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giovedì 5 aprile 2012

TI RACCONTO UN MISTERO

LA QUINTA ED ULTIMA PUNTATA DI "TI RACCONTO UN MISTERO": CERCATE DI SVELARE L'ENIGMA ED IL COLPEVOLE...

(LA LETTURA DEL RACCONTO AVVIENE DAL BASSO VERSO L'ALTO, OVVERO IL CONTRARIO DI COME VIENE NORMALEMENTE PERCHE' L'ULTIMA PUNTATA SCRITTA VIENE POSTA SOPRA ALLA PRECEDENTE: ES. LA SECONDA SOPRA LA PRIMA E COSI' VIA...)


CHI NON FOSSE INTERESSATO AL RACCONTO, PUO' SALTARE QUESTA PARTE, FACENDO SCORRERE IL MOUSE E PASSANDO AD ALTRI ARTICOLI DI ALTRO GENERE





"TIRACCONTOUN MISTERO... "

5a ed ultima parte


Frank, il suo amico Jose Francisco l'ispettore Michele Calindo davanti alla villa dove quindici anni fa ci fu l'incidente dove morì Gilda Grandi. Fuori dal cancello ci sono i quattro parenti della vittima (Arthur, Eva, Lorna ed Edward): un poliziotto fa entrare Frank, lo fa avvicinare alla quercia (dove a qualche metro di distanza c'é uno strano bidone... é un macchinario) e soffermare sotto per qualche minuto. Lo porta alcuni metri più a destra dove c'era un gatto sopra ad un grosso sgabello. Poi l'uomo viene fatto uscire dall'abitazione. La stessa cosa viene fatta con Eva (viene portata sotto l'albero e poi davanti all'animale). Stesso rituale con Lorna e poi con Edward... Ma perché tutto questo?

Squilla il cellulare di Frank è Elizabeth.

VOCE DI ELIZABETH: “Frank, Frank, forse ho capito chi può essere l'assassino... Ho notato una cosa ieri... “


FRANK:“Davvero? Dove sei?”


ELIZABETH:“Sto arrivando... “


Dopo dieci minuti, Elizabeth aveva varcato il cancello ed stava sostando sotto alla quercia per parlare con Frank (metre a due metri c'era l'ispettore con Jose)


ELIZABETH:“Io credo che sia Arthur il vedovo di Gilda... Rivedendolo, osservandolo bene, guardando la sua sagoma, la sua altezza, mi sono ricordata della siloutte nel buio... Per me è lui... “

Improvvisamente il “bidone” emette un suono, mentre delle lancette iniziano del quadrante dell'apparecchio, iniziano ad oscillare. Si avvicinò ad Elizabeth un poliziotto con il gatto (era un randagio molto bello, grigio con il muso rosa) e lo appoggiò per terra: l'animale puntò Elizabeth, drizzo il pelo e la voleva aggredire...

FRANK:“Elizabeth, tu hai ucciso Gilda!”


ELIZABETH:“Ma cosa dici? Cosa stai insinuando?”


JOSE':“Glielo spiego io cos'è successo: Gilda amava la natura e aveva stabilito un rapporto d'amore con la pianta (l'abbracciava spesso, si prendeva cura di lei) e il rilevatore, quell'oggetto che ha suonato, ha segnalato che lei è una nemica della pianta perché ha fatto qualcosa di male o a lei o ad una sua amica: in questo caso è stata testimone del tentato omicidio di Gilda. Lo stesso discorso col gatto che evidentemente quella notte era uscito e Gilda deve essere uscita a recuperarlo e lei ha approfittato per ucciderla: ma anche l'animale è stato testimone, infatti quando l'ha vista voleva aggredirla. Lui ha sedici anni ed è ancora vivo, dopo la morte della sua padrona!”


Elizabeth fu portata dalla polizia e messa sotto pressione confessò: lei era innamorata di Arthur e Gelosa di sua moglie e quella notte non riusciva a dormire vide che Gilda era nei pressi della villetta che cercava il gatto e approfittò di uscire per ucciderla: prese la pistola e glie la puntò contro, Gilda per la paura, salì velocemente la piccola scalinata di cemento e ci fu l'incidente perché un piede si infilò nel gancio di ferro, e la donna cadde a testa in giù. Sempre per paura gli venne un infarto folgorante che mise fine alla sua vita. Ma perché dopo quindici anni ha inscenato il fatto che aveva visto il tentato omicidio e che solo ora si è ricordata? Per gelosia nei confronti di Arthur: egli si continuava a mostrarsi gentile e generoso nei confronti di sua nipote autistica e la rabbia l'aveva spinta a trovare un modo per accusarlo di quell'incidente che era rimasto senza colpevole.

Anche le piante e gli animali provano amore cara Elizabeth, e le loro vibrazioni e reazioni lo hanno dimostrato anche per la sofferenza del loro padrone morto ingiustamente!


FINE










TIRACCONTOUN MISTERO... "

4a parte



scritta ed ideata da Salvatore D'Angelo



C'è una festa in tutto il paese, bancarelle di antiquariato, altre che espongono vestiti, dolci, giocattoli, luminose in tutte le strade, bandierine colorate, palloncini... La gente cerca di essere allegra ma tutti velocemente ripassano a vedere la villetta (nuovo particolare...) con la grande quercia, dove quindici anni fa si consumò l'incidente dove perse la vita Gilda Grandini. Tra le persone che passeggiano nella vie “in festa”, Frank e un po' distante da lui, Elizabeth camuffata con un cappello ed occhiali da sole.


Nella via parallela stanno passeggiando Arthur ed Eva Stone.

ARTHUR:“Vorrei sapere perché quella maledetta notte, Gilda stava davanti alla villetta che doveva essere finita di essere costruita...”

EVA:“Sai che aveva quella mania di abbracciare l'albero... Era proprio fissata con quella quercia... Almeno è uno delle ipotesi perché la verità non si è mai saputa... “


ARTHUR:“Si è ipotizzato anche che fosse uscita in strada a cercare il gatto ma non si è sicuri: quell'animale è sempre uscito fuori e poi tornava a casa... Oppure avesse un appuntamento con qualcuno... “


EVA:“Ma a quell'ora così tardi... Com'era non penso che si fosse data un appuntamento di notte con estranei... Però tutto è possibile!”


ARTHUR:“A te Elizabeth non piaceva tanto, vero?”


EVA:“Che dici, era una mia amica... bè ultimamente era diventata un po' fredda, un po' distante, forse aveva un grosso problema che tenteva nascosto... ed io non ero a conoscenza... Tu come marito non la sopportavi più... “


ARTHUR:“Può capitare che nella vita matrimoniale in una coppia ci siano momenti di crisi, ma niente di più!”

In quel mentre dietro di loro si avvicina Elizabeth che ascolta le ultime frasi che dicono, si ferma e cambia subito strada per non incontrali.

Nella villa GRANDINI (sempre quella dove si consumò l'incindente), Edward e Lorna stanno conversando, davanti alle vetrate ben pulite, lucide e brillanti...


LORNA:“E così continua a saltare fuori l'episodio delle tue gentilezze nei confronti di Gilda... e tutti pensano ad un tuo corteggiamento!“


EDWARD:“Io non ho affatto corteggiato Elizabeth: ho solo cercato di stargli vicino e di aiutarla!”


LORNA:“Anche quando ti sei lasciato andare a quelle effusioni e tutti noi ti abbiamo visto... (specialmente io?!)”


EDWARD:“Nessuna effusione, tu ti sei fissata, ti ripeto io ho solo cercata di non farla sentire sola! Eri tu che non la sopportavi, che gli hai fatto fare due affari fasulli e che sei riuscita a metterla contro al marito!”


LORNA:“Cosa dici? Per quei due affari lei non mi ha ascoltato, ha voluto fare di testa sua e col marito era un pezzo che era in tensione!”


La festa va avanti e Frank sta parlando al telefono con un suo amico venuto dagli Stati Uniti (di origini portoricane che si trova nel paese vicino, che avrebbe dei mezzi che permetterebbero di individuare l'assassino (Frank aveva già chiesto aiuto e spiegato passo per passo al detectives tutto ciò che era accaduto e come si stavano sviluppando le vicende).


MA CHI DI LORO E' IL COLPEVOLE? ALLA PROSSIMA ed ULTIMA PUNTATA.






"TI RACCONTO UN MISTERO... "

3a parte

Frank ed Elizabeth si incontrarono nell'ufficio del primo e questi fece una proposta alla donna.

FRANK:“Io indaghero' per te, per scoprire il colpevole, ma incambio tu devi recarti nella villa dei Grandini e piazzare delle cimici nelle stanze...”

ELIZABETH:“E come posso fare?”

FRANK:“La governante, la signora Margaret, sta cercando una donna che curi il figlio autistico Johnatan: tu ti candiderai come infermiera (visto la tua esperienza con tua nipote che ha lo stesso problema del ragazzo, lo assisterai e ti dirò come fare: sono passati anni, gli altri componenti della famigli non ti riconosceranno, ma non ci saranno e quando arriveranno, tu sarai uscita di scena... Quello che ci guadagnerò io è fare uno scoop su questa vicenda, nella speranza di scoprire qualcosa... “


ELIZABETH:“Va bene, speriamo di farcela...”

Sono trascorse quarantasei ore ed Elizabeth è al primo giorno di lavoro come accompagnatrice/infermiera del giovane Johnatan (che ripetiamo ha problemi di autismo): mentre la donna mette a dormire il ragazzo, dalla sua stanza, mentre sta uscendo, sente la governante che sta parlando al telefono e dice:

MARGARET:“Adesso per questa stupida voce che dice di aver visto Gilda che veniva uccisa... (dopo quindici anni)... metterà tutta la famiglia in subbuglio... Ma guarda, questi testimone si è svegliato in ritardo... per me Gilda è morta per un incidente!”

La sera stessa, alcuni componenti della famiglia Grandini (cioè i principali attori della vicenda dell'omicidio di Gilda Grimaldi) sono nella villa ed in attesa della cena: camminano nervosamente nella biblioteca... C'é Arthur (il vedovo di Gilda), Lorna Stephenson (la sorella di Arthur), Eva Stone (segretamente la compagna di Arthur), ed il marito di Lorna, Edward.

ARTHUR (nervoso): “Ora con questa storia del testimone che ha visto che dietro alla colonna, spuntava una canna di una pistola, quindi che qualcuno aveva cercato di uccidere Gilda, rischiamo che anche noi veniamo inclusi tra gli indiziati e magari accusano uno di noi per l'accaduto... Ma è possibile dopo quindici anni!”

EDWARD (severo ed incattivito): “A me sembra giusto... se quella poveretta di Gilda è stata uccisa, è giusto che il caso venga riaperto e magari che sia giustiziato il colpevole!”

ARTHUR:“E magari che tu, in quel periodo hai anche cercato di corteggiarla...”

EDWARD:“Io non l'ho corteggiata, ma gli ero amico nei momenti in cui lei non aveva coraggio di confidarsi con nessuno, soprattutto con te che eri il marito!”

LORNA:“Certo che è una brutta storia... E poi chi ci dice che quello che ha visto questo testimone, quella notte, corrisponde a verita'? Quanti errori che si fanno, quante cose si credono di vedere e non corrisponde alla realtà!”

EVA STONE: “E se ci fosse veramente un colpevole, poi chi ci dice che sia all'interno di questa famiglia? Però lo stress psicologico che dobbiamo noi... questo la polizia non lo mette in conto!”

LORNA (arrabbiata, rivolgendosi ad EVA): “Tu non appartieni alla famiglia: hai sempre finto di essere amica di Gilda, ma come è morta non hai aspettato di mettergli il marito...”

EVA STONE: “Non è vero... Tu la odiavi perché eri in competizione con lei, la vedevi sempre meglio di te a partire dai suoi soldi!”

ARTHUR:“Lorna, non ti permetto di parlare male di Eva: non insinuare cose che non sono vere!”

EDWARD:“Insomma, smettetela!”

E SE TRE DI LORO CI FOSSE IL VERO ASSASSINO DI GILDA? LO SCOPRIREMO... ALL'ULTIMA PUNTATA!




(scritto e creato da Salvatore D'Angelo).






"TI RACCONTO UN MISTERO... "

2a parte



Elizabeth emetteva gemiti... era spaventata, aveva visto la canna della pistola contro la Signora Grandini che per difendersi era scappata, era corsa sulla piccola rampa di scale di cemento ed era inciampata in un cavo di ferro (che spuntava dal blocco di cemento al piano appena più sopra) e all'estremità aveva come un piccolo lazzo che si era infilato al piede della povera Sig.ra Olga Grandini che era precipitata a penzoloni, impiccata a testa in giù e dallo spavento un infarto folgorante l'aveva fulminata...




FRANK:“Quindi c'era stato un tentato omicidio...”

ELIZABETH, spaventata: “Certo... dietro a quella colonna c'era qualcuno... Dopo sono tornata su in casa e una volta chiusa la mia camera e messa sotto il letto, dallo chock ho dimenticato tutto...”
FRANK: “La tua mente ha rimosso l'episodio... E poi come mai l'hai ricordato?”

ELIZABETH:“Proprio oggi, ho portato mia nipote Colette (che è affetta da autismo) a fare una passeggiata nel parco, quando si è messa a giocare coi giochi che ci sono sul prato: è salita su una passerella fatta da assi di legno legata con delle funi, è inciampata e stava cadendo a testa in giù, ma il piede è rimasto incastrano in un pezzo di corda... proprio come è successo a Olga Grandini... Oh... mi sono spaventata... e l'episodio di mia nipote mi ha fatto ricordare cosa avevo rimosso quindici anni fa...”

FRANK:“In quella costruzione c'era sempre stato un albero di mele... Un melo e la signora Grandini stava sempre sotto alla pianta... Sai cosa ti dico? Hai fatto bene a rivolgerti a me, Elizabeth, scriverò un articolo su quello che mi racconti. Io non pubblicherò la tua foto, però intanto dovresti andare dalla polizia e raccontare tutto!”

(NON DIMENTICATE DI LEGGERE IL GIALLO: "IL SEGRETO DI LAURA MANNI" (PENULTIMO POST) E SCOPRITE IL COLPEVOLE)



ELISABETH: "Frank... devo svelarti un mistero... è una cosa importante che mi spaventa, ma che è successo tanto tempo fa..."
FRANK: "Che cosa mi devi dire... che mistero mi devi spiegare..."
ELISABETH: "E' successo quando avevo quindici anni..."


DI COLPO UN RUMORE... ELISABETH EMETTE UN PICCOLO GRIDO E SI VOLTA DI SCATTO...


"TI RACCONTO UN MISTERO... "

FRANK: "Hai paura..."
ELISABETH: "Sì quel rumore..."
FRANK: "Non ti preoccupare, proviene dall'esterno..."
ELISABETH: "Ebbene è avvenuto quando avevo appena quindici anni... Una sera non riuscivo a prendere sonno (avevo litigato con la mia migliore amica) ...Mi affacciai alla finestra e vidi due gatti che giocavano vicino alla pattumiera... allora piano, piano, senza farmi sentire dai miei genitori, dopo essere uscita dalla mia stanza, scesi tutte le scale della nostra villetta... Mi avvicinai alla giacca di mio padre (che era appesa all'appendiabiti), dopo aver aperto la porta uscii all'esterno per osservare i gatti e - magari - giocare con loro. Davanti a me c'era la villetta in costruzione (stavano terminando i lavori) e davanti ad alcune erbacce, vedevo la base dove dovevano finire di costruire la cantina (sembrava che la via dormisse, uno strano silenzio): vidi una donna... era la signora Grandini, di profilo: guardava spaventata davanti a lei (e non riuscivo a vedere cosa, perché c'erano le piante e una grossa colonna di cemento)... aveva una mano sollevata... Poi sollevò l'altra... fece una corsa come, su di una scalinata e da quel punto vidi... Oddio... non riesco..."

CHE COSA E' SUCCESSO ALLA POVERE ELISABETH (una donna di trent'anni dal viso pulito, coi suoi bei capelli color rame)?
PROSSIMAMENTE "TI RACCONTO UN MISTERO" scritto ed ideato da SALVATORE D'ANGELO: PARTIREMO DA QUESTO PUNTO. ATTACCATEVI LE CINTURE DI SICUREZZA E RICORNDATE: L'AMORE TRIONFA ALLA GRANDE!...

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