENSO:) Ma certo che non c'è nessuno... lo si capisce anche guardando l'esterno della casa...”




Alba fa un velocissimo giro in tutte le stanze e vede che ha proprio ragione: nessun essere umano è presente...

ALBA CANTAS PENSA:

“Ma chi me l'ha fatto fare di accettare di venire a stare in casa con lei e la sua famiglia quando vengo in Italia... chi me lo ha fatto fare... va bene l'amicizia e l'affetto che ci lega... “

La Cantas corre sulla rampa di scale... sta quasi per inciampare... SI RIALZA, entra nella camera da letto che è in ordine (forse c'è solo un pochino di polvere, ma neanche tanta) si sta per buttare sul letto, quando sente come un'energia... una strana sensazione o forse una premonizione...: vede che il cassetto della scrivania non è del tutto chiuso e lo apre di scatto. All'interno un diario con una scritta fatta con un pennarello indelebile: PER ALBA. La donna lo apre ed inizia a leggere.

DAL DIARIO DI LAURA MANNI:




“Cara Alba,




quello che ti sto per raccontare ha dell'incredibile... non ho nemmeno più la forza di badare a me stessa, mi sento sconvolta e il senno della ragione mi sta abbandonando per quello che mi sta accadendo... ti scrivo in queste pagine cercando di raccontarti quello che mi è accaduto e mi sta succedendo, in modo che se le cose dovessero peggiorare... te ne rendo testimone. Spero che riesca a trovare questo diario senza che qualcuno lo faccia sparire. Qualcuno che non so neanche chi sia... O almeno io credo di non sapere... Tutto è successo il venerdì del mese scorso... Mentre stavo andando ad aprire la mia farmacia con la mia aiutante Dolores Rocca... Erano le undici (quella giornata ricordo bene che erano entrati solo tre clienti...) quando si presentò il postino con una raccomandata... L'aprii felice.., e dentro c'era una foto di mio marito Domenico con mio figlio Mauro dall'Africa... si erano recati in quella terra per trovare uno scopo di vita... Almeno mio marito era già due volte che in quest'annata era andato lì, per vincere la sua depressione... cioè lui credeva che rendendosi utile in un posto così bisognoso di aiuto sarebbe riuscito a vincerla. E ci era riuscito... e, aiutare quel popolo, per lui è diventata una missione. Esattamente due volte in questi ultimi sei mesi ed ora si era portato dietro anche mio figlio Mauro... Mio marito non si è reso conto che in questo modo mi avrebbe fatto tanto contenta lasciandomi sola, ma pur di vederlo guarito dal suo male (parlo della sue depressione, Alba cara, amica mia....)... Ho accettato anche questo. Mi ero detta che una volta tornato non gli avrei più permesso di partire. Ed invece è successo qualcosa che mi lascia sconvolta. Sto male... E Dolores se ne sta approfittando, arriva sempre in ritardo al lavoro... è diventata superficiale... si beffa di me... Ma quello che ti sto per raccontare...”




IMPROVVISAMENTE ALBA SENTE DEI RUMORI PROVENIRE dalla stanza di sotto. Chiude di colpo il diario. Manca la luce. La Cantas si tappa la bocca. La luce ritorna. Alba apre la porta lentamente e attraverso le scale vede, grazie allo spazio che c'è tra la porta socchiusa della cucina e l'architrave... una mano guantata (sembra che indossi dei guanti da cucina), afferrano l'album fotografico... Poi sempre da quello spazio vede un'ombra: suo proprietario (lo stesso della mano guantata)., che indossa l'enorme mascherone africano, un tempo attaccato sul muro della stanza.




I batti del cuore di Alba, accelerano velocemente (si tappa la bocca, con tutta la forza che ha).



SCRITTA DA SALVATORE D'ANGELO.




CONTINUA











IL SEGRETO DI LAURA MANNI
(titolo originale: “IL SEGRETO DI LAURA MANNI”)
Scritta da Salvatore D'Angelo.
SECONDA PUNTATA (“LA MASCHERA”)


NON ABBIATE PAURA, E' SOLO UN RACCONTO DEL MISTERO. IL MESSAGGIO POSITIVO, C'E'!


Una porta sbatte, è quella della cucina.
Alba ha paura, ma poi le viene in mente qualcosa... Scende lentamente le scale, tenendo le spalle contro il muro, in modo che l'uomo con la maschera non possa vederla (ha la borsetta a tracolla ed il diario tra le mani)... Un gradino, poi un'altro, un'altro ancora e piano piano, si porta sotto la rampa... c'è una botola, la apre... e oltre ad essa, il buio...
ALBA CANTAS PENSA:
“La cantina, la cantina... devo andare a nascondermi lì... O Dio mio mi sta scoppiando il cuore... chi è quell'individuo? Devo scendere ancora un'altra rampa di scale? Un'altra schifosissima rampa di scale? Dai....ecco... il primo piede sul gradino... Speriamo che non mi senta... Ok... sono riuscita a scendere un pezzetto di scalinata... Come è pesante la botola per chiuderla sulla mia testa ed essere del tutto nascosta... Mi sento soffocare sono completamente al buio... Non ho mai sofferto di claustrofobia... Com'è buio quaggiù... com'è brutto stare qui sotto... ma che altra scelta ho? Ecco ho finito di scendere tutta la rampa ... In questa scomoda borsetta non riesco nemmeno a trovare il porta chiavi con la pila... E come facevo ad accendere la luce al piano di sopra... quell'uomo, poi mi avrebbe visto... Ecco il corridoio... che buio... Com'è stretto... C'è uno strano odore e poi è umido, tutto umido... Odio anche questo buio che sembra non sparire mai... ecco... ecco... ho trovato il portachiavi..”


Un filo di luce entra in quel luogo dove non entra quella del sole, ma solo quella artificiale...
Alba è nella cantina della villetta: nell'oscurità illumina uno scaffale vuoto con alcune bottiglie di vino, una delle pareti, grigie, scaglie di intonaco per terra... e poi...
ALBA:
“Aaah...”
un uomo enorme che indossa un mascherone... è solo una statua di legno che rappresenta un africano con una lancia... puntanta in avanti. Il fasci di luce della pila, si allontana dal soggetto.
Alba chiude gli occhi e si stringe nelle spalle... poi trova la forza... apre il diario, si accovaccia per terra, illuminandosi con la pila del portachiavi, riprende la lettura...
DAL DIARIO DI LAURA MANNI:
“Oggi Dolores si è comportata male... è arrivata ancora in ritardo, si è sempre rivolta a me con un tono seccato... sono rimasta esterrefatta, è sempre più distante, sembra quasi spaventata.
ALBA GIRA LA PAGINA DEL DIARIO E CONTINUA NEL SUO RACCONTO:
DAL DIARIO DI LAURA MANNI:
“Cara Alba,
sono davvero sempre più sconvolta... sai cosa mi è successo? Non riesco nemmeno a scriverlo... mi trema la mano... Oggi ero in farmacia...
VISUALIZZIAMO IL RACCONTO DEL DIARIO DI LAURA MANNI:
Laura, bellissima, moro, occhi color nocciola, sguardo profondo, è dietro al bancone della sua piccola farmacia “MANNI MEDICAL”, proprio a Piombino.
Sta controllando se ci sono soldi per il resto, nel suo registratore cassa, quando improvvisamente squilla il telefono che si trova dall'altro lato del bancone.
Guardando verso la porta del retro, esclama:

LAURA: “Dolores, Dolores... vieni a rispondere al telefono... Dolores, dove sei? (pensando tra se e se:) ma dove è andata... “
La farmacista corre verso il cordless e risponde al telefono...
LAURA: “Pronto...”
Dall'altro lato del telefono risponde una voce... (di una persona che cerca di mascherare qualcosa, una preoccupazione, una paura...)
VOCE DI DOMENICO, ATTRAVERSO IL CORDLESS: “Laura, amore mio... “
LAURA: “Domenico, ti davo per disperso... dove sei?”
DOMENICO: “Sono qui a Piombino...”

LAURA (non crede alle sue orecchie): “A Piombino? E quando sei arrivato? Ma non mi hai detto niente... Ma arrivi all'improvviso senza prima avvisare tua moglie?!”
DOMENICO: “Tesoro hai ragione... hai davvero ragione, ma è stata una partenza all'improvviso. Giudicherai male il mio atteggiamento... Ma quando ci vedremo ti spiegherò...”
LAURA: “E Maurizio, come sta? Dov'è?”
DOMENICO: “Te lo passo...”

MAURIZIO (FIGLIO DI LAURA), ATTRAVERSO IL CORDLESS: “Ciao, mamma, come stai? Fra poco ci vediamo...”

LAURA: “Amore mio, gioia mia... vieni presto a casa, ho bisogno di voi...”
DOMENICO: “Scusami tesoro, ho ripreso io la cornetta del telefono... amore io, sono nell'albergo “Glorial”... ci puoi raggiungere... “

LAURA: “All'albergo “GLORIAL”? Ma perchè non vieni a casa?”
DOMENICO: “Perchè ci dobbiamo fermare qui, per una conferenza sull'Africa... è molto importante... se non partecipavamo era come non spiegare tutto il lavoro fatto in questi viaggi... e purtroppo la conferenza c'è questa sera. Vieni verso le venti e trenta all'albergo e verremo a casa tutti insieme. La mia improvvisa partenza, il mio arrivo a sorpresa qui in Italia e la conferenza, ti sembreranno strani ma quando ci vedremo ti spiegherò il motivo...”
LAURA: “D'accordo... tanto è andata così... ci vediamo questa sera...”
DAL DIARIO DI LAURA: “Chiusi la farmacia anticipatamente, non rivolsi nessuna parola a Dolores, ma non mi sentivo di sgridarla perchè la felicità di riabbracciarmi con tutta la famiglia era grande (anche se mi ero promessa di farlo il giorno seguente, anche di prendere provvedimenti...).
Presi un taxi arrivai davanti all'albergo GLORIAL, pagai l'autista, uscii dalla vettura e corsi verso l'edificio...”
CONTINUIAMO LA VISUALIZZAZIONE DEL RACCONTO DI LAURA:
La donna indossa un sobrio abito da sera. Si avvicina al portiere della hall e gli spiega il motivo per cui si trova nell'albergo (la conferenza sull'Africa): l'uomo gli indica una stanza.
Laura attraversa velocemente un lungo corridoio color crema con un tappeto color rosso che spicca molto, ed è in contrasto con tutto l'arredamento. La bellissima Laura, col suo sguardo penetrante, è felice di incontrasi con la sua metà e con suo figlio. Indossa un abito bianco che le fascia il corpo, la sua borsetta oscilla e le sfiora il fianco... Le persone la notano ma fingono di guardarla con sufficienza. Sta entrando nella stanza della conferenza sull'Africa: è grande e la stanza “tappezzata” di posters e fotografie sul continente e sul suo popolo. Tante persone intorno a tavoli imbanditi... tante facce simpatiche, tante persone che parlano, discutono animatamente, ma Laura non vede ne il volto del suo Domenico ne tanto meno di suo figlio Maurizio. Laura si avvicina al presidente dell'associazione e gli chiede:
LAURA: “Sono la moglie di Domenico Riva e anche madre di Maurizio. Dove sono?”
PRESIDENTE: “Ah, Signora... non so... suo marito e suo figlio sono scomparsi, non li abbiamo più visti... pensavamo che si fossero recati a casa... forse perché erano stanchi...”
SULLA PARETE DIETRO L'UOMO, APPESA , UNA GROSSA MASCHERA AFRICANA.
La donna la guarda, le gira la testa... si sente mancare e cade svenuta per terra....
CONTINUA....
di Salvatore D'Angelo.









IL SEGRETO DI LAURA MANNI...
(titolo originale: “IL SEGRETO DI LAURA MANNI”)
Scritta da Salvatore D'Angelo.


TERZA PUNTATA: (“SALVATORE”)
Laura chiude di colpo il diario, sente un rumore, provenire dalla saletta accanto. Dirige il fascio di luce verso quel punto, lentamente entra nella stanza, alza la testa verso il soffitto e vede filtrare la luce esterno attraverso una griglia di ferro: sentiamo anche il rumore del motore del motoscafo che si accende e poi si allontana.

ALBA CANTAS PENSA:
"Se ne è andato... vado avanti... Cos'è? ah, sto urtando contro qualcos... “
La donna abbassando la pila, col suo fascio di luce illumina gli oggetti che ha urtato: cinque maschere di legno africane... Alba fa due passi indietro e velocemente esce dalla stanza.
ALBA CANTAS PENSA:
“Cinque maschere? Ah...tutto buio la pila sta per esaurirsi... stavo per sbattere contro il muro del corridoietto... com'è stretto, che umidità... ho le gambe che mi tremano... ecco la scalinata... devo fare con calma, ma ho paura... salgo un gradino, il secondo... salgo tutta la scalinata... Ah... maledizione ho urtato contro la botola... appoggio la mano lentamente. La apro appena di due centimetri... “
La donna ora è uscita dalla botola e si trova al piano terra della villa. Lentamente, lentamente, gira intorno alla scala... Illumina una parete e vede un poster di una foto che ritrae Domenico il marito di Laura accanto al figlio Mauro: sono abbronzatissimi e accanto a loro ci sono due uomini, tre donne e quattro bambini africani, dietro lo scenario di un mare azzurrissimo.
Alba sposta il fascio di luce, grazie alla sua pila e illumina un'altro lato della parete...
ALBA CANTAS PENSA:
“No, ancora... “
C'e' un'altra maschera africana appesa al muro con occhi enormi, dipinti di verde, ed una bocca spalancata, ampia.
ALBA CANTAS PENSA:
“Ma cosa è diventata questa... una casa di maschere africane? L'hanno arredate tappezzandola di questi souvenirs? Calmati, Alba, calmati, è la paura che ti fa dire questo... ”
Ora si avvicina alla porta, appoggia la mano sulla maniglia e vede se per caso, l'uomo l'ha lasciata aperta: la gira, niente la porta non si apre. Fruga nella borsetta...
ALBA CANTAS PENSA:
“Le chiavi... le chiavi... dai uffa... non ci sono... noooo, dove sono... Non ci sonooooo... “
Alba ha una crisi isterica, inizia a picchiare contro la porta... e cercare di forzarla niente... non si apre....
Corre verso la maschera, la stacca con forza dalla parete e...
ALBA GRIDA:
“Nooo, io voglio uscire di qui... schifosissima maschera... “
Ed inizia a sbatterla contro alle vetrate della finestra, ma non si rompono, sono blindate. Poi contro la porta con rabbia...
ALBRA GRIDA:
“Apriti! Voglio uscireeeee!”
Alba calpesta qualcosa che c'è sul pavimento, oggetti piccoli di metallo, che la fanno scivolare per terra... Caduta, li tocca ed esclama:

“Le chiavi, le chiavi, sono cadute per terra...”

Corre verso la porta, la apre ed esce fuori all'esterno. Afferra il cellulare dalla borsetta, forma un numero...
ALBA:
“Pronto polizia? Mi chiamo Alba Cantas... devo segnalare un fatto inquietante venite presto... sono da sola e ho paura...”

Alba racconta l'accaduto ad un addetto della polizia che raccoglie le telefonate di tutti gli utenti.
Poi forma un nuovo numero... TUUU TUUU TUUUU, nessuno risponde.
ALBA CANTAS PENSA:
“Cacchio... rispondi dai... Salvatore, rispondi... cosa ci metti... CHI SA COSA STA FACENDO...quando lo cerco non lo trovo mai...”
ATTRAVERSO IL CELLULARE DI ALBA, RISPONDE SALVATORE D'ANGELO: “Alba, gioia mia... non è un po' tardi per chiamarmi... quando mi appare il tuo nome sul cellulare (perchè mi stai chiamando), penso al tramonto. Tu sei l'alba, ed io il tramonto... eh eh eh”
ALBA: “Senti guarda non è proprio il caso di ridere e scherzare... questa è un'emergenza! Sai cosa mi è successo?”
SALVATORE D'ANGELO: “E' successo qualcosa di così grave che ti induce di essere così arrabbiata con me? E io cosa dovrei dirti che mi chiami a quest'ora?”
ALBA:
“Allora vuoi capire che sono in pericolo di vita o di morte?! La smetti di dire cretinate? Aiutami...”
SALVATORE: “Cosa? Cosa ti è successo?!”
Alba racconta tutto l'accaduto.
SALVATORE: “Nasconditi da qualche parte... richiama la polizia... ora vedo di arrivare anche io... non so quando e come... mi trovo a Volterra...”
La comunicazione tra i due, finisce. Alba corre verso una roccia e si nasconde appoggiando le spalle contro. Le mancano le forze... è stanca ed esausta ed ha tanto sonno. Si addormenta di colpo (sembra essere in catalessi).
Dal mare, arriva un motoscafo, silenziosamente, portato con i remi dall'individuo che indossava la maschera africana. Sul piccolo molo attracca il veicolo marino. Scende da esso e dopo aver percorso la piccola passerella, aver camminato sulla terra dell'isolotto, si avvicina alla roccia. Un'ombra proiettata sul viso di Alba: è quella dell' “uomo” chinato su di lei che l'osserva... Poi si dirige verso la villetta, apre la porta e “sparisce” dietro di essa.
ALL'ALBA (NON PER FARE UN GIOCO DI PAROLE):
Gli agenti della polizia stanno rovistando la villa ed Alba è all'esterno che sta parlando con l'ispettore capo Antonio Ferdi. Un agente uscendo dall'abitazione con in mano quattro maschere africane, esclama:
AGENTE: “Capo, nella villa abbiamo trovato queste...”
ANTONIO FERDI: “Quattro maschere del popolo africano?”
ALBA: “Veramente io ne avevo contate cinque... “

AGENTE: “Sono quattro, più quella che lei ha cercato di usare per cercare di scappare dalla villa...”
ALBA: “Vi sbagliate... C'era un'altra maschera appesa al muro della cucina, che quell'essere l'ha indossata e l'ha portata via con se, per non farsi riconoscere... Quelle della cantina erano cinque... come le ho viste, dalla paura le ho impresse nella mia mente... “
Nel frattempo... un motoscafo si sta avvicinando alla piccola baia dell'isolotto toscano. Viene attraccato: qualcuno sta scendendo dal veicolo, camminando con passo deciso si avvia verso la villa , in direzione di Alba Cantas ( che è girata di spalle mentre parla con l'ispettore): la mano di quest'ultimo si appoggia sulla spalla della donna che si gira spaventata.
ALBA:
“Chi è?!”
Il commissario guarda fisso, l'uomo che ha fatto spaventare Alba (che ora lancia un respiro di sollievo).
ANTONIO FERDI: “Appunto, lei chi è?”
UOMO: “Sono Salvatore, Salvatore D'Angelo!”
CONTINUA
SCRITTA ED INVENTATA INTERAMENTE DA SALVATORE D'ANGELO.

 



IL SEGRETO DI LAURA MANNI
scritta da Salvatore D'Angelo.
QUARTA PUNTATA (L'INDAGINE)


L'ispettore Antonio Ferdi scruta Salvatore D'Angelo e poi lancia uno sguardo verso Alba.
ALBA CANTAS: “Sì, è mio fratello... vive a Parigi e viene in Italia per lavoro...”
SALVATORE: “Veramente sono il suo fratellastro: abbiamo la stessa madre, ma diversi padri...”


Antonio fa un passo in avanti verso Salvatore, quasi di sfida.
ISPETTORE ANTONIO FERDI: “E che lavoro sta facendo qui in Italia?”
SALVATORE: “Quì? L'aiuto regista di un documentario sugli etruschi di cui sono anche l'autore ed ideatore...”
ISP. ANTONIO FERDI: “Interessante... vedo che il suo arrivo sull'isolotto è stato molto tempestivo... Mancava che arrivasse prima di noi...”
SALVATORE: “Avrei potuto arrivare molto prima, ma mia sorella mi ha telefonato in un orario che era impossibile trovare subito i mezzi per raggiungerla...”
ISP. ANTONIO FERDI (ironico): “Ah, sì?... E l'ha buttata giu' dal letto, quindi?”
SALVATORE: “No, ero sveglio...”
ISP. ANTONIO FERDI: “Una notte brava, allora...”
SALVATORE: “No, lavoravo al pc e poi stavo riguardando dei filmati sulla cantante Nicole Paris... “
ISP. ANTONIO FERDI: “Quindi lei è un sentimentale...”
SALVATORE: “Mi scusi, ispettore, ma lei mi sta facendo il terzo grado? Io arrivo qui spaventato per soccorrere mia sorella e lei mi bombarda di domande...”



ISP. ANTONIO FERDI: “Sì! E adesso mi dica: “COSA HA FATTO LA GIORNATA DI IERI... “
SALVATORE: “Sono obbligato a risponderla?”
Salvatore e Alba si guardano.
ISP. FERDI: “Deve: io rappresento la legge...”
SALVATORE: “Ieri, era il nostro giorno di riposo – parlo di noi che stiamo lavorando al documentario -... e sono rimasto a Volterra dove con amici ho partecipato ad una mostra d'arte e poi sono andato a cena con loro. Alla sera a casa ho lavorato ad un soggetto... vuole sapere altro.... come si chiama?”
ISP. FERDI: “Antonio FERDI, ispettore di polizia! Ora può anche andare...”
SALVATORE: “Scusi, ma lei tempesta sempre di tante domande alle persone che vengono a soccorrere un'altra, anche se sono estranei al caso che state trattando?”
ISP. FERDI: “Lei non è estraneo al caso: è il fratellastro di Alba Cantas, fino ad ora una delle vittime della vicenda... Le faccio un'ultima domanda: “perché non fa compagnia a sua sorella, quando è in Italia...”
SALVATORE: “Perchè vivo spesso a Parigi, e quando capita che sono in Italia – ospite di alberghi – lei magari è negli Stati Uniti...”
ALBA: “Sì, è vero ispettore...è così... Ultimamente ero ospite di Laura Manni: questo anche perché è sempre stata una donna molto fragile ed era disperata per la depressione di suo marito e mi chiedeva di venire a stare con lei quando ero in Italia. Ma non per molto: non avrei più accettato di vivere con loro, anche se era come una vacanza... Anche se Laura, trovava una persona che le faceva compagnia, con cui parlare... Diciamo che “respirava” vedendomi. Con me non si sentiva sola... perché, mi permetto di dire: “...era un'anima sola in mezzo alla folla”. L'ho facevo solo per aiutarla... tanto si trattava di un periodo ( ma mi stavo cercando anche un appartamento): poi avrei messo fine a questa sua ospitalita'...”
ISP. FERDI: “Ok, per il momento ho saputo abbastanza... ora vi lascio soli, avrete molte cose da dirvi...”
Alba e Salvatore si abbracciano.
SALVATORE: “Come stai?”
ALBA: “Sono spaventata... E' successo qualcosa di grave a Laura e alla sua famiglia...”
SALVATORE: “Sì, me lo hai detto al telefono... ma non è più compito tuo, lascia tutto alla polizia... E non avere paura. Ci penso io di parlare all'ispettore e di chiedergli di non stressarti troppo con le sue domande e con le sue indagini”
ALBA: “Purtroppo avranno ancora bisogno di me...”
SALVATORE: “Potevi lasciar perdere Laura... per i tuoi soggiorni in Italia, potevi stare in un hotel... Non pensare neanche all'appartamento...”
ALBA: “Laura mi ha fatto sempre stare bene e trattata come un'ospite speciale... mi preoccupavano i suoi problemi, avrei voluto vederla felice. Comunque alla fine avrei scelto sempre la mia indipendenza.”
Salvatore ed Alba conversano, poi l'ispettore invita i due a lasciare l'isolotto: il primo col motoscafo preso in affitto, la seconda con quello della polizia: la loro meta? Piombino.
I due veicoli sfrecciano sul mare e Alba riesce a sentire il piacere del vento sul suo viso, mentre gli scuote i capelli.
PIOMBINO, BELLA CITTA' DELLA TOSCANA, IL SOLE BACIA LE SUE STRADE, I SUOI VICOLI. NELL'UFFICIO DELL'ISPETTORE ANTONIO FERDI, ALBA CANTAS STA AFFRONTANDO L'ULTIMO INTERROGATORIO DELLA GIORNATA.
ISP. FERDI: “Allora Signorina Cantas... Lei di cosa si occupa nella vita?”
ALBA: “Sono una stilista, lavoro per Tobias Moretti e curo il suo marchio negli U.S.A. Sono la responsabile...”
ISP. FERDI: “Tobias Moretti... un grande stilista, mi piacciono i modelli maschili che propone... anche quelli femminili indossati dalle sue bellissime modelle...”
ALBA: “Sì, diciamo che è unico nel suo genere...”
ISP. FERDI: “Quando sono arrivato sull'isolotto, dove aver parlato con lei mi ha detto che in verità sarebbe dovuta arrivare dopo domani... come mai ha anticipato l'arrivo di due giorni?”
ALBA: “Mi sentivo molto stressata... avevo bisogno al più presto della mia Toscana: allora il mio gruppo mi è venuto incontro ed hanno deciso di anticipare le mie ferie: loro sanno che sono italiana (e che siamo un popolo che le fa in abbondanza, rispetto a loro) poi visto i risultati che ho dato, per loro è stato come darmi un ennesimo premio... E per me, tornare sull'isolotto nella villa lo desideravo tanto... e invece...”
ISP. FERDI: “Ha “trovato il marasma totale”... A proposito, ma la villa non era di proprietà di Laura, giusto? Me lo ha detto lei quando l'ho interrogata... “
ALBA: “Sì, Laura era andata incontro a grossi problemi economici, la farmacia è stata comprata da un medico di firenze che glie l'ha lasciata gestire, stipendiandola. L'uomo una volta alla settimana lui veniva a controllare i bilanci... Il marito di Laura è uno stilista, ma purtroppo non è stato mai capito... Tobias Moretti ha cercato di inserirlo nella sua equipe, ma non era apprezzato da nessuno, voleva essere lui il responsabile... poi le sue continue depressioni, Tobias è stato costretto a licenziarlo. Lo ha aiutato finanziariamente, gli ha dato in prestito la villa dell'isolotto (che si chiama Cleopatra). Pare che lui avesse trovato la pace in un associazione di volontari per l'Africa, grazie ai diversi viaggi fatti nel continente. Ma Laura era preoccupata... “
DOPO QUARANTA MINUTI, L'INTERROGATORIO DELL'ISPETTORE ANTONIO FERDI ERA TERMINATO, ALBA STA VAGANDO PER ALCUNE VIE DI PIOMBINO, MENTRE IL SOLE SCALDA ABBONANDANTEMENTE LA TERRA. ENTRA IN UN HOTEL PRENOTA UNA STANZA PER IL SUO SOGGIORNO E SI PREPARA PER FARSI UNA DOCCIA... L'acqua bagnava e puliva il corpo della stilista. Sul letto aveva appoggiato i vestiti, l'asciugamano ed il cellulare: ora si stava asciugando ed indossando un costume di due pezzi.
Squilla il suo telefono, lei risponde, ma nessuna voce che parla, silenzio assoluto. Alba chiude e getta il telefonino sul letto.
DOPO TRENTA MINUTI...
IL SOLE LUCENTE ed il suo riflesso nel bellissimo mare di Piombino... La sabbia e i sassi caldi, della spiaggia libera... La stilista Alba Cantas la osserva appoggiata alla balaustra che separa la strada dalla zona balneare.
ALBA CANTAS PENSA:
“Voglio farlo, come quando ero ragazzina... come una persona qualsiasi, libera e a contatto con la natura.”
Scavalca la transenna, dalla borsa da mare estrae l'asciugamani, si toglie il vestito, gli occhiali da sole, appoggia tutto il resto sopra al pezzo di stoffa... e si butta nel mare...
Un'ombra si avvicina all'asciugamani, è quella di una persona...
Alba si gode il mare, la brezza marina... Esce dall'acqua. Sull'asciugamani non ci sono ne la borsa, ne gli occhiali e nemmeno il vestito, ma solo il suo cellulare che qualcuno a tirato fuori dopo aver rubato tutto. Il telefono squilla.
ALBA: “Pronto?! Pronto?!”
VOCE METALLICA: “Alba, dimmi dov'è Laura... Tu lo sai... dimmelo...”
ALBA DISPERATA: “Chi è? Chi sei? Cosa vuoi da me?”


CONTINUA,
DI SALVATORE D'ANGELO.








IL SEGRETO DI LAURA MANNI”


Scritta e inventata da Salvatore D'Angelo.




QUINTA PUNTATA “UNA VOCE”






Alba si guarda intorno e non nota nessuno di particolare che possa parlare al cellulare. Sulla spiaggia ci sono solo tre persone, alla distanza di cinquecento metri, che prendono il sole.


ALBA CANTAS STA PARLANDO AL CELLULARE: “Posso sapere chi sei?”


VOCE METALLICA: “Voglio sapere dov'è Laura Manni!”


ALBA: “E' quello che sto cercando di capire anche io, credimi...”


VOCE: “Non mi prendere in giro, guai a te... “


ALBA: “Senti, chiunque tu sia, prometto che se so qualcosa di Laura, te lo dirò, ma ti prego, dammi indietro le mie cose... Io non c'entro niente con la sua sparizione...”


VOCE: “Va bene, mi fido... però se sai qualcosa, devi farmelo sapere...E guai a te se non lo farai... Girati, vedi quel bidone che c'è dietro di te? “




Alba si gira, vede che a cinquanta metri dietro di lei, verso la strada, c'è un bidone per i rifiuti.


VOCE: “Lì dentro ho nascosto la tua roba...”
Alba, si sta per avvicinare...


VOCE: “Aspetta... non riattaccare. Mi raccomando di non fare la furba di mettere sotto controllo il telefono, tanto ti rintraccio lo stesso!”


ALBA: “Ti prometto che te lo farò sapere. Lo voglio scoprire anche io!”


VOCE: “Non voglio farti del male. Non voglio neanche farlo a lei. Ma se mi aiuti... Mi farò vedere. E se collaborerai, non ti farò niente!”


ALBA: “Puoi contarci.”


La comunicazione viene interrotta.


Alba afferra l'asciugamani, corre verso il bidone, vi fruga dentro, afferra la borsetta, il vestito (che sembra un elegante pareo), lo indossa, insieme agli occhiali da sole ed i sandali, infila il pezzo di stoffa nella borsa, corre verso le transenne e la balaustra che divide la spiaggia dalla strada, la scavalca e si trova sul marciapiedi. Un po' spaventata, attratta dal mistero ma con una voglia di trovare la forza in essa per andare avanti, si mette a vagare per le strade di Piombino. Con il vestito e i capelli un po' bagnati, cammina per i vicoletti scappando da un qualcosa, che l'ha inquietata fino ad ora, per poi ritornarci in un secondo momento, dopo aver trovato più forza in se stessa. I palazzi, qualche monumento, che fanno da sfondo a questa sua tesa “passeggiata”, sembrano osservarla, scrutarla, ma anche divorarla.
Alba Cantas entra in un portone con delle strane bandiere appese sul lato superiore, all'esterno vi sono persone ben vestite che discutono. Lei s'intrufola all'interno... Dopo una piccola sala illuminata solo dalle luci di alcuni neon a forma di scritta e di alcuni faretti che illuminano dei cartelloni appesi sul muro, Alba imbocca un corridoio lungo e stretto, dove le pareti sono pieni di immagini dell'attrice Joan Bennet (è una mostra dedicata a lei). La stilista oltrepassa gigantografie dell'attrice, un gruppetto di persone che sta ammirando le foto, ne attraverso uno nuovo, stretto: lo percorre, è un po piu' buio rispetto al primo che ha la solita illuminazione. Alba si stringe nelle spalle, poi si appoggia con la schiena al muro, afferra il cellulare dalla borsa e forma un numero. Qualcuno risponde.


VOCE DI SALVATORE, ATTRAVERSO IL CELLULARE: “Pronto Alba? Ho visto sul cellulare apparire il tuo nome... “


ALBA: “Salva, qualcuno, ha cercato di rubarmi in spiaggia i vestiti e poi mi ha chiamato sul cellulare chiedendomi dove era finita Laura... Io l'ho assecondato... “


SALVATORE: “E sei andata alla polizia ad avvisare ciò che era successo?”
ALBA: “Non ancora...”


SALVATORE: “Cerca di andare al più presto... Vai subito... Io sono tornato qui a Volterra...”

ALBA: “Ci vado... Ha detto che non mi farà niente se io gli dico dov'è Laura... Gli ho detto che lo avrei fatto...”
SALVATORE: “Ottimo, assecondalo... Recati dall'ispettore Ferdi, Antonio Ferdi, si chiama così?”


ALBA: “Sì”


SALVATORE: “Digli di farti scortare da un agente. Se vuoi venire a stare qui con me, non ci sono problemi... Oppure vuoi venga da te, anche se avrò dei problemi col mio lavoro?...”


ALBA: “No, semmai verrò io da te. Sai una cosa? Ho paura, ma in questa storia voglio andare fino in fondo, c'è qualcosa che mi dice di non mollare... “


SALVATORE: “Di questo sono fiero di te... Non avere paura, ma cerca di stare sempre con le spalle coperte...”


Un gruppo di persone la stanno guardando.


ALBA: “Ti devo lasciare... “


SALVATORE: “Ok, mi raccomando, ciao...”


Dopo essersi salutati velocemente, Alba chiude la comunicazione.


Sta per girarsi, quando dal fondo una donna, con un abito estivo, molto elegante, sta per urtarla, si guardano.


DONNA: “Ma tu sei Alba Cantas... che gioia...”
ALBA: “Agnese... che gioia tutta mia...”

AGNESE (DONNA): “Ti piace questa mostra che ho organizzato? Sono in programma altre, sempre da me organizzate... Una seconda con gli scatti fotografici più famosi ed inediti di Marilyn Monroe ed una terza sui fotogrammi più divertenti dei due comici Stanlio ed Ollio... Insomma tre personaggi conosciutissimi da tutti, ma li presenteremo con un qualcosa di diverso dal solito...


Agnese nota il viso preoccupato di Alba, il vestito ed i suoi capelli non “troppo asciutti”.


AGNESE: “Ma Alba va tutto bene?”
ALBA: “Veramente no, o meglio...”


ALBA RACCONTA TUTTA LA VICENDA AD AGNESE.


AGNESE: “Tesoro, ma è... non ho parole... è sconvolgente... Vieni ti porto a mangiare qualcosa. In fondo all'ultima sala c'è un buffet. Poi verrai a casa mia, ti cambi e faccio venire una mia conoscente che ha lavorato per me, che, tra l'altro è anche una mia carissima amica, lei ti potrà aiutare: fa proprio il caso tuo.”
ALBA: “Chi?”


AGNESE: “Sì chiama Olga Sassi, è una detective, ha lavorato per mia sorella indagando sullo spionaggio industriale: è bravissima, ci può aiutare vedrai. Ha tanta esperienza...”




LA SERA NELL'ELEGANTE SALOTTO DI AGNESE GATTI, CON LE PARETI PIENE DI QUADRI DI VALORE, MENTRE SU TRE SIMPATICHE SEDIE, SONO SEDUTE, DIETRO AD UN TAVOLO CON IL PIANO DI CRISTALLO, AGNESE, ALBA E LA DETECTIVE OLGA SASSI: bella, capelli di un nero lucente, lunghissimi e lisci che le cadono dietro accarezzandole la schiena. Ha in mano due cellulari.


OLGA SASSI: “Abbiamo due cellulari: uno che utilizziamo per rintracciare la persona che questo pomeriggio ha cercato di comunicare con te, chiedendoti dov'era Laura Manni... ed il secondo lo utilizzerai per chiamare tutte le persone che conosci, per le varie tue telefonate personali... questo anche per evitare che ascoltino le tue chiamate, se il telefono è controllato: ho visto che non ha delle cimici... Putroppo non sappiamo ancora cosa c'è sotto a questo caso che ti ha vista coinvolta...”


ALBA: “Ok... “


OLGA SASSI: “Non sappiamo se la persona che ti ha chiamato questo pomeriggio e se l'uomo mascherato che hai visto nella villa siano la stessa persona. Io proverò a pedinarti a distanza, in altri momenti indagherò per conto mio. Ti chiamerò sul secondo cellulare e ti raggiungerò. Ora il passo successivo da fare è avvisare la polizia della telefonata che ti hanno fatto oggi e ti metteranno il telefono sotto controllo. Ci andremo domani, puoi dire a chi si occupa delle indagini che oggi sei rimasta sconvolta e per questo motivo non li hai chiamati subito. Telefonagli, racconta dell'accaduto e loro ti diranno quando andare personalmente a raccontargli il tutto. Potrai anche dirgli che sconvolta com'eri sei rimasta a casa della tua amica Agnese, ma mai che avete contattato me! Questo no.”




CONTINUA.


DI SALVATORE D'ANGELO.




 IL SEGRETO DI LAURA MANNI
SCRITTA ED IDEATA DA SALVATORE D'ANGELO

SESTA PUNTATA – “FIRENZE MISTERIOSA”



PIOMBINO, UFFICIO DI POLIZIA DELL'ISPETTORE ANTONIO FERDI:

Alba è seduta dietro alla scrivania dell'ispettore, davanti a lei, lui in persona.

ANTONIO FERDI: “Com'era questa voce...”

ALBA: “Era metallica, artefatta...”

ANTONIO FERDI: “E le chiedeva di dirle dov'era Laura Manni... E che se fosse venuta da noi, glie l'avrebbe fatta pagare...”

ALBA:”Proprio così...”

ANTONIO FERDI: “Le metteremo il cellulare sotto contro e quando quella persona la richiamerà, dovrà cercare di trattenerlo – o trattenerla, nel caso fosse una donna – per più di due minuti, allora forse riusciremo a rintracciarlo. Mi raccomando. Poi le daremo delle dritte. Per quanto riguarda la sua persona, non si stia da sola, non faccia cose o azioni che la mettano in mostra, almeno finchè non lo avremmo preso e risolto il caso: mi raccomando, Signora Cantas, contiamo su di lei... Successivamente le metteremo un nostro agente a sorvegliarla...”

ALBA: “Ispettore, mi sento di essere peggio della NASA”

ANTONIO FERDI: “Non si preoccupi, quando tutto sarà finito, vedrà che verrà premiata... “

ALBA: “Speriamo...”

USCITA DAL COMMISARIATO DI POLIZIA, ALL'ESTERNO, PARCHEGGIATA DALL'ALTRO LATO DELLA STRADA, UNA MACCHINA, ALLA GUIDA C'E' OLGA SASSI CHE INDOSSA OCCHIALI DA SOLE.

Alba esce dal portone della caserma della polizia. Entra in una vettura che (ha affittato in mattinata), prima di mettere in moto, aggiusta il finestrino retrovisore. Poi parte.

Dietro di lei, l'auto della detective che la segue.

Alba ha il suo cellulare collegato alla sua auto con l'auricolare.

ALBA: “Pronto sono Alba Cantas, vorrei parlare con Gloria, la segretaria di Tobias Moretti... Sì, sì, sì... Ok... mi faccia richiamare.”

La vettura si ferma davanti ad una vetrina con una scritta: ASSOCIAZIONE AFRICA NUOVA.
Alba scende e si avvicina alle vetrate dell'associazione: sono chiuse. Un cartello con un'iscrizione: L'UFFICIO RIMANE CHIUSO, PER L'ASSOCIAZIONE RIVOLGERSI ALL'UFFICIO DI FIRENZE – IN VIA ALESSANDRO MANZONI 54, OPPURE TELEFONARE AL NUMERO: 051/ 3579443 O RIVOLGERSI AL SITO INTERNET...

La Cantas si segna l'indirizzo.
Dietro di lei è parcheggiata l'auto di Olga Sassi. Alba le fa un cenno con la mano ed inizia a camminare, poi entra in un negozio di quadri, una piccola galleria che oltre che esporli, li vende e si sofferma davanti ad un dipinto di girasoli . Olga poco dopo entra nel negozio, fa finta di guardare l'esposizione e si mette di fronte alla stilista, facendo finta di guardare l'opera d'arte (mentre si parlano senza farsi notare dagli altri, come due spie).

OLGA SASSI (PARLANDO A BASSA VOCE, CON DISINVOLTURA) : “Allora?”

ALBA (FA LA STESSA COSA): “Parto per Firenze, voglio parlare la sede dell'associazione dove faceva parte Domenico Riva, il marito di Laura Manni, visto che la filiale di Piombino, dove si era iscritto l'uomo, è chiusa. Poi una volta arrivata lì, voglio andare a parlare con altre due persone che avevano a che fare con Domenico e Tobias Moretti... le conosco molto bene, partiamo ora... “

OLGA: “Benissimo, Alba, ottima mossa... In pochissimo tempo stai diventando una brava investigatrice.”

ALBA: “Ci incontriamo sulla superstrada ed andiamo con una macchina sola?”

OLGA: “No, camminiamo con due macchine, non si sa mai... Per il momento evitiamo si far capire che io ti sto aiutando...”

ALBA: “D'accordo... “

Alba è uscita dal negozio, è entrata nella sua vettura e sfreccia via sulla strada. Si ferme ad un semaforo ed osserva tramite lo specchietto retrovisore che Olga l'ha raggiunta con la sua vettura.

FIRENZE, CITTA' D'INCANTO DI ARTE E CULTURA, CALDA IN QUESTA SECONDA META' DI LUGLIO...
La macchina di Alba si ferma davanti alla sede dell'associazione AFRICA NUOVA. Si avvicina anche la vettura di Olga.
Entrambe le donne scendono dalle loro rispettive macchine, l'investigatrice si avvicina ad Alba.

ALBA: “Ma non avevi detto che non dovevamo stare vicine?”

OLGA: “Sì... Siccome stai andando in un posto che nessuno mi conosce, per questa volta posso venire con te, perché voglio sentire che domande gli fai, come ti muovi: devi riuscire a raccogliere più informazioni utili possibili e, con questo mio supporto, quando andrai in altri posti – come il prossimo – e sarai da sola, saprai cosa chiedere, senza fare mosse sbagliate e mi terrari informata. All'associazione dell'Africa non mi conoscono, ma per i posti successivi devi cavartela da sola: ti anticipo una cosa: ti darò un piccolo registratore digitale dove dovrai registrare quello che direte e poi me lo farai sentire. Scarico la registrazione sul mio PC! Io nel frattempo farò della altre indagini...”

Una macchina Ford sosta a cento metri, dalle vetture delle due donne: una mano guantata (indossa quelli di plastica per lavare i piatti) da sotto il sedile prende un cannocchiale e si mette ad osservare tutto ciò che c'è oltre il vetro anteriore della macchina.

Dopo piccole raccomandazioni su cosa dire o non dire all'associazione, le due donne entrano all'interno del posto.
Sono davanti alla reception e parlano con un'addetto.

ALBA: “Scusate, mi chiamo Alba Cantas, e questa è mia cugina Francesca... Vorremo parlare con il responsabile dell'associazione è urgente...”

ADDETTO: “Adesso ve la chiamo subito, siete fortunate, perchè siete capitate nella settimana che lei è molto presente.”

LA RESPONSABILE DELL'ASSOCIAZIONE “AFRICA NUOVA” RICEVE LE DUE DONNE IN UNA SALETTA DEL RETRO RINFRESCATA DALL'ARIA PROVOCATA DALLE VENTOLE CHE GIRANO VELOCEMENTE. IL SUO NOME E' NADIA OLDINI.

ALBA: “Purtroppo per me è un vero incubo, ultimamente, ogni volta che venivo in Italia, esattamente, qui in Toscana, la moglie di Domenico Riva, Laura Manni, mi ha sempre voluto ospitare in casa con lei, trattandomi benissimo... la vicenda della loro improvvisa scomparsa, mi coinvolge, e non riesco a essere indifferente e non andare fino in fondo alla questione. Laura mi ha lasciato un diario dove mi chiedeva aiuto, che successivamente ho lasciato alla polizia.”

NADIA OLDINI: “Ha sconvolto anche noi... Pensi che la polizia di Piombino ha messo sotto e sopra l'associazione ed ha interrogato tutti: per questo motivo sarà chiusa per diversi giorni. Molto probabilmente verranno qui ad interrogarci.”

ALBA: “Lei che cosa sa di Domenico... ci aiuti, perfavore... “

NADIA: “Sì... sappiamo che quando si iscrisse all'associazione era molto triste, ma man mano che ne faceva parte, era come se attingesse energia. A distanza di un anno, era l'uomo più felice del mondo. Felice di servire anche il popolo Africano. Nelle sue possibilità, naturalmente. Poi lui ci ha confessato che in quel periodo di tristezza acuta soffriva di depressione... Nell'ultimo mese, precedente alla scomparsa, era sempre pieno di energia, ma preoccupato... pensavamo per la via della moglie che forse non era felice del tutto che lui aveva scelto di fare dei viaggi nel continente, in alcuni periodi dell'anno... ma forse non era così... Sappiamo che doveva presentarsi alla conferenza sull'Africa a Piombino e che non si è presentato mai: è sparito, insieme al figlio che ultimamente era partito con lui, poi successivamente, anche la moglie Laura, dopo che era andato alla conferenza e non vendendolo ha avuto un malore....( è stata portata al pronto soccorso, ma quando si è ripresa ed è ritornata a casa - o almeno, così crediamo - è sparita anche lei). Di questi ultimi passaggi credo che ne siate a conoscenza anche voi. Noi dell'associazione siamo ancora sconvolti e non riusciamo a capacitarci!”

ALBA: “Era quello che sappiamo anche noi...”
OLGA: “Che lei sappia... a voi non risulta che Domenico, in Africa, abbia conosciuto qualcuno o qualcosa che abbia sconvolto la sua vita? Oppure in Italia stesso quando tornava per i suoi soggiorni?”

NADIA: “Quello che ne so io e molti altri dell'associazione, no, assolutamente, la sua condotta era quello di un uomo entusiasta per quello che faceva... Una condotta esemplare... Però questo è quello che sappiamo io ed altri (confrontandoci)... ma non eravamo con lui sempre, quindi non lo possiamo garantire al cento per cento... Bisognerebbe interrogare tutti quelli dell'associazione, e tutte le persone che ha frequentato sia in Africa che in Italia. Una cosa è certa: è che tutti lo stimavano e che siamo rimasti sconvolti per la scomparsa... “

OLGA:”Immagino...”

NADIA: “Se scopriamo qualcosa di più (certo lo diciamo per prima alla polizia, e se ci permettono di dirlo) vi terremo informate.”

ALBA: “Io la ringrazio per la sua collaborazione...”

Dopo essersi salutate con la responsabile della filiale di Firenze, le due donne uscirono dall'associazione.

OLGA: “Sei stata bravissima. Per il momento va bene quello che ci hanno detto. In un secondo momento passerò io a cercare di parlare con qualcun'altro per scoprire qualche informazione in più, almeno lo spero...”

ALBA: “Ora vorrei andare a trovare altri due miei cari “conoscenti”, sperando scoprire qualcosa di nuovo...”

Olga si avvicina alla sua vettura, la apre, prende il registratore che aveva sul sedile posteriore e glie lo porge alla stilista.

OLGA: “Questo è il famoso registratore: una volta arrivati, lo sistemerò nel tuo vestito e registrerai tutto quello che dirai e che ti diranno: per il momento ti seguirò e basta. Prima, quando parlavi con Nadia Oldini ero tutta orecchi: sei stata un'ottima detective, naturale. Brava”.

ALBA: “Grazie, questo mi fa sentire meglio...”

Le due donne salgono sulle loro rispettive vetture e partono.

L'uomo (o la donna) della ford,attraverso il vetro anteriore, osserva le due donne. Accende il motore e con la sua vettura inizia ad inseguire l'auto che porta Alba ed Olga: rallenta apre il cruscotto e all'interno... c'e' una maschera africana. Appoggia sopra i guanti che ha messo per non lasciare impronte...
La maschera cade e poi viene raccolta...
La maschera africana....

...la maschera!

di Salvatore D'Angelo.
 

                       

IL SEGRETO DI LAURA MANNI

 7a PUNTATA: SOTTO LA LUNA PIENA


SCRITTA ED IDEATA DA SALVATORE D'ANGELO


SETTIMA PUNTATA – “SOTTO LA LUNA PIENA”



FIRENZE, città di arte e di Storia.

La macchina di Alba si ferma davanti ad un palazzetto.
A cinquecento metri si ferma anche l'auto dell'investigatrice Olga Sassi.

Alba scende dalla vettura e si avvicina al portone. Si avvicina ai citofoni, digita un pulsante corrispondente ad uno studio di professionisti.

VOCE ATTRAVERSO IL CITOFONO: “Si?”

ALBA: “Sono Alba Cantas, avevo un' appuntamento con Pietro Timi.”

VOCE: “Venga... “

Un rumore, uno scatto ed il portone viene aperto. Alba attraversa l'androne, un cortile ed entra in un piccolo capannone: davanti all'entrata una scritta: “Laboratorio Di Scenografia di Pietro Timi. All'interno, sfondi e scenari per teatri. Alba cammina guardandoli ammirata.
Una voce la chiama...

PIETRO: “Alba?”

ALBA: “Sì?”

PIETRO: “Vieni... “

NELL'UFFICIO DI PIETRO TIMI:
un uomo alto snello, con il pizzetto.

PIETRO: “Alba, quanto tempo... siediti”

Alba si siede su di una sedia davanti alla scrivania. Davanti a lei l'uomo, e dietro dei cartelloni con i disegno di alcuni progetti di alcune scenografie. Pietro gira intorno al tavolo e si siede accanto alla donna.

ALBA: “...Lavoro in America e non sono tutto l'anno in Italia...”

PIETRO: “Io parlo di un'altra cosa... “

ALBA: “Senti Pietro io provo dell'affetto per te... Ti voglio bene, non voglio ferirti ma non voglio nemmeno essere ipocrita: quello che c'è stato un tempo tra noi due, da parte mia è passato...”

PIETRO: “Anche io continuo a volerti bene, e rispetto il tuo sentimento... “

ALBA: “In passato ne abbiamo parlato diverse volte... “

PIETRO: “E' vero... ma ora parliamo del motivo per cui mi hai fatto questa visita... Alba è sconvolgente, ho visto il telegiornale e ho letto anche alcuni giornali della scomparsa di Laura e Domenico... “

ALBA: “Già... “

PIETRO: “Ho cercato di rintracciarti ma non avevo più' il numero del tuo cellulare italiano... Ma meno male che lo hai fatto tu e quando mi hai chiamato, l'ho subito memorizzato. Ma ora dimmi...”

ALBA: “Pietro ascoltami attentamente... tu a volte in passatoti sei incontrato con Domenico, il marito di Laura, che cosa sai di più che io non so... dimmi tutto, ti prego...”

PIETRO: “C'è una cosa che ti voglio dire ma non voglio fare uno sbaglio... Tu al telefono mi hai parlato che nella villa c'era un individuo con una maschera africana... la scomparsa della famiglia... mi viene in mente... Alba mi raccomando, andiamo coi piedi di piombo, però... “

ALBA: “Non ti preoccupare, cercherò di non coinvolgerti... ma dimmi... “

PIETRO: “Non si tratta solo di questo... non dobbiamo precipitarci ad accusare subito qualcuno se non abbiamo prove a sufficienza.”

ALBA: “Sono d'accordo con te... Però ora dimmi quello che sai...”

PIETRO: “Ebbene, mesi fa, era venuto da me Tobias Moretti, che mi aveva parlato di un progetto... di una storia del genere thriller, che voleva fare una co-regia e il titolo era: “SOTTO LA LUNA PIENA”: nel film le attrici avrebbero dovuto indossare i suoi vestiti. Ma quello che era più strano è che la storia narrava la vicenda di una famiglia che va in Africa per una vacanza e girano un documentario: in particolare riprendono uno Sciamano che quando c'e' la luna piena cerca di curare le persone dalle loro varie malattie. Ma quando queste guariscono, altre persone che le stanno vicino, spariscono misteriosamente. Il capo famiglia, durante le riprese si ammala e tutti i componenti si rivolgono allo sciamano. Lui viene guarito ma poi tutta la famiglia sparisce. Non so più il resto della trama... Ma la cosa più strana è che lo sciamano per operare indossava una delle strane maschere africane... Pensa che si era rivolto a Domenico per fargli disegnare i costumi africani... ma non so se si sono accordati...”

ALBA: “Oddio, ma questa storia ha alcuni elementi che ha a che fare con quello che è successo a Laura e che ha coinvolto anche me...”

PIETRO: “Può essere pura coincidenza... però... Bhè, sì, ci sono tanti elementi che si assomigliano...”

ALBA: “Che strano, chi sa se la vicenda della famiglia Riva, è legata alla storia che voleva mettere in scena Tobias Moretti... Dovrei avvisare la polizia... Mi sai dire altro sul soggetto intitolato...”

PIETRO: “ “SOTTO LA LUNA PIENA”... no, chi conosce il resto della trama sono, Tobias... “

ALBA: “...peccato che lui è in Giappone, aspettiamo che torni. Penso che lo stia cercando anche la polizia... “

PIETRO: “Ma anche Alfio Sarni, che doveva fare la regia ed sta proprio qui, a Firenze...”

DOPO QUALCHE ORA, ALBA ED OLGA SIEDONO ACCANTO IN MACCHINA DELLA PRIMA.

OLGA: “ “SOTTO LA LUNA PIENA” è il titolo...”

ALBA: “Proprio così!”

OLGA: “I casi possono essere tre: o è tutta una coincidenza, o qualcuno si sta ispirando al soggetto dello stilista – appassionato di film del terrore – ed anche appassionato di regia, Tobias Moretti , oppure la storia è legata ad un qualcosa che è successo anche a Laura e alla sua famiglia... Non ci rimane che fare visita al regista Alfio Sarni.”


CONTINUA,

di SALVATORE D'ANGELO




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OTTAVA PUNTANTA DE "IL SEGRETO DI LAURA MANNI": IL COPIONE MISTERIOSO

IL SEGRETO DI LAURA MANNI

SCRITTA ED IDEATA DA SALVATORE D'ANGELO

 SCRITTA ED IDEATA DA SALVATORE D'ANGELO


OTTAVA PUNTATA – “IL COPIONE DEL MISTERO”


L'appartamento di Alfio Sarni è pieno di oggetti di antiquariato. Pavimenti di marmo lucidissimi.
Alba è difronte al regista, davanti alla porta del suo studio.

ALFIO: “Posso offrirti qualcosa, Alba?”

ALBA: “Solo un bicchiere d'acqua... “

ALFIO: “Solo un bicchier d'acqua? Così poco? Posso offrirti del te alla pesca, visto il cado che fa?”

ALBA: “E va bene, vada per il te alla pesca!”

ALFIO: “Vieni, entriamo nel mio studio...”

L'uomo apre la porta e fa entrare la sua ospite nel suo ufficio, con attaccati alla parete gigantografie di foto che lo ritraggono davanti dietro alla macchina da presa, e fotogrammi tratti dai suoi lungometraggi. Su di un tavolo d'epoca, una teiera e diversi bicchieri.
Indicando una sedia, Alfio dice ad Alba: “Siediti... “

Alba si siede accanto a lui, nota che accanto ad una parete c'è uno scaffale con tanti copioni e accanto, sull'altro lato della stanza una quadro con un dipinto di una riproduzione di Giuseppe Verdi.

ALFIO: “Dimmi pure, Alba... di cosa avevi bisogno?”

ALBA: “Alfio, come tu ben saprai, mi trovo coinvolta, diciamo così, nel caso della scomparsa della famiglia Riva...”

ALFIO: “Sì, ho visto il telegiornale... “

ALBA: “Sulla vicenda, ci sono molte coincidenze con la storia del film che Tobias Moretti voleva mettere in scena, quella dal titolo: “Sotto la luna Piena” e che tu dovevi fare la regia...”

ALFIO: “Davvero?”

ALBA: “Sì, volevo sapere dei dettagli sulla storia... tu avresti il copione da prestarmi?”

ALFIO: “No, affatto, Tobias venne e mi accennò solo al fatto che voleva fare un film particolare, ambientato in Africa, ma non mi disse nient'altro. E non mi ha rilasciato nessun copione... Credimi... “

ALBA: “E della storia, cosa puoi dirmi?”

ALFIO: “Come ti ho già detto, Tobias mi contatto' dicendomi che voleva produrre un thriller film ambientato in Africa, dove una famiglia riprende uno sciamano che guarisce diverse persone da diverse malattie, in cambio ne spariscono delle altre, tra cui proprio la famiglia che stava facendo le riprese... Moretti si sarebbe fatto vivo per spiegarmi nel dettaglio la storia e darmi anche il copione... Tutto qui!”

ALBA: “Allora niente. Ti lascio... “

ALFIO: “Mi spiace, posso esserti ancora di aiuto?”

ALBA: “Per il momento no, ti ringrazio, Alfio...”


IN UN GIRADINO DI FIRENZE, ALBA E OLGA STANNO CONVERSANDO.

ALBA: “Secondo me, quell'Alfio non me la racconta giusta... Pietro mi aveva dato per certo che lui aveva il copione e che conosceva bene la trama, se la conosce lui che doveva essere lo scenografo, figuriamoci Alfio che sarebbe dovuto diventare il regista...”

OLGA: “Chiama Pietro e chiedigli conferma... “

ALBA: “E' quello che voglio fare... “

La Cantas forma un numero e poi parla al cellulare con Pietro.

ALBA: “Pronto Pietro... “

VOCE DI PIETRO ATTRAVERSO IL CELLULARE: “Ciao Alba, tesoro...”

ALBA SPIEGA A PIETRO CHE E' APPENA STATA A CASA DI ALFIO SARNI QUELLO CHE SI SONO DETTI.

ALBA: “Non ho fatto il tuo nome, non ho detto che eri stato tu a dirmi che Tobias ha ingaggiato Alfio come regista della sua storia...”

VOCE DI PIETRO: “Comunque Alfio ha mentito, lui deve avere il copione, perchè Tobias era venuto da me con una copia che doveva dare proprio a lui. Io non conosco tutta la storia, me l'ha raccontata a grandi linee...”“

ALBA: “Lo immaginavo... “

PIETRO: “Hai notato la riproduzione del quadro di Giuseppe Verdi, nel suo studio? E' lì che lui nasconde i copioni, i progetti che non vuole far sapere a nessuno. Secondo me non ha voluto rivelarti la trama, per non perdere il lavoro. Ma quando verrà a saperlo la polizia allora è possibile che dovrà mostrarlo. A meno che non arrivi prima Tobias Moretti e lo mostri lui.”

ALBA: “Il soggetto è di Tobias Moretti, ma il copione chi lo ha scritto?”

PIETRO: “Questo non lo so... Tobias con me ha parlato di scenografie, di ricostruire degli interni, ma il copione era provvisorio e non mi ha detto altro...”

ALBA: “Non ci sarebbe un altro modo per sapere come avere quello scritto?... “

PIETRO: “Ci vorrebbe Arsenio Lupin, ed il momento giusto ci sarebbe, il giovedì, di solito quando Alfio non lavora, invita amici in casa a giocare a pocker e diverse volte ci sono stato anche io: in questa giornata, manda a casa presto qualche donna che gli fa le faccende e nella casa sua non c'è nessuno a parte lui e gli ospiti... ma ci vorrebbe comunque un ladro si intrufoli e che riesca ad aprire la cassaforte... “

Alba guarda fissa Olga e poi esclama: “Ma una persona che sia capace ad aprire le casseforti, forse ce l'abbiamo... “

IL GIORNO DOPO A CASA DI PIETRO TIMI: SONO SEDUTE LE DUE DONNE ACCANTO L'UOMO, NEL SOGGIORNO...

PIETRO: “Allora, Olga mi fido di te... mi raccomando... “

OLGA: “Stai tranquillo, per me aprire una cassaforte è come aprire un apriscatole. Mio padre faceva parte di una scuola di prestigiatori e conosceva tutti i segreti per aprirle. Poi un famoso ladro di cui non faccio il nome, mi ha insegnato altri segreti.”

ALBA: “Benissimo, speriamo che vada tutto bene...”

Olga appoggia sul tavolo un foglio con diversi pennarelli e guardando i due, particolarmente a Pietro, dice:
“Bene ora disegnatemi a grandi linee la casa di Alfio Sarni, in particolare le stanze che a noi interessano...”

IL GIOVEDI', OVVERO IL GIORNO SEGUENTE, A CASA DI ALFIO SARNI... ESATTAMENTE NEL SALOTTO, SEI PERSONE INTORNO AL TAVOLO CHE ASPETTANO DI RICEVERE LE CARTE PER GIOCARE A POCKER, TRA QUESTI PIETRO TIMI.

ALFIO: “Sono contento che ci sei anche tu questa sera... erano mesi che non lo facevi...”

PIETRO: “Ed ora eccoci qui... Una bella partitina a poker!”

Dopo quaranta minuti, mentre il gioco con le carte si fa più intenso...

PIETRO: “Vado un'attimo al bagno...”

ALFIO: “Vai pure... “

Pietro si alza ed esce dalla stanza, entra nella grande anticamera, estrae dalla tasca il cellulare, effettua uno squillo, si avvicina alla porta gira la manopola della porta blindata, aprendola, lentamente, senza fare rumore facendo entrare Olga, che zitta, zitta, mentre lui le indica la porta dell'ufficio, si intrufola furtivamente.
NELL'UFFICIO DI ALFIO, nell'oscurità la donna detectives, si guarda intorno, poi si avvicina al quadro della riproduzione di Giuseppe Verdi e,come un'anta di unarmadio, sposta la tela per un lato, di quarantacinque gradi, scoprendo la cassaforte che c'era dietro. Dalla sua borsetta a tracolla, estrae uno stetoscopio, si infila indossa gli auricolari e con una mano appoggia l'altra estremità dell'apparecchio, contro. Con l'altra mano gira la manopola, cercando la combinazione della cassaforte,nell'intenzione di sentire la differenza dei vari click e quindi di scoprirla. Ci riesce, apre la porta, fruga all'interno e tira fuori diversi copioni. Poi dalla sua borsetta estrae una piccola pila ed illumina le copertine con i titoli. Trova quello che le serve: con una macchina fotografica apposta fotografa tutte le pagine. Sono centoquindici. Ripone tutto il contenuto, nella cassaforte. Si sistema i suoi attrezzi nella borsetta, esce silenziosamente dall'ufficio, furtivamente attraversa il corridoio ed esce dalla porta lasciata aperta da Pietro, uscendo dall'abitazione.

Mentre Timi, Alfio ed i suoi compagni continuano a giocare, il primo esclama: “Ah, scusate devo fare un'attimo una telefonata. Prima che mi dimentichi... “

Pietro è nel corridoio che finge di parlare al cellulare: si avvicina velocemente alla porta e la chiude, girando diverse volte la manopola.


E' NOTTE e sia Olga che Alba stanno parlando nella macchina della prima, in un luogo di una superstrada buia. Olga sta porgendo la macchina fotografica ad Alba.

OLGA: “Domani sai dove portare la pellicola che deve essere sviluppata e noi potremmo leggere il copione... “

ALBA: “Sì.”

Alba esce dalla macchina della donna ed entra nella sua: mette in moto e si allontana.

Olga prima di partire, aspetta qualche secondo, guarda attraverso lo specchietto retrovisore e... vede, ben evidente, in strada, un uomo vestito di nero con una maschera africana sul volto. Si gira a guardare dietro il finestrino posteriore. Poi riguarda in nello specchietto, sia l'uomo che la maschera, sono spariti.


CONTINUA.

DI SALVATORE D'ANGELO.
 






NONA PUNTATA DE
 "IL SEGRETO DI LAURA MANNI"
SCRITTA ED IDEATA DA SALVATORE D'ANGELO



NONA PUNTATA – “NEL VUOTO”


MATTINA, SEGUENTE:
la macchina di Alba sta percorrendo la superstrada toscana.

Ora è arrivata a Piombino. Parcheggia la vettura lungo di un marciapiedi, scende e s'incammina, vede davanti a lei un'edicola con appesi i cartelloni delle notizie di cronaca: ci sono le foto di tutta la famiglia Riva con Laura e Domenico in primo piano. Sulla parete rocciosa laterale dei manifesti attaccati col nastro isolante dove, ci sono le foto della famiglia in questione: una grossa scritta: SCOMPARSI.
Alba continua a camminare, mentre il vento le muove i capelli. Si avvicina ad un negozio chiuso con delle saracinesche ed attaccati i sigilli della polizia: lo sta osservando; nota che di fianco c'è un cartello con la foto di Laura Manni, con la scritta: “CHI HA VISTO QUESTA DONNA? LO SEGNALASSE”.

ALBA PENSA: “Ecco la farmacia di Laura. Ora sembra abitata da fantasmi... “

La donna continua a camminare... Prende il suo cellulare, forma un numero...

VOCE DI SALVATORE ATTRAVERSO IL CELLULARE: “Pronto?”

ALBA: “Salvatore, sono Alba, questo è un mio nuovo numero...”

SALVATORE: “Alba, tutto bene? Ho visto i servizi al telegiornale che parlano della scomparsa di Laura e Domenico... “

ALBA: “Infatti... Salvatore, mi sembra di stare sulle montagne russe: ci sono molto momenti in cui mi viene un grande coraggio ed una voglia di scoprire cosa sia accaduto veramente a Laura, e dei momenti in cui ho paura, come questo...”

SALVATORE: “Perché ora hai paura?”

ALBA: “Non lo so, sono passata davanti alla farmacia dove lavorava Laura, ho visto i manifesti appesi per la città, ed ho avuto come un brivido... Ho fatto l'investigatrice, ho raccolto tante informazioni... sul conto di Laura...”

SALVATORE: “Bene, continua così, non avere paura, in seguito ti raggiungerò e ti aiuterò!”

La comunicazione svolge ad un termine.

Alba sta entrando nel laboratorio fotografico ERRE ACCA. Si avvicina al bancone e parla col proprietario, dopo avergli mostrano la macchina fotografica digitale, esclama:
“Mi manda Olga Sassi, da questi scatti devono venire delle ottime foto dove si devono leggere i testi di un documento importantissimo... mi raccomando...”

FOTOGRAFO: “D'accordo.”

PIU' TARDI...
ALBA sta passeggiando in alcuni vicoli di Piombino, con accanto l'ispettore Antonio Ferdi in una passeggiata amichevole ma col fine di approfondire le indagini e le informazioni. Il poliziotto ha una leggerissima giacca tenuta in spalla.

ANTONIO FERDI: “Come si sente...”

ALBA: “Strana...”

ANTONIO FERDI: “Immagino... Mi riparli ancora di quella telefonata misteriosa, non della prima ma della seconda... quella che le parlava del copione...”

ALBA: “Io ho ricevuto un'altra chiamata, diversa dalla prima, giorni fa... che mi diceva che il mio principale Tobias Moretti, ha fatto scrivere un copione dove parla di una famiglia in vacanza in Africa per girare un documentario su di uno sciamano guaritore, che guarisce diverse persone affette da malattie, in cambio ne spariscono delle altre. Tra cui la famiglia stessa. Lo sciamano indossa una maschera africana per i suoi riti... Come quello che ho visto nella villa dove abitava Laura e la sua famiglia... Poi mi ha detto che ne era a conoscenza anche il regista Alfio Sarni...”

Passano davanti ad un chiosco di gelati.

ANTONIO: “Posso offrirle un gelato?”

ALBA: “Ma sì”

Dopo essersi fatti preparare il dolce dal gelataio, i due mangiano delizia per il loro palato.

Passano davanti ad un portone di legno forte e robusto, grezzo, con un cartello affisso sopra: “AFFITTASI BOX”

Il poliziotto legge e poi estrae un pezzo di carta ed una penna, dalla tasca posteriore e con la mano sinistra scrive, prende nota del numero di telefono, poi esclama:
“Era proprio quello che stavo cercando... “

Alba lo osserva: “Quindi lei dovrebbe essere un poliziotto forte... “

ANTONIO: “E chi lo sa'... Vorrei esserlo per arrestare i malfattori, almeno per quello, spero. Bene, Alba, io devo andare, mi raccomando, si riguardi, non stia sola e se ha bisogno, per qualsiasi cosa, o se le viene in mente qualcosa di nuovo, mi chiami.”

ALBA: “Ci conti, ispettore.”


FIRENZE,
Olga Sassi sta uscendo dal suo albergo, si avvicina al marciapiedi dove è parcheggiata la sua auto, si avvicina allo sportello, quando vede proiettato sul vetro la maschera Africana, vista qualche giorno fa. Si volta e vede che difronte alla strada, vicino ad un palazzetto, sta svoltando l'angolo una figura in nero che sul viso ha la maschera africana. Olga attraversa il marciapiedi e si mette all'inseguimento della figura. Svolta anche lei l'angolo, e vede da lontano la persona mascherata che entra apre la porta di una villetta abbandonata e vi entra, senza richiuderla a chiave.
Olga si dirige verso la direzione della costruzione. Si avvicina alla porta, la apre lentamente, lentamente e penetra all'interno della villetta, quando precipita nel vuoto, perché non ha un pavimento (forse per via di lavori), ma solo intorno perimetro, come un cornicione di cemento: lateralmente, appoggiato al pezzo di pavimento con le spalle al muro, l'uomo vestito di nero con la maschera africana: gli ha teso una trappola!

DI SALVATORE D'ANGELO.

CONTINUA









IL SEGRETO DI LAURA MANNI
SCRITTA ED IDEATA DA SALVATORE D'ANGELO



DECIMA PUNTATA – “LO SCIAMANO”


PIOMBINO.
Il sole continua a riscaldare piacevolmente tutta la città e tutto il territorio toscano.
Una brezza marina, imbarcazioni che si avvicinano al porto e altre che si allontano.
Gente che pesca e altri che respirano il profumo di mare.
Su di una muraglia ci sono attaccati tre volantini con la fotografia di Laura con la scritta stampata: “SCOMPARSA”.

Alba sta camminando con Agnese, sono appena uscite da un bar e si stanno avvicinando al palazzo dove c'è l'appartamento della seconda.

AGNESE: “Olga fa bene il suo lavoro ed è molto coraggiosa. Vedrai che quando meno te lo aspetti, si farà viva con delle novità.”

ALBA: “Ne sono sicura... “

AGNESE: “Sai, stavo pensando al copione di Tobias... ci sono delle analogie tra la storia che volevano realizzare e quello che è accaduto a Laura, alla sua famiglia e a te... “

ALBA: “Direi delle vere coincidenze!”

AGNESE: “...Speriamo che la polizia ne venga a capo. Ma prendiamoci una pausa da questa vicenda: adesso a casa mia ti aspetta un'ottima cenetta...”

DAVANTI AL TAVOLO DELLA CAMERA DA PRANZO, LE DUE DONNE SONO ARRIVATE AL DESSERT. E' ORMANI SERA...

AGNESE: “Ma chi sa poi perché quell'uomo che hai visto aveva una maschera africana sul volto, se voleva mascherarsi poteva anche mettersi una calzamaglia... “

ALBA: “Non lo so... “

AGNESE: “Senti, mi sono ricordata che proprio il marito di Laura, Domenico, mi aveva regalato una maschera africana e io l'avevo portata nella mia casa di San Gimignano... io devo andare lì per circa quattro giorni: la cerco e te la porto...”

ALBA: “Come mai te l'aveva regalata?”

AGNESE: “Come souvenir... Era l'unica volta che avevo rivisto Domenico nella farmacia di Laura che era da poco tornato dall'Africa... Aveva un bellissimo sorriso... Era entusiasta e come mi ha visto, mi ha saluto con molto calore e mi ha voluto regalare una delle maschere... La devo proprio cercare, così te la porto...”

ALBA: “Sì, se la trovi portamela che la voglio vedere... La polizia ha sequestrato quelle che c'erano nella villa di Tobias Moretti, resa in prestito alla famiglia Riva...“


E' PASSATA MEZZ'ORA, E DAVANTI ALLA TAVOLA CON GLI ULTIMI DUE PIATTI SPORCHI, LE DUE DONNE STANNO CONTINUANDO A CONVERSARE.

AGNESE: “Ma chi può averli rapiti? Oppure se fossero loro ad essere scappati via... ad essersi nascosti...”

ALBA: “A saperlo, è quello che stiamo capendo tutti noi coinvolti in questa storia.”

Alba ha voglia di sbadigliare: “Agnese, perdonami, tu sei stata splendida ad invitarmi a mangiare, ma ora ho un sonno... “

Fa un gesto per voler sparecchiare, ma Agnese la blocca.

AGNESE: “Ah, no, lascia stare tutto come sta sul tavolo, domani viene al donna delle pulizie e ci pensa lei. Vieni, tesoro, ti accompagno alla porta, hai sonno ed è giusto che vai a dormire; hai trascorso delle giornate piene di stress e di spaventi, è giustissimo che vai a riposare.”

ALBA: “Io non so come ringraziarti, spero di ricambiare presto...”

LE DUE SI AVVICINANO ALLA PORTA E LA PADRONA DI CASA FA USCIRE LA SUA OSPITE.

AGNESE: “Non ti preoccupare... Quello che mi interessa ora che tu riposi... e che stai bene... “

SI BACIANO.

ALBA: “Grazie, amica mia... Buona notte.”

AGNESE: “Buona notte... “

Si baciano.
Poi Agnese chiude la porta. Alba schiaccia il pulsante dell'ascensore, mentre si appoggia alla porta esausta. La cabina sta arrivando.

FUORI DAL PALAZZO LA DONNA CAMMINA SPEDITA, QUANDO DALLA FINESTRA DEL SECONDO PIANO, SI AFFACCIA LA SUA AMICA AGNESE CHE LA SALUTA CON LA MANO ( ALBA RICAMBIA) E L'OSSERVA ANDAR VIA.

La Cantas si avvicina alla sua vettura, parcheggiata vicino ad un albero del viale, e vi monta sopra.
Ora è seduta alla guida; vede come un'ombra, si gira verso il finestrino del sedile accanto e vede riflesso di una sagoma strana: una maschera africana...
La donna apre velocemente il finestrino, si affaccia... MIAAAAOOOO: un gatto dall'albero fa un balzo sul tetto dell'auto e poi scappa giù dal marciapiedi perché insegue un uccellino caduto da un nido...
Alba salta sul sedile, per lo spavento...

ALBA PENSA: “A momenti mi veniva un'infarto...

Mette in moto la macchina, gira lentamente il volante, quando guarda attraverso una colonna con un grosso specchio di un negozio... all'interno vede il riflesso di un uomo in nero con indosso la famosa maschera, che la sta osservando.

Alba esce dal parcheggio e parte tutta a manetta, come se volesse scappare via da quella visione.


Dopo quindici minuti... La macchina viene parcheggiata davanti all'albergo che ospita Alba Cantas, lungo il marciapiedi dell'albergo: la donna esce e, corre velocemente verso l'entrata.

LA STANZA DELLA DONNA E' BUIA... UN RUMORE DI CHIAVI, ED ECCO APRIRSI LA PORTA DELLA STANZA 59 (DOVE DORME LA DONNA), UN FASCIO DI LUCE TAGLIA GLI OGGETTI, IL COMODINO, L'ARMADIO... ALBA ACCENDE LA LUCE E LANCIA LA BORSETTA SUL LETTO.

APRE LA FINESTRA...
Fuori gli alberi bui, la strada poco illuminata, cri... cri: il verso dei grilli...

SONO PASSATI QUARANTACINQUE MINUTI:
Alba è accarezzata dall'oscurità, mentre dorme nel suo letto. Indossa una camicia da notte, i suoi capelli sono sciolti sul cuscino e il lenzuolo la copre fino al petto. La donna spalanca un occhio, poi il secondo. Forse non riesce a dormire. Si alza lentamente, si avvicina alla finestra e sposta lentamente la tenda, guarda giù nella strada con i cespugli e gli alberi.... COME UN PREMONIZIONE... vede che in mezzo a quel verde spunta un uomo con un vestito nero che indossa la paurosa maschera africana e che guarda verso la finestra della stanza della stilista. Alba chiude di notte la tenda e si mette al letto...

LA NOTTE E' SILENZIOSA E QUALCUNO TRAMA QUALCOSA DI LOSCO... E PROPRIO QUESTA NOTTE QUALCUNO NON DORMIRA' SERENAMENTE-

IL MATTINO DOPO...
Al porto di Piombino... Pescatori, persone che si devono imbarcare chi su navi che sul traghetto e bambini che giocano alla palla. Improvvisamente arriva una barca a remi e sembrerebbe che sopra non ci sia nessuno: quindi l'ha portata o il vento o i fantasmi? Si avvicina alla banchina ed i bambini erroneamente, lanciano la palla nella barca... che va a finire sopra ad una donna sdraiata a pancia in giù (e dalla banchina non si vedeva affatto). Sembrerebbe svenuta, oppure deceduta. Un bambino raccoglie l'oggetto e si accorge della presenza e lo grida a tutte le persone presenti: tutti accorrono a vedere; si avvicinano alla barca e sollevano il corpo della donna. Un pescatore corre vicino ad una muraglia, stacca un volantino con la faccia di Laura e la scritta scomparsa, corre con il pezzo di carta e confronta la foto col viso della donna superstite, che ha gli occhi chiusi...

PESCATORE: “Ma questa è Laura Manni...”


CONTINUA


DI SALVATORE D'ANGELO. 
                                           








              UNIDICESIMA PUNTATA

"IL SEGRETO DI LAURA MANNI"

 

"LAURA"


SCRITTA ED IDEATA DA SALVATORE D'ANGELO



UNDICESIMA PUNTATA – “LAURA”



L'ambulanza è nel porto di Piombino; i lettighieri stanno caricando il corpo di Laura sulla lettiga, vicino alla donna gli agenti di polizia e l'ispettore Antonio Ferdi che osserva il volto della donna, i suoi capelli lunghi, il vestito stropicciato.

ANTONIO FERDI: “E' in stato di shock... “

La lettiga viene caricata sull'ambulanza e la vettura parte e si allontana.


OSPEDALE SANT'ETTORE:
Alba schiaccia il pulsante dell'ascensore del terzo padiglione dell'ospedale. Aspetta. La cabina non arriva. Rischiaccia il pulsante. Ma niente, non viene nessun ascensore: dalle scale sta scendendo un'infermiera: la guarda e le dice:

INFERMIERA: “L'ascensore non funziona... “

ALBA: “Grazie....”

La stilista inizia a salire le scale. Sale tre gradini, sette, dieci, una rampa di scale. Inizia ad accelerare il passo e salire velocemente le altre due rampe di scale, entra nella corsia e per sbaglio, urta contro una ragazza di circa ventiquattro anni, mora che si copre il volto con un foulard...

ALBA: “Mi scusi... “

RAGAZZA COL FOULARD: “Mi scusi lei... “

La Cantas percorre velocemente tutto il corridoio, entra in una camera, fuori c'è un agente che piantona la stanza, lei le fa un cenno col capo e poi vi entra e si sofferma vicino ad un letto: vi dorme Laura Manni. Accanto anche l'ispettore Antonio Ferdi che la osserva...

ALBA: “Come sta?”

ISP. ANTONIO FERDI: “Si era appena ripresa, e stava in stato di shock, le hanno dato un sedativo.”

ALBA: “Povera Laura... Ispettore si è scoperto qualcosa di nuovo?”

ANTONIO FERDI: “Stiamo andando avanti con le indagini, quando abbiamo scoperto qualche novità, la mettiamo al corrente, signorina Cantas... “

Poi il poliziotto si congeda ed Alba rimane accanto al letto ad osservare la sua amica.

Si alza, esce dalla stanza e si reca in quella di fronte che è una sala d'aspetto... incrociando il corridoio principale. Apre la porta della stanza che ha delle vetrate sul lato superiore, entra e si siede su uno dei sedili (mentre vicino vi è un tavolino con delle riviste). Estrae il suo cellulare dalla borsetta, forma un numero.

ALBAS: “Pronto, Salvatore? Sono Alba... ho una notizia da darti, ascolta: al porto, dentro una barca è arrivata una barca, e all'interno c'era il corpo di Laura. Sono all'ospedale SANT'ETTORE, dove è ricoverata e tra l'altro è anche sedata... “

VOCE DI SALVATORE ATTRAVERSO IL CELLUARE: “Davvero?”

ALBA: “Sì, mi sembra un incubo, ma ci sono novità è più ho la voglia di andare a fondo, di scoprire la verità... ci sono dei momenti in cui ho paura, ma poi quando mi passa, la voglia di far venire a galla ciò che è successo veramente diventa più forte e trovo una grande energia ed una grande voglia di andare avanti... “

SALVATORE: “Brava, continua così... non avere paura, poi c'è la polizia che ti aiuta... mi raccomando, presto verrò io ad aiutarti...”

ALBA: “Tu me lo hai sempre detto da bambina, quando avevo paura... Mi prendevi per mano e mi dicevi che se si scopre la verità, ciò che ci spaventa prende per noi un altro significato e non ci farà più paura... “

SALVATORE: “Sì, tienilo sempre impresso nel tuo cuore, devi farcela, puoi essere di grande aiuto per le indagini...”

ALBA: “Sì lo farò volentieri... Senti stanno arrivando delle persone, sono nella corsia, forse è meglio che ora ti lasci...”

I due si salutano, Alba getta uno sguardo al di là del vetro della porta e vede che nella stanza di Laura, sta entrando Pietro Sassi e Alfio Sarni, sembrano ridiventati amici:si fermano davanti al poliziotto che fa da piantone, gli mostrano i loro documenti e poi entrano nella stanza. Attraverso la porta, Alba osserva che si stanno avvicinando al letto della Manni (la Cantas vede la parte finale del letto).
La stilista rimane quasi nascosta nella saletta e attraverso i vetri cercando di spiare i due.
Poco dopo, vede che i due uomini escono dalla stanza e si allontanano.

Alba esce dalla sala, si nasconde dietro un armadietto, posto nel corridoio e li osserva allontanare.
Loro stanno scendendo le scale e la donna si affaccia nella tromba cercando di ascoltare quello che si dicono.
Piano, piano scende le scale stando con le spalle contro al muro, mentre i due ormai sono usciti dal padiglione.

IN STRADA, Pietro ed Alfio, stanno entrando nella vettura del primo e si allontanano. Alba li osserva nascosta dietro ad una cassetta della posta, con le spalle appoggiate al muro...
Entra velocemente nella sua macchina e parte per le strade di Piombino.

STUDIO FOTOGRAFICO ERRE ACCA:

La stilista entra nel laboratorio e si rivolge al fotografo.

ALBA: “Sono arrivate le mie fotografie?”

GIACOMO, FOTOGRAFO: “Aspetti... che guardo, ma mi sembra di sì... “

L'uomo cerca dentro un grosso cassetto in mezzo a tante buste...

GIACOMO: “Mi ricorda il suo cognome?”

ALBA: “Cantas... “

L'uomo continua a cercare...

GIACOMO: “Ecco... “

Le porge una busta di plastica con un plico voluminoso di fotografie... Giacomo le mette all'interno un biglietto da visita.

GIACOMO: “Sono centodiciannove fotografie stampate su carta sottilissima, come mi ha chiesto... Senta io ho il suo numero di telefono, le metto dentro anche un mio biglietto da visita: per qualsiasi problema, mi contatti.”

ALBA: “Grazie.”

La donna sta gironzolando per un giardino di Piombino, mentre guarda il plico che ha tra le mani.
Si siede su di una panchina. Estrae le foto e le legge. Nella prima c'è quella della pagina del copione col titolo: “SOTTO LA LUNA PIENA” SOGGETTTO DI TOBIAS MORETTI.
Alba cambia foto e inizia a leggere la prima pagina...

ALBA CANTAS PENSA: “Mamma mia... la storia inizia in una villa del centro Italia, abitata da una famiglia di tre persone... Il capo famiglia decide che per le prossime vacanze andranno tutti in Africa e si metteranno alla prova se riusciranno a girare tutti insieme un documentario sul quel territorio... è molto simile alla vicenda della famiglia di Laura... “

Qualcuno si sta avvicinando alle spalle di Alba che continua a leggere...
Una mano afferra il suo collo...

CONTINUA.

DI SALVATORE D'ANGELO.  





 

DODICESIMA PUNTATA DE

 

"IL SEGRETO DI LAURA MANNI" - 

 

"LA RAGAZZA COL FOULARD"

SCRITTA ED IDEATA DA SALVATORE D'ANGELO



DODICESIMA PUNTATA – “LA RAGAZZA COL FOULARD”


Alba si sente toccare il collo e lancia una grido...

ANTONIO FERDI: “Alba mi scusi... volevo solo chiamarla e sono inciampato...”

E' stato il poliziotto.

ALBA: “Ispettore, mi ha fatto spaventare...”

Alba infila il plico con le foto stampate sopra, nella borsetta.

ANTONIO FERDI: “L'ho vista dal finestrino della mia macchina, mentre ero fermo al semaforo e sono corso da lei, volevo chiamarla, allungando la mano verso la sua spalla, ma nel cadere le ho preso il collo... mi perdoni Alba. Ma ho una cosa importante da dirle: Laura si è ripresa e sta anche iniziando a parlare... Venga che la porto con me, l'accompagno con la mia macchina... “

ALBA: “Subito ispettore... che bella notizia che mi sta dando... Laura, Laura, come sono felice di rivederla da sveglia, come me la ricordo...”


NELL'OSPEDALE SANT'ETTORE:
Laura ha gli occhioni spaventati e guarda davanti a se, con lo sguardo assorto nell'aria, un misto tra lo spaventato e lo stralunato: è seduta sul suo letto. I suo capelli sono lunghissimi sciupati, ma è sempre bella.
Alba le si avvicina e l'abbraccia (dietro di loro l'ispettore Ferdi): l'amica la guarda fissa senza fare una piega... Poi inizia ad abbracciarla come se la riconoscesse e le sorride, ma cambia di nuovo espressione, diventa sofferente. Ora guarda nel vuoto, ritorna ad essere assente...

ALBA: “Oh, Laura, amicona mia... ma cosa ti è successo?”

ISP. ANTONIO FERDI: “E' ancora sotto shock... ma si riprenderà presto e sapremo la verità“

Arrivano un medico con un infermiere.

DOTTORE: “Lasciatela stare, si deve riprendere, cercate di capire che chi sa quali stress e, magari, traumi psicologici ha dovuto subire... “

ALBA: “Va bene... “

Poi guardando l'ispettore, il dottore continua:
“Non gli venga in mente di interrogarla, ispettore, mi raccomando... e quando lo farà vorrei perlomeno essere non dico presente, ma fuori dalla porta che nel caso si sentisse male, intervengo personalmente... Le spiace se facciamo così?”

ISP. ANTONIO FERDI: “No, affatto, lei è il medico. Anche a me interessa la salute di Laura... “

Il dottore si congeda:
“...mi raccomando... “

Esce dalla stanza.

Alba appoggia la testa di Laura sul cuscino, mentre lei continua a guardarla fissa...

ALBA: “Ispettore, cosa pensa?”

ANTONIO FERDI: “Che per il momento ascoltiamo il dottore, ma lei Alba, stia tranquilla... “

Il poliziotto afferra il suo cellulare: lo stanno chiamando e lui ha sentito la vibrazione.

ANTONIO FERDI: “Sì?.. sì... sì.... d'accordo arrivo... “

Antonio chiude la comunicazione, si rivolge verso Alba:
“Io devo andare, mi chiamano alla centrale... Tornerò più tardi...”

ALBA: “D'accordo, allora, arrivederci, Ispettore... “

ANTONIO: “A presto signorina Cantas...”

IL POLIZIOTTO ESCE DALLA CAMERA...

Alba si siede accanto a letto e guarda Laura e gli sorride, poi getta un'occhiata verso la porta socchiusa, quando vede passare, la ragazza col foulard (quella che ha urtato nella corsia in mattinata) che sbircia nella stanza (ha gli occhiali da sole e sembra camuffarsi)... e come si accorge che Alba la sta guardando, fugge via.
Laura chiude gli occhi, Alba tira fuori il plico di foto (che sono stampate su carta sottilissima), con sopra fotografate ogni pagina del copione e inizia a leggerlo.
Si accarezza con l'altra mano il braccio, come se volesse sfregarlo per i brividi.

ALBA CANTAS PENSA:
“La famiglia nella storia del copione decide di fare una vacanza in Africa e nello stesso tempo girare un documentario... Nella realtà, invece Domenico, il marito di Laura, è andato in Africa, pare quasi per trovare un senso della vita... per vincere la depressione... Nel copione depressi non c'è ne sono... Leggiamo... Noleggiano le macchine da presa... Due giorni dopo sono in viaggio, prendono un aereo e all'interno viene proiettato un film che parla, per l'appunto dell'Africa... Un capo di un villaggio si rivolge ad uno sciamano perché la moglie rischia la vita... come proiettano le immagini dello stregone, l'aereo sembra avere un'avaria... e tutti i passeggeri, compresa la famiglia dei protagonisti, inizia ad avere paura....”

Laura sembra che si sia addormentata, e Alba continua a leggere...

Sono passate diverse ore e le “tenebre” sono calate.
Alba Cantas è nella camera d'albergo nel suo letto che sta leggendo il copione.

ALBA CANTAS PENSA:
“Il capofamiglia ed il figlio, riprendono con le loro macchinde da presa degli Africani mentre pescano... La famiglia, quando di notte va a dormire nella loro capanna e non riescono a dormire, perché sentono il continuo rumore di un tam tam di un tamburo e delle strane frasi scandite da una voce. Escono dalla loro abitazione estiva e vedono una grande ombra proiettata su di una roccia: è quella di un uomo che fa strane cerimonie, danze: è quello di uno sciamano con una strana maschera che si muove a ritmo di uno strano ballo, accanto al fuoco, con un uomo sdraiato per terra che assiste, mentre altre dieci africani col volto dipinto imitano la danza ed ascoltano i versi dell'uomo con la maschera... Un grosso falò illumina i volti (che sembrano spettrali) di tutti i componenti... E nel nerissimo e purissimo cielo, una luna piena splendente... La sera dopo, il capofamiglia, scherzando con la moglie si siede su di un terreno arido... viene morso da una tarantola... e rischia di morire: sotto suggerimento del capo villaggio viene portato dallo sciamano per essere curato. Alla moglie ed al figlio, scettici, non rimane che eseguire... “

Alba si è addormentata col copione in mano e la luce accesa sul comodino.


IL MATTINO DOPO:
Alba esce di corsa dalla sua macchina e corre verso l'entrata dell'ospedale... Ha gli occhiali da sole e un vestito leggerissimo e con una discreta scollatura. La sua borsetta abbastanza grande che oscilla... Si ferma, quando vede la solita ragazza con un diverso foulard, occhiali da sole che cerca di nascondersi, per non farsi notare da nessuno e si avvia verso la costruzione. Alba ha una strana sensazione, non ci vede chiaro e inizia ad inseguirla...
Entrati nell'ospedale la ragazza entra nell'ascensore (ora funziona) e Alba entra dentro velocemente.
La cabina parte e sia la ragazza (imbarazzata) che la donna si guardano.
Arrivati al terzo piano la ragazza per allontanarsi dalla donna corre verso la toilette delle signore, Alba la rincorre. Entrate nella stanza, la ragazza sta fuggendo verso l'entrata di un un bagno, ma la stilista l'afferra per il braccio.

RAGAZZA: “Cosa vuole?!”

ALBA: “Ho capito chi sei... tu sei Dolores la dipendente che lavorava nella farmacia di Laura... ti ho riconosciuta quando eri nell'ascensore... io non dico niente a nessuno, ma voglio sapere da te, perché sei scappata via... dimmi tutto quello che sai sulla vicenda...”

DOLORES: “D'accordo, d'accordo, ti dico tutto, ma ti prego lasciami andare se no rischio la vita...”

ALBA: “Come rischi la vita? Spiegami... “

DOLORES: “Sembra una storia assurda eppure è così... Io ho paura... “

ALBA: “Cioè dimmi... “


CONTINUA


DI SALVATORE D'ANGELO.



 

 

 

 

13a PUNTATA DE "IL SEGRETO DI LAURA MANNI" -

 

"SOTTOSHOCK"

SCRITTA ED IDEATA DA SALVATORE D'ANGELO
 



TREDICESIMA PUNTATA – “SOTTO SHOCK”



Dolores guarda dritta negli occhi Alba...
DOLORES: “Ecco Domenico Riva ha cercato di mettersi in contatto anche con me, temeva per la moglie e voleva che io l'aiutassi, non la lasciassi sola... Ma avevo paura di rimanere con loro, c'era una minaccia che stava incombendo su tutto il nucleo di quella famiglia... Il problema è iniziato quando lui ha fatto quel viaggio in Africa, da lì è partito tutto. Dopo che mi aveva chiesto aiuto, io ho iniziato a notare una cosa strana...“

Dalla porta le due donne vedono che delle donne passano davanti alla porta del bagno aperta...

ALBA: “Cosa?”

Le signore di circa cinquant'anni ed una ragazza entrano nel bagno, Alba e Dolores le guardano smettendo di parlare per non far sentire alle altre persone. Dolores approfitta della momento e facendo uno scatto, corre fuori...

ALBA: “Ehy... “
Alba cerca di inseguirla ma le tre donne, le fanno da barriera e non riesce a passare, gira intorno a loro che la guardano, esterrefatte; sta per uscire dalla stanza quando un'inserviente sta per entrare e gli blocca per l'ennesima volta l'uscita...
Riesce ad uscire mentre vede la ragazza che ha già percorso il corridoio e scende gù per le scale. La stilista corre verso di lei, ma c'è una distanza notevole: la ragazza è più lontana.
Dolores velocissima, ha sceso metà della rampa di scale che c'è tra il terzo e secondo piano, poi la scende tutta, in una rapidità incredibile (dovuta soprattutto per la paura).
Alba sta iniziando a scendere le scale ma dopo dieci gradini si ferma, sta per perdere l'equilibrio. Riprende la discesa.
La ragazza col foulard, ha sceso la seconda rampa di scale...
Alba sta per urtare contro un sacerdote, lo sorpassa e continua a correre.
Dolores ora sta correndo verso la reception dell'ospedale...

ALL'ESTERNO:
la ragazza si allontana velocemente e dopo cinquanta metri si avvicina ad un palo dove l'aspetta un motorino. Estrae un mazzo di chiavi e cerca di aprire la catena che tiene il veicolo fermo, a prova di ladro.

Alba è uscita dall'ospedale ed è corsa in strada, cerca di vedere dov'è Dolores: intanto arriva l'ispettore Antonio Ferdi, che ha appena parcheggiato la sua vettura: la Cantas gli indica la ragazza che sta mettendo in moto il suo motorino, ed esclama:
“E' Dolores, sta scappando... Lavorava con Laura prima della sparizione, prendetela...”

Il motorino della ragazza parte a tutta manetta e si allontana.

L'ispettore accellera per cercare di inseguirla, ma ormai il mezzo è molto distante, rispetto al primo.

Dolores corre verso il porto, mentre un piroscafo sta partendo. Lascia il motorino a terra e si tuffa nel mare...

Poco dopo arriva la macchina dell'ispettore, si ferma sul molo, vede da lontano il motorino della ragazza in terra e il piroscafo che si sta allontanando: Antonio Ferdi pensa che la ragazza deve essersi imbarcata lì, su quel veicolo acquatico. Afferra dalla tasca il suo cellulare.

Invece Dolores è nascosta in acqua dietro una peschereccio ancorato.


NELL'OSPEDALE S. ETTORE, INTANTO... :
Alba si è avvicinata alla stanza di Laura, saluta il poliziotto di guardia, vede che dalla stanza esce un'infermiera e le chiede:
“E' possibile entrare?”

INFERMIERA: “Sta ancora dormendo, vuole aspettare un po' nella sala d'aspetto che vediamo se si sveglia? Sarebbe meglio lasciarla ancora riposare...”

ALBA: “Va bene... “

La donna entra nella sala d'aspetto, (c'è solo una signora anziana seduta che legge una rivista). Si siede su di una sedia, dalla borsetta prende il plico di foto stampate su carta sottile che riportano il famoso copione: la donna lo sfoglia. Gira una pagina, poi un'altra, poi un'altra ancora...
ALBA PENSA:
Il capo famiglia viene portato dallo sciamano, nella notte di San Lorenzo... l'uomo ha indosso una maschera particolare e non mostra mai il suo volto... Inizia a imporgli le mani sulla parte ferita, gli impone dei sassi, poi delle erbe ed inzia a fare una specie di danza....
L'uomo guarisce, ma non ha le forze e viene portato in una capanna di un africano. La moglie tratta con lo sciamano: se lo guarirà completamente, lei gli sarà riconoscente: lo stregone gli da una collana da far tenere una al marito ed altre due per lei e per il figlio...
L'uomo, Frank, guarisce e felice vuole girare un documentario sullo sciamano e tutte le sere lo riprende. Intanto vengono portati diversi malati , sofferenti all'affricano, col compito di curarli e loro famiglie trattano con lui per ottenere la guarigioni dei parenti... Ma molti di questi scompaiono... Il primo caso è quella della madre e del padre di un giovane del posto. Il secondo il marito di una turista che si pensava che avesse la malaria... Oh, mio Dio, se penso che anche Laura era sparita, chi sa perché, se è stato qualcuno... Se invece sono dovuti scappare e nascondersi... Ora vado avanti nella lettura.”

Improvvisamente entra un'infermiera e si rivolge ad Alba:
“Signorina Cantas, la signora Manni si è svegliata... venga... se vuole vederla... “

ALBA: “Grazie... “

La stilista ripone il plico nella borsa, esce dalla saletta d'aspetto.


Alba sta entrando nella camera di Laura: la vede in piedi che guarda dritto verso la finestra...

ALBA: “Laura, tesoro, come ti senti... “

Laura si gira e la guarda con uno sguardo fisso.

LAURA: “Bene... “

ALBA: “Che bella notizia, ti senti bene?”

LAURA: “Sì... “

Ma lo sguardo della donna non è tanto presente: guarda Alba e poi nel vuoto... Ma all'improvviso le chiede:
“Dove ci troviamo?”

ALBA: “Siamo all'ospedale S. Ettore, ti stanno curando e presto ti rimetterai... “

LAURA: “Voglio andare a casa, dov'è la mia casa?”

ALBA: “Prestissimo ti porteremo lì, devi stare ancora qualche giorno... non ti preoccupare, la tua casa non è distante da qui, nel giro di tre quarti d'ora ci si arriva...”

La donna guarda verso la finestra...
Alba guarda il comodino vicino al suo letto con una bottiglia d'acqua...

ALBA: “Laura, tesoro, per caso vuoi bere, oppure mangiare?”

LAURA: “Sì, ho fame, voglio mangiare... “

ALBA: “E cosa vorresti mangiare?”

LAURA: “Ho fame... “

ALBA: “Vuoi che vado allo spaccio a comprarti un panino?”

Laura non risponde, non da una risposta precisa... guarda fisso nel vuoto...

AL
BA: “Aspetta... forse ho trovato...”


ALBA CANTAS E' ANDATA ALLO SPACCIO DELL'OSPEDALE, ED E' RITORNATA NELLA STANZA DI LAURA CON DELLE MELE E UN PACCO DI BISCOTTI: GLIE LI PORGE AlLA DONNA CHE MANGIA TUTTO QUELLO CHE GLI VIENE DATO.

LAURA: “E' buono... buono... “

Poi dei pensieri iniziano a frullare nella mente della donna... che inizia a scandire delle frasi apparentemente prive di senso...

LAURA: “Buonissimo... se li cuocessi col fuoco del falò... dove quell'uomo mi dava da mangiare... si muoveva, si muoveva... mi ha dato del mangiare buono... più buono di questo... le mani su e le mani giù... Il fuoco, il fuoco... “

ALBA: “Dov'era questo fuoco, quale fuoco? Chi ti ha dato un mangiare buono? Chi, Laura, chi?”

LAURA: “Si avvicinava a noi... si è avvicinato a me e mi diceva di alzare le mani... “

ALBA: “Riesci a dirmi chi era... “

Laura guarda nel vuoto... Si alza e si avvicina alla porta del bagno.
Poco dopo vi esce, si avvicina al lavabo e apre l'acqua calda: il vetro è tutto appannato dal vapore creato dal calore. Laura avvicina il dito allo specchio.

Dalla porta del bagno, Alba osserva che esce del vapore. Improvvisamente si odono le grida della donna ricoverata...

LAURA: “AAAHHHHHH”
Alba si precipita verso il bagno...


CONTINUA

DI SALVATORE D'ANGELO.






 4a PUNTA DE "IL SEGRETO DI LAURA MANNI
 SCRITTA ED IDEATA DA SALVATORE D'ANGELO.



QUATTORDICESIMA PUNTATA – “NEL BUIO PIU' INTENSO”



Sullo specchio del lavabo del bagno, il vapore dell'acqua calda, rimasto impresso sulla superficie ha disegnato una sagoma simile alla maschera africana... Laura grida mentre la guarda spaventata.
Entra Alba con delle infermiere.

ALBA: “Che hai, Laura... Cosa ti succede?”

Poi le tre donne guardano il “disegno” sullo specchio... magari è una chiazza nata per caso ma è simile all'oggetto appena citato.
Le due infermiere accompagnano con energia la donna sul letto. Poco dopo un ago penetra nella pelle e nella carne di una natica di Laura: l'infermiera le inietta un sedativo.

INFERMIERA, RIVOLGENDOSI AD ALBA: “Deve riposare... è troppo scioccata. Domani verrà a farle visita uno psicologo che cercherà di aiutarla... “

ALBA: “Mi spiace, per tutto quello che le sta succedendo... “

INFERMIERA: “Vedrà che presto tutto verrà risolto... “

ALBA: “Io lo spero, almeno per la povera Laura... “

Le due infermiere la salutano ed escono dalla camera.

Alba si siede a canto al letto ed osserva il volto di Laura con gli occhi chiusi che sta dormendo: man mano che sprofonda nel sonno, il suo viso prende un'espressione più rilassata... Il respiro della donna diventa sempre più profondo e la sua pancia si gonfia leggermente (ogni qualvolta che Laura inspira)...
Alba guarda l'orologio appeso al muro che scandisce le ore ed i minuti, poi lentamente estrae dalla sua borsa le foto delle pagine, stampate su carta. Legge il titolo: “SOTTO LA LUNA PIENA” e gira le varie pagine. Riprende la lettura dal punto dove era arrivata.
Trascorrono quaranta minuti e la donna arriva alle ultime tre pagine: la terzultima è lievemente sbiadita, la penultima completamente e l'ultima scritta a metà si legge in stampatelo: DA UN'IDEA DI TOBIAS MORETTI ISPIRATO DA …..... e si legge appena una parola ed una lettera: SCENEGGIATURA D................. e non si legge nient'altro. Alba esce dalla stanza e si reca in fondo al corridoio dell'ospedale, prende il suo cellulare e forma un numero.

ALBA. “Pronto, studio fotografico ERRE ACCA? Parlo col signor Giacomo? Sono Alba Cantas... “

LA STILISTA ORA STA ATTRAVERSANDO LA STRADA, DI FIANCO A LEI UNA PIAZZA; DI FRONTE NOTA CHE C'E' UN UOMO CON PANTALONE E GIACCA, ESTIVI, COLOR CREMA... ALBA ENTRA IN UN PALAZZAZETTO, ALL'INTERNO DEL CORTILE. SOPRA AD UNA PORTA, VICINA A DEI GARAGE, SI LEGGE UN' INSEGNA: “STUDIO ERRE ACCA”: ENTRATA ALL'INTERNO DELLO STUDIO, LA DONNA MENTRE SI STA AVVICINANDO AL BANCO CLIENTI, VEDE DIVERSE FOTOGRAFIE SUL MURO, IN PARTICOLARE UNA CON UNA BELLA RAGAZZA COI CAPELLI RAMATI, RIPRESA IN PRIMO PIANO (MENTRE SULLO SFONDO UNA STANZA CON UN CORRIDOIETTO CON ATRE DUE FOTO ESPOSTE: IN UNA C'E' L'IMMAGINE DI UN MULINO E L'ALTRA QUELLA DI UN UOMO SEDUTO A TAVOLA DI SPALLE CHE COPRE IL VISO DI UNA DONNA SEDUTA DI FRONTE: SI VEDE LA MANO DI LEI CHE ALLUNGA UNA SCATOLINA VICINO ALLA MANO DESTRA DELL'UOMO CHE IMPUGNA UN COLTELLO, MENTRE STA TAGLIANDO UNA BISTECCA: IL VOLTO DELL'UOMO NON SI VEDE, PERCHE' E' FOTOGRAFATO DI SPALLE, E COPRE ANCHE IL VOLTO DELLA DONNA CHE GLI E' SEDUTA DAVANTI. LA FOTO NON E' MOLTO GRANDE.

Alba si avvicina a Giacomo.

GIACOMO: “Mi dica... “

ALBA, mostra il plico e lo sfoglia e gli fa vedere le ultime tre pagine: “Vede le foto che lei mi ha stampato su carta: le ultime tre pagine non si leggono, io ho bisogno che me le rifaccia... “

GIACOMO: “Mi ridà la memory card?”

Alba porge la macchina digitale all'uomo che pensa lui ad estrarre la card.

GIACOMO: “Gli darò una controllata e vedo di fare il possibile. Passi fra tre giorni.”

ALBA: “Fra tre giorni? La prego è un urgenza, faccia prima... “

GIACOMO: “Ma ho prima altri lavori da fare, ho altri clienti che aspettano lo sviluppo di altre foto.... “

ALBA: “Senta la prego, questi documenti sono importantissimi ed urgenti... lo conosce il caso di Laura Manni? Ha visto cosa ci sta accadendo... queste foto possono essere preziose per scoprire qualcosa di più sulla vicenda... La prego... “

Giacomo cambia espressione: “Senta faccio un eccezione, proprio per l'urgenza e per la delicatezza delle foto. Passi fra un'ora e mezza... Venga, faccio il possibile per fargliene altre copie più leggibili possibili... “

ALBA E' FELICE: “Grazie, grazie... Lei è davvero un tesoro... “

GIACOMO: “Mi raccomando, i miei clienti non lo devono sapere... “

ALBA: “Non si preoccupi, sarò una tomba... “

Alba saluta felice l'uomo ed esce dallo studio fotografico.

Ora la donna è con il suo cellulare che sta conversando, davanti ad un monumento che è una fontana dove escono getti di acqua che sembrano rinfrescare l'aria.

ALBA PENSA: “Olga sembra sparita e il suo cellulare è sempre spento... è possibile che stia indagando o che mi stia pedinando per scoprire qualcosa, ma se mi sbagliassi? Se prossimamente mi metto io a cercarla? Ma dove vado. Forse mi sto allarmando, meglio aspettare ancora, una donna così esperta... starà allerta e sa cosa fare... “

DOPO UN'ORA...
Alba sta riattraversando il marciapiedi delle vicinanze dello studio fotografico, riguarda la piazzetta posta lateralmente rispetto a lei, quando rivede l'uomo che più di un'ora fa indossava la giacca estiva dal colore giallo sbiadito, senza quest'indumento, con una camicia grigia e gli stessi pantaloni.
La stilista sta arrivando davanti al portone dello studio ERRE ACCA.
ALL'INTERNO:
la donna sta attraversando il laboratorio. Si avvicina al banco e parla con Giacomo.

ALBA: “Giacomo tutto apposto?”

GIACOMO: “Sì, Signora Cantas, sono riuscito a stamparle quelle pagine e a renderle leggibili... “

ALBA: “Benissimo!”

Il fotografo le porge una busta.

ALBA: “Ottimo, grazie per la sua velocità!”

GIACOMO: “Ha visto, c'è l'abbiamo fatta... “

Alba nota l'immagine che aveva visto prima... quella ragazza in primo piano bella e coi capelli ramati... e dietro di lei la foto attaccata al muro con quella coppia che sta pranzando...

ALBA: “Particolare quella foto... “

Il fotografo si gira e la guarda.

GIACOMO: “Ah, sì, l'ho scattata ad una mostra che avevo fatto, ho visto quella bella ragazza e le ho chiesto se voleva posare per me, in quell'occasione... “

ALBA: “Ah, l'ha scattata ad sua una sua mostra fotografica... e le foto le ha tutte? Se le volessi acquistarne qualcuna... se ne vedono due in quella foto....“

GIACOMO: “Se vuole, qualcuna l'ho qui e glie le posso far vedere, domani se ha tempo posso mostrarle delle altre...”

UN IMPROVVISO BLACK OUT, LA LUCE VIENE A MANCARE. UN BUIO PESTO.

ALBA: “O Dio, cosa è successo?!”

GIACOMO: “E' mancata la luce... Un cortocircuito? Vado a vedere... “

Improvvisi rumori, un colpo, uno spruzzo ed Alba cade a terra svenuta. Si sente un altro tonfo.

DOPO TRE ORE:
Un fascio di luce, Giacomo si è alzato da terra ed è riuscito a prendere una pila. Si tocca la testa, illumina il laboratorio: vede che per terra vicino al bancone c'è Alba Cantas svenuta per terra: l'uomo si avvicina e cerca di farla rinvenire, tenendole le spalle e scuotendola.

ALBA: “Oh, dove mi trovo... “

GIACOMO: “Si sente bene?”

ALBA: “Cosa è successo?”

GIACOMO: “Qualcuno si è intrufolato nello studio, ci ha spruzzato del liquido soporifero e molto probabilmente, deve aver commesso un furto... “

ALBA: “No! Mi sento intontita...”

GIACOMO: “Ora accendo la luce, controllo cosa hanno preso e poi chiamo la polizia.

Ben presto le luci vengono riaccese: quello che manca è proprio la foto della bella ragazza coi capelli ramati alla mostra fotografica.

GIACOMO: “Guardi Alba... hanno preso la foto di cui parlavamo... “

ALBA : “Eh?!”

CONTINUA.

DI SALVATORE D'AGELO
15a PUNTATA: "IL SEGRETO DI LAURA MANNI" -

SCRITTA ED IDEATA DA SALVATORE D'ANGELO.



QUINDICESIMA PUNTATA – “L'AGGUATO”



La polizia era arrivata sul luogo e stava invitando Alba e Giacomo ad andare in riparo nelle loro vetture: Alba nota un'ambulanza, con i lettighieri che stanno sollevando l'uomo che a lei pareva fosse lo stesso che indossava il completo giallo paglierino, mentre adesso aveva solo la camicia grigia. Era rimasto svenuto anche lui, come mai?


Al commissariato di polizia, dopo un'ora e mezza di interrogatorio Alba ascolta le ultime parole dell'ispettore Antonio Ferdi.

ISPETTORE ANTONIO FERDI: “Qualcuno si è intrufolato nello studio fotografico e oltre ad aver rubato la foto ha preso anche i negativi! Signora Cantas, lei è proprio al centro di diversi casi misteriosi... la devo soprannominare Signorina Attira Misteri e GUAI... “

ALBA: “Ispettore, il suo humor può fare anche bene, ma sono esausta, voglio ritornare in albergo, se mi permette...”

ISP, ANTONIO FERDI: “Certo, la lascio andare! Si riguardi... “

NELLA CAMERA D'ALBERGO, FORSE ALBA NON FARA' SONNI SERENI, MA STANCA ED ESAUSTA, DORME CON UN SONNO PESANTE...

IL POMERIGGIO DEL GIORNO DOPO, LA STILISTA APRE GLI OCCHI DOPO IL SUO LUNGO SONNO, SI VESTE LENTAMENTE E POI ESCE DALL'ALBERGO E SI RECA VICINO ALLA SUA VETTURA. SQUILLA IL SUO PRIMO CELLULARE, la donna risponde ma non è nessuno. Squilla nuovamente (in entrambe le volte, non compare il numero del chiamante).
ALBA: “Pronto, pronto... “

LA VOCE DELLA PERSONA CHE TEMPO FA AVEVA CHIAMATO ALBA, SENZA DIRE CHI FOSSE: “Penso che ti ricordi di me, ti avevo chiamato chiedendoti dov'era Laura. Ora so che non c'entri niente con il caso, che sei vittima anche tu, come in un certo senso anche io. Molti di noi sono vittime di questa vicenda.”

ALBA: “Che cosa vuoi dire? “

VOCE: “Inizialmente pensavo che tu eri implicata nella vicenda, (nel senso che potevi essere tra i colpevoli), invece non è così. Per questo ti chiedo scusa. Vorrei incontrarti, non oggi, non ti preoccupare, non è per farti del male. Basta che non mi fai un brutto scherzo, che chiami la polizia... Ci vediamo in un luogo pubblico, in presenza di altre persone... “

ALBA (NON SA SE FIDARSI OPPURE NO, COMUNQUE RISPONDE): “Quando?”

VOCE: “Ascoltami ora devo andare, non posso trattenermi di più, ma ho anche delle informazioni da darti... ci sono molti conti che non tornano, se ti sei resa conto...”

ALBA: “Da un pezzo... “

VOCE: “Allora voglio vederci chiaro anche io... Perdonami ti richiamo per metterci d'accordo, ma ora devo chiudere.”

CLICK...

ALBA: “Ok.”

La telefonata si conclude, in questo modo... La Cantas si sta avvicinando alla sua auto, quando sente una voce di donna che la chiama...

AGNESE: “Alba... “

ALBA: “Agnese che gioia rivederti... “

AGNESE: “Come stai, amica mia, ci sono delle novità per Laura?”

ALBA: “Ce ne sono tante, prima che ieri sono andata ad uno studio fotografico per far sviluppare le foto fatte dalla detective, e sia io che il fotografo dello studio siamo stati aggrediti nel buio (hanno fatto scattare gli interruttori), da qualcuno che ci ha narcotizzato e poi ha portato via una foto appesa al muro e i suoi negativi!”

AGNESE: “Ma cosa mi stai dicendo, ma stanno capitando tutte a te, a meno che gli episodi della sparizione della famiglia di Laura abbiano a che fare anche con quest'ultimo che mi hai raccontato... “

ALBA: “Può darsi, ho una rabbia che non puoi credere e voglio sapere cosa si nasconde dietro a tutto questo... Con Olga ci siamo lasciati a Firenze, e non l'ho più sentita e ne tanto meno mi sono messa in comunicazione con lei... “

AGNESE: “Davvero? Proverò a chiamarla anche io... Capita che Olga sembra che sparisca per qualche giorno, che si assenti, mentre sta indagando... Lo scopriremo.”

ALBA: “Ma non è finita qui, Laura è stata ritrovata in una barca, arrivata chi sa dove nel porto. E' ricoverata all'ospedale, ed è in stato di chock, capisce poco ed ha già avuto una crisi isterica... “

AGNESE: “No! chi sa cosa le è successo, caspita, la faccenda è davvero grave.”

ALBA: “Non è finita qui... sai quella voce di quella persona che mi ha chiamata volendo sapere che fine ha fatto Laura?”

AGNESE: “Sì... “

ALBA: “Poco fa mi ha chiamato, ma con un tono amichevole, dicendomi che vuole incontrarmi per darmi delle informazioni e che si era sbagliato sul mio conto: pensava che fossi intrigata nella faccenda, ora mi scopre vittima...”

AGNESE: “Stai attenta... però potremmo preparagli una trappola e vedere chi è costui e cosa veramente vuole... “

ALBA: “E' vero, ma potrebbe dire la verità. Certo se dovessi incontrarlo adotterei la massima cautela.”

AGNESE: “Comunque volevo dirti che ho recuperato la famosa maschera africana e se te la senti quando vuoi te la mostro... “

ALBA: “Sì che voglio... “

AGNESE: “Facciamo domani? Se vuoi puoi stare un po' da me.”

ALBA: “Sì, volentieri ci sentiamo al telefono e ci mettiamo d'accordo, ciao amica mia... “

AGNESE: “Ciao, e cerca di stare riguardata e resisti questa giornata, al limite riparati in albergo... Domani ci vediamo... “

LE DUE AMICHE SI SALUTANO. ALBA SALE IN MACCHINA, MA L'AUTO FA FATICA A PARTIRE.

ALBA: “Sto finendo la benzina, e non mi sono neanche accorta!”

LA DONNA SI FERMA AD UN DISTRIBUTORE E FA IL PIENO. ENTRA NELLA VETTURA SI VOLTA E VEDE UN GRUPPO DI RAGAZZINI, CHE STANNO SCHERZANDO. UNO DI LORO, CHE INDOSSA LA MAGLIETTA AZZURRA DELLA SQUADRA NAZIONALE ITALIANA PER I MONDIALI DI CALCIO, METTE AL VOLTO, GRAZIE AD UNA CORDICINA, UN OGGETTO CHE AVEVA TRA LE MANI: UNA MASCHERA AFRICANA UGUALE A QUELLA CHE INDOSSAVA IL LOSCO INDIVIDUO. ALBA ESCE DALLA VETTURA E CERCA DI CORRERE VERSO I RAGAZZI: I MONELLI VEDENDOLA ARRIVARE DI CORSA VERSO DI LORO, SCAPPANO VIA.

ALBA: “Ragazzi, fermatevi. Ehy!”

I monelli sono spariti in una via dietro un palazzo. Alba è arrivata col fiatone, ma non li vede. Spia attraverso alcuni portoni di alcuni palazzi, ma niente, i ragazzi sembrano essersi dissolti.

Alba torna in macchina, quando riceve una telefonata da Giacomo: vuole chiederle se si possono rincontrare per parlare dell'aggressione (se ha notato qualcosa di nuovo): lei acconsente e gli chiede se lui gli può dargli le pagine che gli ha stampato (le ultime tre del copione), che lei ha perso durante quel brutto momento.
La stilista ed il fotografo si vedono, il primo gli rende il suo materiale, mentre la donna ribadisce che purtroppo non ha notato niente durante l'aggressione se quello di aver perso i sensi all'improvviso.

NELL'OSPEDALE S. ETTORE:
Sono le ventuno e trenta, le porte dell'ascensore del terzo piano vengono aperte e la stilista esce e attraversa il corridoio. Si avvicina al poliziotto di guardia, davanti alla stanza della Manni: gli parla e poi entra nella camera. Laura sta dormendo. Alba prende la sedia e le si siede accanto e l'osserva. Apre la sua borsetta e estrae le ultime tre pagine del copione e le guarda, in particolare una. Scuote la testa, sembra rammaricata. Il poliziotto si affaccia alla porta e guarda la donna.

POLIZIOTTO: “Tutto, ok?”

ALBA: “Sì, sono un po' stanca, mi fermo un'oretta accanto alla mia Laura e poi vado a casa a dormire”

SONO PASSATI QUARANTA MINUNTI. ALBA STA RILEGGENDO LE STAMPE DEL COPIONE. CHIUDE GLI OCCHI E SI ADDORMENTA.
RIAPRE GLI OCCHI, SENTE UNO STRANO ODORE PROVENIRE DAL CORRIDOIO, ATTRAVERSO IL VARCO DELLA PORTA: DI COLPO VEDE CADERE (LATERMALMENTE DAL MURO DI DESTRA) IL POLIZIOTTO, MENTRE DIETRO DI LUI, “APPARE” UN UOMO VESTITO DI NERO CON UNA MASCHERA ANTIGAS, ALBA NON FA IN TEMPO A GRIDARE, SI SENTE FRASTORNATA.... L'UOMO CORRE VERSO DI LEI, LE SPRUZZA DEL LIQUIDO SOPORIFERO E ALBA CADE IN TERRA, MA PRIMA DI CHIUDERE GLI OCCHI, VEDE L'UOMO CHE PER GIOCO HA TRA LE MANI UNA MASCHERA AFRICANA E L'AVVICINA A QUELLA ANTIGAS (QUASI COME FOSSE UNA FIRMA O “RICONOSCIMENTO” DELL'AGGRESSORE), PRENDE DAL LETTO E DI PESO IL CORPO DI LAURA MANNI CHE SI SVEGLIA, LO GUARDA FISSO IN VOLTO, STA PER GRIDARE, QUANDO LE SPRUZZA CON INSISTENZA, IL LIQUIDO CHE LA STORDISCE E LA FA ADDORMENTARE.
POI SCAPPA FUORI DALLA CORSIA E METTE IL CORPO DELLA DONNA E LA MASCHERA IN UN CARRELLO PORTA PANNI E CORRE VIA CON ESSO.


CONTINUA.


DI SALVATORE D'ANGELO.
 


‎16a PUNTATA DE "IL SEGRETO DI LAURA MANNI"


 SCRITTA ED IDEATA DA SALVATORE D'ANGELO.



SEDICESIMA PUNTATA – “LO SCONOSCIUTO”


Altro tempo perso sotto interrogatorio dall'ispettore Antonio Ferdi, per Alba Cantas, stressata ma anche nervosa.

ISP. ANTONIO FERDI: “In tutto l'ospedale è stato spruzzato del gas soporifero, attraverso l'aria condizionata. L'individuo dall'oscura identità con lo spray ha narcotizzato le poche persone che ha incontrato sulla sua strada del percorso all'interno dell'ospedale, tra cui i due guardiani all'entrata, un infermiera ed un medico, e il poliziotto che era di guardia davanti alla stanza di Laura Manni.”

ALBA CANTAS: “Sa, ispettore, a me quel “personaggio” mi ha fatto venire tanta rabbia che se lo incotrassi, mi scusi l'espressione... “lo riempirei di calci e di schiaffi”... “


ISP. ANTONIO FERDI: “Per un individuo simile ci vuole ben altro! Comunque signorina Cantas, non si agiti, ha già subìto diversi shock, perché non va per qualche giorno in una parte dell'Italia lontana da questa vicenda e a farsi qualche bagno... poi certo che successivamente potremmo avere bisogno di lei per qualche altra delucidazione, ma intanto si rilassa... “

ALBA CANTAS: “Ci stavo pensando... Comunque io, diversi shock li farei subire a quell'uomo mascherato!”

ISP. ANTIONIO FERDI: “Stia calma signorina Cantas, quell'individuo potrebbe essere pericoloso anche per lei, vede cos'ha combinato?! Quindi nel frattempo non gli venga in mente di fare atti di eroismo. Lo dico perché mi sta a cuore la sua salute e soprattutto la sua vita... “

L'INTERROGATORIO E' FINITO ED ALBA STA GUIDANDO LA SUA VETTURA E CON L'AURICOLARE COLLEGATO AL SUO SECONDO CELLULARE.

ALBA: “Salvatore, mi meraviglio di te... mi meraviglio di te! Poi avevi detto che saresti venuto qui a Piombino... “

VOCE DI SALVATORE ATTRAVERSO IL CELLULARE: “Guarda che sono in partenza... Ma cos'è non ti fidi di me?”

ALBA PARCHEGGIA LA VETTURA NEI PRESSI DELL'ALBERGO fa cinquanta metri, quando un ragazzo corre verso di lei e le prende la mano.

ALBA: “Cosa... “

RAGAZZO: “Alba, scusami per il modo che mi sto presentando ma temevo che potevi chiamare la polizia o tendermi una trappola... Io sono colui che ti parlava al telefono e ti chiamava con l'anonimo...”

ALBA: “Ah, sei tu?!”

RAGAZZO: “Sì, ma ascoltami le mie intenzioni non sono cattive nei tuoi confronti, sono stato il fidanzato con Dolores, e per la vicenda di Laura Manni non solo ho perso la fidanzata, ma anche dei soldi che la stessa Laura mi doveva per aver fatto diversi lavori sia in casa sua che nella farmacia.”

ALBA: “Ma come facevi ad avere il mio numero di telefono? Ah, già lo aveva Dolores... “

RAGAZZO: “L'ho preso perché cercavo di mettermi in comunicazione con qualcuno che appartenesse alla famiglia. Sinceramente credevo che fossero implicate in qualcosa di losco. Invece, ora capisco perché Dolores aveva un comportamento così strano... ci stavamo lasciando perché il suo amore andava scemando nei miei confronti e poi un malinteso ha messo fine alla nostra storia... sospettavo che Dolores centrasse in qualche modo, visto il suo comportamento...”

ALBA: “Come ti chiami?”

RAGAZZO: “A proposito, scusami, mi chiamo Francesco... “

ALBA: “Francesco... cosa vuoi da me?... “

FRANCESCO: “Anche io voglio scoprire la verità, non solo per i soldi che ho perso, ma anche per la storia d'amore che è finita e che per me era importante... Dolores o è scappata perché rea oppure è innocente e lo ha fatto per paura e si è nascosta da qualche parte... Io non ho potuto più riconquistarla, parlarle, spiegarle... Ti confermo la mia innocenza, anche se il modo di contattarti non è stato proprio molto simpatico, ma mettiti nei miei panni... Fidati... fidati, ti prego...“

ALBA: “Senti ma come facevi a fare la voce un po' più grossa di quella che hai?”

FRANCESCO: “Ho usato un piccolo stratagemma, un apparecchietto davanti al mio cellulare. Se avresti sentito una voce di ragazzo, non mi avresti dato tanto credito... “

ALBA: “Ah, ho capito... Ma tu sei più giovane di Dolores...“

FRANCESCO: “Sì lei ha ventisei anni, io ventidue... Ma sono molto innamorato di lei e poi l'amore non ha età!”

ALBA (CON IRONIA): “Giustissimo.”


A CASA DI AGNESE, ALBA, FRANCESCO, SONO DAVANTI ALLA TAVOLA IMBANDITA (A CASA DELLA PRIMA).

AGNESE: “Spiegaci il copione.”

ALBA: “Ci sono degli elementi, dei personaggi, delle vicende quasi uguali alla storia a cui si è ispirato Tobias Moretti... ma a quanto pare è stata scritta prima. Io non credo che sia una coincidenza. A questo punto proprio no!”

AGNESE. “Spiegaci la storia.”

ALBA: “La vicenda narra di una famiglia che si reca in Africa per fare una "vacanza-lavoro": decidono di girare un documentario. Una sera, il capofamiglia viene punto da uno scorpione e sotto suggerimento da un abitante del posto viene portato da uno sciamano per farlo guarire: egli ha i suoi poteri, la sua energia che si amplifica con la luna piena. L'uomo guarisce, ma la famiglia ha fatto un patto, di fare una specie di piccola cerimonia. E così le loro anime vengono imprigionate in diverse maschere, e lo stregone (che incastra tutti i suoi “pazienti” e i loro parenti) li utilizza per i propri scopi malefici: nelle notti di luna piena, le vittime come in trance, i loro volti assumono espressioni strane, volti contratti, ubbidiscono a ciò che il cattivo li induce a fare. E per giunta lo sciamano indossa spesso una maschera africana. La storia può sembrare fantastica, ma ha molti punti in comune con quello che è successo alla famiglia di Laura... “

AGNESE: “O no... allora in quelle maschere c'è una maledizione... ecco perché accadono tutte queste cose strane... “

FRANCESCO: “Io dico che sono tutte invenzioni, ma qualcuno si è ispirato al copione... “

AGNESE: “Io sono stata in Africa e ho visto fare strani riti da diversi sciamani... “

FRANCESCO: “E sono sparite persone o apparsi uomini con la maschera, come quella che ci hai mostrato?”

AGNESE: “No, ma sono cose strane comunque, da non fidarsi...”

FRANCESCO: “Io sono più razionale, dico che la storia è inventata ma c'è qualcuno, un essere umano dietro alla storia di Laura, magari sono delle coincidenze o qualcuno ha copiato l'idea, ma non c'entrano stregoni, fantasmi o persone costrette a fare il male per delle strane cerimonie. Agnese mi porti la maschera, la voglio rivedere, scusi che se stiamo mangiando... “

ALBA: “Io ho più la voglia di scoprire la verità e di prendere a calci il colpevole...”

Agnese si alza e va a prendere la maschera africana.

ALBA: “La voglio rivedere...”

Alba afferra l'oggetto e l'osserva: ha gli occhi scolpiti con dei fori a posto delle pupille, la bocca spalancata: la maschera non è molto pesante... Punta gli occhi contro l'oggetto, come se volesse percepire qualcosa.

FRANCESCO: “Alba, dammela un momento... “

Alba gli porge l'oggetto e il ragazzo l'osserva, poi la prende e la sbatte di colpo per terra

AGNESE: “Ma cosa fai?!”

La maschera si rompe ma si nota che nel suo spessore c'è un doppio fondo, come un foglio leggero di legno (con la stessa forma) inserito in quello più robusto con la faccia scolpita: all'interno spunta un biglietto:

FRANCESCO LO LEGGE: “ “Se riesci a farlo, te ne sarei davvero grato, Domenico.” “

AGNESE: “Fammi vedere... “

Lo legge e poi esclama: “Domenico aveva nascosto un biglietto nella maschera?”

Anche Agnese lo legge.

AGNESE: “E chi sa cosa voleva dire... Francesco come te ne sei accorto?”

FRANCESCO: “Il doppio fondo della maschera aveva un punto del bordo scardinato e mi sono insospettito... “

SONO LE ORE VENTITRE, FRANCESCO ED ALBA STANNO CAMMINANDO INSIEME PER LE STRADE DI PIOMBINO.

ALBA: “Ti accompagno a casa poi mi ritiro in albergo e mi chiudo a chiave... “

FRANCESCO: “Alba, ti ripeto, secondo me Dolores era in qualche modo implicata... oppure deve aver visto qualcosa, domani torno nella farmacia e poi voglio farmi portare sull'isolotto... “

ALBA: “C'è una cosa che ti devo dire e che sto mettendo a fuoco, l'uomo con la maschera la prima sera che mi recai, stava prendendo... Ehy, guarda... Francesco, seguimi...“

A duecento metri di distanza vede tre ragazzini che giocano col le biciclette per terra (i tre monelli) ed in particolare quello con la maglietta azzurra dell' ITALIA: Alba corre verso di lui: lo prende per le braccia...

ALBA, GLI DICE: “Ascolta, non ti preoccupare: non ti voglio fare del male... anzi, ma se mi dici dove hai preso quella maschera che avevi la scorsa volta, ti compro tutto quello che vuoi, ti regalo tutti i giocattoli che ti piacciono, ma aiutaci... “

MONELLO: “Va bene, vi porto in un posto dove ho visto delle cose... Ma sono scappato via... “



CONTINUA.



DI SALVATORE D'ANGELO. 







‎17a PUNTATA DE "IL SEGRETO DI LAURA MANNI" - 



 SCRITTA ED IDEATA DA SALVATORE D'ANGELO.



DICIASETTESIMA PUNTATA – “L'AUTORE DELLA STORIA”



Mentre il monello cammina coi due, tenendoli per le mani, li guarda coi suoi occhioni da furbo ed esclama: “Sentite io ho fame, mi portate prima a mangiare e poi vi porto dove volete?!”
Alba gli sorride: “Va bene...”
Una pizzeria nelle vicinanze: il ragazzino sta mangiando al tavolo una bella pizza fumante mentre sia Alba che Francesco sono seduti di fronte che lo guardano. Dal vetro della porta si vede entrare Salvatore e la donna lo guarda seria e cercando di nascondersi dietro al volto del ragazzino. Il fratellastro parla col padrone del locale e quest'ultimo lo conduce ad un tavolo per farlo accomodare, proprio a cinque metri dal posto dei tre. L'uomo meravigliato saluta la sorella.

SALVATORE: “Alba, tesoro, che sorpresa...Ho cercato di chiamarti ma non ti ho trovata... ma poi ho capito che era il mio cellulare che non funzionava. Sono venuto a casa e non c'eri... Eccomi quì a mangiare: ho una fame... e, sorpresa, ti trovo qui!“

ALBA, IRONICA: “Vedi alla fine ci siamo trovati... “

SALVATORE: “Sei ancora arrabbiata con me?”

ALBA: “No, ma possiamo uscire un attimo dalla pizzeria per parlare di una cosa importante?”

Francesco li guarda, mentre il monello continua a mangiare.

Fuori dalla pizzeria, Alba e Salvatore discutono; la prima molto animatamente.

ALBA: “Tu hai sceneggiato la storia ambientata in Africa, di Tobias Moretti... e a me non hai mai detto niente. Con la vicenda della sparizione di Laura e quella storia ci sono delle analogie, non ti sono venute in mente? Ho hai fatto finta?!”

SALVATORE: “Io ho solo scritto la sceneggiatura della storia, esattamente la seconda parte... “

ALBA: “E non mi hai detto niente... dovrei fidarmi di te? Sei il primo ad avermi presa in giro... “

SALVATORE: “Ma non è come credi, non abbiamo le prove e non possiamo dire che Tobias Moretti centri con tutto questo, magari sono solo coincidenze... “

ALBA: “Coincidenze? Mi sembrano un po troppe... Anche il fatto che sia capitato a persone di sua conoscenza... non so se lui centri oppure no, ma guarda quante cose che si assomigliano... Bé poi tu coi film del terrore sei abituato, visto che ne hai scritti tre.... “

SALVATORE: “Io non ho mai creduto a quelle baggianate, e poi non erano veri film del terrore... “

ALBA: “Salvatore, io sono seriamente arrabbiata con te, vorrei non vederti almeno per un po'... e non mi meraviglierei che dietro a questa storia ci sia tu!”

SALVATORE: “Ma cosa stai dicendo? Ti rendi conto di quello che dici... come puoi pensare ad una cosa del genere... Io capisco la tua rabbia, ma non è come pensi... “

ALBA: “No, eh... per il momento ti dico addio, spero di non incontrarti nel frattempo.”

IL MONELLO HA DIVORATO LA PIZZA, ALBA HA PAGATO IL CONTO E LORO DUE, INSIEME A FRANCESCO, ESCONO DAL LOCALE ALLONTANANDOSI.

ALBA: “E' molto che dobbiamo camminare? Se no prendiamo un taxi e magari cerchiamo di avvicinarci al posto... “

MONELLO: “Insomma... così e così. lo vogliamo prendere? “

HANNO CHIAMATO IL TAXI CHE LI STA PORTANDO A DESTINAZIONE: STA PARCHEGGIANDO DAVANTI AD UNA PALAZZINA SCURA, BACIATA DAL BUIO DELLA NOTTE. LE TRE PERSONE SCENDONO DALLA VETTURA, CHE SI AVVIA PER TORNARE NEL SUO PARCHEGGIO CON LE ALTRE VETTURE.

MONELLO: “Venite... “

Il ragazzino accompagna i due a cinquanta metri più avanti: in un parcheggio nascosto con un muretto alto mezzo metro, dove appena dietro ci sono tre grossi camper adiacenti: il monello li fa avvicinare al secondo mezzo ed indicando sotto sul pavimento vicino alle ruote...

MONELLO: “Laggiù... “

FRANCESCO: “Come laggiù?”

MONELLO: “Lì!”

Francesco si china e guarda sotto al camper, tasta il pavimento: è di gomma, colorato come quello vero , con pezzi di sassi incollati sopra...

FRANCESCO: “Ma è di gomma! “

Il ragazzo toglie tutto rettangolo di pavimento finto e sotto vede delle tavole di legno dipinte da vernice di colore grigio.

ALBA: “Delle tavole di legno... “

FRANCESCO: “Dovremmo spostare il camper... “

Il ragazzo si alza e va verso la portiera, estrae il suo mazzo di chiavi e lavora contro la serratura: la apre, entra nella vettura e si mette al posto di guida. Alba dall'esterno lo vede fare un diversi movimenti contro il volante, dove c'è la chiave dell'accensione: Francesco unisce i due fili, accende il veicolo e lo porta in avanti di diversi metri. Esce dalla vettura ed insieme al ragazzino ed alla donna si avvicinano alle tavole di legno, le sollevano e sotto c'è una “galleria” verticale, buia, dove dall'alto parte una scala di ferro che arriva fino in profondità e si perde nell'oscurità.

MONELLO: “Laggiù, laggiù, ho trovato la maschera. “

FRANCESCO, RIVOLGENDOSI AD ALBA: “Vado giù prima io... “

ALBA: “Ti seguiamo... “

Il ragazzo scende tutti i vari pioli e poco dopo anche Alba ed il ragazzino: un piolo, poi un'altro, un'altro ancora... Giù sempre, più giù nel buio totale. Arrivano sul suolo sottostante . Una fiamma si sta alimentando: è quella dell'accendino di Francesco che illumina la strada sotterranea che è lunga e buia, mentre sulle pareti scivola dell'acqua che arriva bagnare il suolo.

ALBA SOTTO VOCE AL RAGAZZINO: “Dobbiamo camminare ancora?”

MONELLO: “Sì... “

Poi allungando il braccio e puntando il dito verso il fondo, esclama: “Di là... “

ALBA BISBIGLIANDO: “Ma non hai avuto paura, quando sei venuto la prima volta?”

MONELLO: “Ma eravamo tutti noi, non ero solo... “

ALBA: “Ho capito, eravate tutti voi della comitiva di birbanti... “

Camminano mentre per terra vedono un piccolo corso d'acqua: sono in una fognatura...
Oltrepassano un incrocio, trovandosi in un nuovo tunnel, di fronte due vecchi armadi appoggiati sul muro mentre a qualche metro di distanza, come un grosso spazio nell'ombra... Il ragazzino tira la mano di Alba, portandola dall'altra parte, mentre Francesco cammina a pari passo. Sono vicini al mobile, il monello indica col dito nel punto dove c'e' il buio profondo (dove c'è il varco) facendo tre passi in avanti... ed ecco un grosso foro scavato nel muro che porta in un altro spazio, tramite una discesa formata da una montagnetta di sabbia, pezzi di mattoni e di sassi. Francesco ed il bambino sono in cima. Alba si volta, guarda i mobili: ritorna indietro e incuriosita ne apre uno, tirando le due ante: alcuni oggetti all'interno cadono sulle assi facendo un po' di rumore (sono un martello dei guanti, pezzi di ferro). Francesco corre col ragazzetto, silenziosamente verso di lei.

FRANCESCO: “Alba, non fare rumore, perché non sappiamo a cosa andiamo incontro. “


Proseguono per la discesa, in quel semibuio, che in certe zone si fa più intenso... Di colpo i tre scivolano cadendo giù per tutta la fine della discesa. Un'ombra è dietro di loro, mentre una sagoma di una persona in nero, con un cappuccio in testa ed un lungo mantello che gli copre tutto il corpo è davanti a loro...

CONTINUA.

LA PROSSIMA L'ULTIMISSIMA.


DI SALVATORE D'ANGELO.
 
 
‎18a PUNTATA DE "IL SEGRETO DI LAURA MANNI"

 SCRITTA ED IDEATA DA SALVATORE D'ANGELO.



DICIOTTESIMA ED ULTIMA PUNTATA – “L'IDENTITA' SEGRETA”



Un colpo sulla testa ed un forte spruzzo e la vista dei tre amici inizia ad annebbiarsi, tanto che vedono le sagome delle persone, dissolversi. Poi tutti e tre cadono a terra.

Francesco (che non ha respirato la sostanza, rimanendo in apnea) apre un occhio per non farsi notare da nessuno... ma si accorge che si trova in un grosso antro e dietro di lui ci sono delle persone legate: esattamente due donne, un uomo ed un ragazzo su di una branda in stato di shock con un tubo nelle vene, collegati in un flebo. L'individuo in nero che indossa la maschera africana, sta finendo di legare Alba che forse si sta appena risvegliando. Il monello ha le mani ed i piedi legati. Un uomo basso di statura, che indossa una mascherina nera di carnevale ha una pistola puntata contro al gruppo: alla sua destra una zona più buia, dove si intravede
l'individuo col cappuccio ed il mantello, che guarda le sue vittime e si ritira, osservandole sempre e non facendosi vedere troppo.

UOMO BASSO DI STATURA, RIVOLGENDOSI ALLE ALTRE DUE PERSONE, DI CUI E' COMPLICE: “Posso anche abbassarla la canna della pistola, tanto stanno dormendo... “

Francesco, riaprendo appena appena gli occhi riesce a riconoscere le due donne legate. Il piccolo uomo complice, si sta avvicinando per legarlo, gira la corda intorno al busto, ma non è ancora stretta, fa un secondo giro e si mette la pistola in tasca, Francesco abilmente, facendo un'inaspettata sorpresa afferra la pistola con una mano e lo riempie di calci, stordendolo. Poi corre verso la figura col cappuccio, puntandogli la pistola, mentre quello/a con la maschera scappa correndo verso la sua destra.

FRANCESCO, RIVOLGENDOSI ALL'UOMO INCAPPUCCIATO: “Fermo lì... Non ti muovere o guai a te.”

ALBA, RINVENUTA: “Francesco stai attento!”

FRANCESCO: “Deve stare attento costui, se no gli faccio saltare il cervello... Togliti il cappuccio, forza dai, fatti vedere in faccia... vigliacco!”

La persona stenta a farlo allora, Francesco con uno scatto glie lo toglie e sotto... c'era nascosta il volto di... Laura Manni!

FRANCESCO: “Thò, chi si vede... “

ALBA: “Laura, tu? Che significa questo... “

FRANCESCO LE PREME CON FORZA LA PUNTA DELLA PISTOLA CONTRO LA TEMPIA: “Forza, parla o vuoi fare una brutta fine... “

LAURA: “Non è colpa mia mi hanno costretta... “

FRANCESCO: “Costretta? Ma ci hai preso per degli ingenui? (POI GRIDANDO:) Dicci la verità... FORZA!”

LAURA, GUARDANDO ALBA: “Per voi era tutto facile, voi eravate ricchi famosi, il mio lui depresso, senza soldi... Quando mi dissero il modo per poter guadagnare soldi... che con la scusa di avere un marito che faceva il volontario in Africa ci si poteva arricchire dietro un traffico di bambini e di organi... Io dovevo solo fare da palo e da tramite, ma è stato rischioso, il nostro piano stava saltando e ci stavano scoprendo. Allora venne in mente un'altra cosa... visto che mio marito aveva in un certo qual modo ispirato il copione di Tobias Moretti un modo di
fare successo per far tornare alla ribalta mio marito, per farlo conoscere a tutti era far sparire la mia famiglia in modo da far parlare tutti i giornali... Sono dovuta rientrare in scena per sviare le indagini ed essere insospettata: per questo ho messo in scena anche la seconda mia sparizione dall'ospedale... “

FRANCESCO: “Quindi fingendo una maledizione sulla tua famiglia per colpa del copione – magari per chiedergli i diritti d'autore o una specie di risarcimento di danni – oltre all'attenzione e la popolarità i mass media vi avrebbero dato tanti soldi... Quindi fallito un "progetto" avete avuto questo secondo di scorta!"

ALBA: “Sei un mostro! Ti stavamo aiutando: Tobias ti aveva prestato la villa sull'isolotto, nonostante il tuo fallimento economico ti aveva messa come responsabile della farmacia... Hai rischiato di rovinare la tua famiglia e altre persone... “

LAURA, TENTENNANTE: “Quando mi avevano proposto di far rapire Domenico, che si era accorto che da tempo c'era qualcuno che lo stava perseguitando e non immaginava che io facessi parte del piano, non volevo, stavo cambiando idea: corsi subito all'incontro di Piombino
sull'Africa, e non lo vidi, svenni dalla paura... Ma ormai il piano si era avviato... e se portato a termine avrebbe salvato tutta la famiglia economicamente... “

FRANCESCO: “Questo è quello che credeva la tua mente malata... perché hai solo fatto dei danni... “

ALBA: “Maledetta... Domenico era felice di fare il volontario per l'Africa, aveva trovato uno scopo nella sua vita...Ora capisco la tua ultima insistenza per ospitarmi in casa, per sfruttarmi al meglio, per approfittare del fatto che io potevo venire coinvolta... per far credere di più alla veridicità dei fatti...”

LAURA: “Sì, esatto, proprio così... ma non mi parlare di felicità di Domenico: lui era un illuso, la vita che potevamo fare una volta stava finendo e rischiavamo di andare sul lastrico, gia' ci eravamo quasi...”
ALBA: “Sei solo avida, lo sai benissimo che non ti avremmo abbandonata e lo dimostrano anche i vari aiuti che ti abbiamo dato...”

Una pistola viene puntanta contro il viso di Alba... è l'individuo con la maschera africana...

PERSONA CON LA MASCHERA CON VOCE ARTEFATTA: “Silenzio o vedrai il tuo cervello frantumarsi in mille pezzi!”

FRANCESCO CON LA PISTOLA PUNTATA CONTRO LA TESTA DI LAURA: “E tu vedrai il suo bel faccino esplodere... “

L'individuo mascherato punta la pistola verso il monello.... BANG... Parte un colpo di pistola che gli colpisce la mano e gli fa cadere l'arma: a spararlo è stato un uomo con un completo estivo, (composto da giacca e pantaloni grigi), Salvatore e diversi agenti di polizia con un uomo con impermeabile, si avvicinano al gruppo: gli agenti mettono le manette alla persona col viso coperto dalla maschera a Laura ed al loro complice.

SALVATORE: “Siamo arrivati in tempo, Alba cara... sei stata davvero brava, li hai aiutati... “ POI INDICANDO L'UOMO COL COMPLETO ESTIVO: “Lui è l'investigatore privato Aldo
Cova che ti ha pedinato nei giorni in cui c'è stata l'aggressione nello studio fotografico. Avevamo il sospetto che alla detective Olga Sassi gli fosse successo qualcosa...” POI GUARDANDO UNA DELLE PERSONE TENUTE IN OSTAGGIO NELLA PENOMBRA, NARCOTIZZATA E LEGATA, VEDE OLGA: “Eccola lì, presa anche lei in ostaggio e stordita da chi sa cosa... “

INVECE L'UOMO CON L'IMPERMEABILE ESTIVO, ESCLAMA: “Io invece, sono il commissario Tommaso Guarnieri... Signorina le faccio i miei complimenti, mi hanno avvisato all'ultimo, ma lei ha fatto un ottimo lavoro... Bravissima... “

ALBA, MENTRE GLI AGENTI LA SLEGANO E SOCCORRONO GLI ALTRI: “Brava? Se avessi avuto un mitra in mano, non sarei stata tanto brava, perché a malfattori – E GUARDA PRIMA LAURA E POI L'UOMO CON LA MASCHERA – come questi due, può immaginare cosa gli avrei fatto... Ma chi si nasconde dietro a quella maschera... quale volto peggiore di quello che indossa... “
Il commissario Guarnieri, toglie la maschera all'individuo vestito di nero e chi c'è nascosto sotto, con espressione arrabbiata? L'ispettore Antonio Ferdi...

ALBA: “L'ispettore? Lui, maledetto... ma sì mi ricordo... lui è mancino... mi ricordo quando prese nota del numero di telefono del box... e nella foto che è stata fatta sparire, dietro la bella ragazza, c'era una coppia dove si poteva capire che lui era mancino... lo si nota dall'immagine... ecco chi erano loro due insieme... Laura e Antonio! “

COMMISSARIO TOMMASO GUARNIERI: “Temeva che se la foto veniva notata ed ingrandita poteva diventare la prova che loro due erano amanti o per lo meno che si conoscevano molto bene... “
LAURA CONFESSA: “Dalla disperazione di mio marito depresso e del fatto che andavamo sul lastrico, mi rivolsi all'ispettore, disperata. Lui mi diventò amico e poi amante, convincendomi di utilizzare la situazione che mio marito Domenico andava e veniva dall'Africa per aiutarlo nel traffico di bambini e degli organi che ci avrebbe fruttato molto... Poi siccome stavamo per essere scoperti lui mi ha convinta a cambiare piano. Ma io amo Domenico, anche se Antonio mi è stata vicino nei momenti più disperati, quando mi ho marito era nella piena depressione e non mi dava neanche una carezza... ed io dovevo aiutarlo lo stesso e diventare popolare per una misteriosa sparizione che assomigliava al copione scritto proprio da un famoso modellista, ci avrebbe cambiato la vita e mio marito sarebbe potuto ritornare al suo lavoro di stilista con successo... Oppure io avrei potuto sfruttare la notorietà....“

DETECTIVE ALDO COVA: “Certo che per un ispettore era più facile entrare ed uscire di scena come malvivente mascherato...conosceva tutti i segreti, le indagini, poteva agire alla grande...”

ALBA: “Eh, già... “

ANTONIO FERDI (rivolgendosi ad Alba): “Tu dovevi venire due giorni dopo, ed invece hai anticipato la partenza e non ci rimaneva tanto tempo per far sparire l'album ed alcune maschere compromettenti... “

SALVATORE: “Sì molto probabilmente nell'album c'era la famosa foto con la ragazza e loro due seduti a tavola, sullo sfondo....”

I TRE MALFATTORI, LAURA MANNI, ANTONIO FERDI, E IL LORO COMPLICE, VENGONO ARRESTATI E PORTATI VIA. IL MONELLO SI E' RIPRESO E PER LUI E' COME ESSERE DIVENTATO UN VERO EROE, DI AVER PARTECIPATO ALLA SCOPERTA DI UNA BANDA DI CATTIVI. I CORPI DELLE PERSONE STORDITE OLGA (CHE QUANDO ERA PRECIPITATA ERA ANDATA A FINIERE SU GROSSI SCATOLONI VUOTI CHE ERANO AL PIANO DI SOTTO ALLA CASA SENZA PAVIMENTO), IL MARITO DOMENICO ED IL FIGLIO, NARCOTIZZATI SONO I PRIMI AD ESSERE PORTATI VIA DALLE AMBULANZE. DOLORES RACCONTA COSA GLI ERA SUCCESSO: DOMENICO AVEVA INTUITO CHE DIETRO DI LUI TRAMAVA UNO STRANO TRAFFICO DI BAMBINI E DI ORGANI, IGNORANDO CHE LA MOGLIE FOSSE COMPLICE E TEMEVA PER LEI: ATTRAVERSO ALCUNE MASCHERE CHE SPEDIVA A DOLORES (E ANCHE A LAURA) COME REGALI, ALL'INTERNO SCRIVEVA BIGLIETTI ALLA RAGAZZA, CHIEDENDO DI STARE ATTENTO ALLA MOGLIE: NON AVEVA NESSUN ALTRO MODO PER COMUNICARE CON LEI(NON AVEVA L'INDIRIZZO, NE IL NUMERO DI TELEFONO, NE QUELLO DEL
CELLULARE, L'AVEVA SOLO CONOSCIUTA DURANTE UNA PERMANENZA IN ITALIA CHE LAVORARA NELLA FARMACIA, APPENA ASSUNTA DA TOBIAS MORETTI PER AIUTARE LAURA), E SENZA CERCARE DI FAR PREOCCUPARE LA CONSORETE. DOMENICO REGALAVA SPESSO MASCHERE AFRICANE AI SUOI AMICI ITALIANI, PER SBAGLIO HA DATO QUELLA DESTINATA A DOLORES, AD AGNESE.


Salvatore e Alba si abbracciano felicemente: “Fratello mio, perdonami per aver sospettato ingiustamente di te... “

SALVATORE: “Non potevi saperlo, avevi ragione, ma non potevo dirti tutto se no in qualche modo il colpevole si sarebbe allarmato. Tu sei stata un'ottima esca per loro... io non ti ho lasciato da sola come hai visto, come avevamo capito che Olga era sparita, ho assunto subito il bravissimo detective Aldo Cova che ti ha varie volte pedinato e indagato alle tue spalle.”

ALBA: “Lo avevo notato prima e dopo l'aggressione fuori dallo studio fotografico. Anche quando è stato colpito: era a terra vicino all'ambulanza. Grazie fratellino... “

SALVATORE: “Prego sorellina... allora non sono più il tuo fratellastro?”

ALBA: “No, ti voglio bene, fratello.”

SALVATORE, SCHERZANDO: “Se mi tratti ancora male come hai fatto la penultima volta ti mando direttamente in Africa nelle grinfie degli sciamani!”

ALBA, RIDENDO: “Invece, io ti riempio di regali per farmi perdonare.

Entrambi ridono.

SALVATORE: “Anche io, sorella.” indicando davanti a se: “Guarda lì... “

A TRENTA METRI... Francesco è vicino alla sua Dolores (che è su di una lettiga), si baciano e poi la ragazza viene fatta salire sull'ambulanza.


FINE.

SCRITTA ED IDEATA DA SALVATORE D'ANGELO.
 




                                                                    

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