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martedì 13 novembre 2012

QUELLO STRANO PROFUMO IN FONDO AL VIALE di SALVATORE D'ANGELO

ORA ANCHE  l'undicesima ed ULTIMA PUNTATA DEL THRILLER PIENO DI SUSPENCE





 






DA OGGI VI PROPRONIAMO UN THRILLER EMOZIONANTE, PIENO DI COLPI DI SCENA, INIZIA CON UN RACCONTO INTERIORE E MAN MANO DIVENTA UNA STORIA CON UN GRANDE ENIGMA E TANTO DI PERSONAGGI E SITUAZIONI MISTERIOSE: INVITIAMO A RISOLVERLO E A TROVARE IL COLPEVOLE, IN QUESTE MINI PUNTATE DA LEGGERE SENZA STANCARVI



QUELLO STRANO PROFUMO IN FONDO AL VIALE



Thrillerscritto e ideato

da

SalvatoreD'Angelo




I tacchi delle mie scarpe pesanti continuavano a battere sul suolo umido del viale di Gioacchino Rossini di Milano e intorno a me c'era uno strano un silenzio di tomba. Il viale era lungo e scarsamente illuminato non c'era una foglia dagli alberi, che si muoveva! Continuavo ad avanzare niente... oltre al mio TUMP! TUMP!dovuto dalle mie scarpe... Un anormale silenzio e non c'era nessuno (strano perché fine a tre mesi fa c'era un grande via vai di macchine fino ed oltre le tre del mattino, tutti parcheggiavano in quel viale perché quando dovevano andare ai ristoranti rinomati delle strade adiacenti, lì trovavano sempre il posto!) Mi fermai, appoggia una mano sul di un albero e guardai il buio cielo che era tendente al grigio: non si vedeva una stella... era nuvoloso, non solo ma non si sentiva nemmeno qualche canto delle cicale o di qualche uccello, visto che eravamo in estate, niente... Proseguii più avanti, esattamente duecentomentri... stump... stump... stump (continuava il rumore dei miei passi) e vedevo come delle ombre di uomo proiettate per terra girare intorno a i miei piedi! Ma chi era e che voleva? Uhf... era la mia ombra che veniva proiettata da diversi lampioni posizionati in diversi modi che dava tale effetto. Finalmente mi ero fermato davani alla mia auto parcheggiata... stavo dando un sospiro di sollievo perché mi sentivo inseguito. Più avanti c'era il cimitero SASSI e non bastava solo lui a rendere spettrale la strada che lo era già di suo, in quella notte di agosto... Avevo appoggiato la mano sul cofano e guardavo avanti a me per vedere se c'era ancora un'anima viva e sveglia a quell'ora ed in quel posto. Quando: “Ahhh!”

qualcuno mi aveva messo una morsa al collo... non respiravo, stavo rischiando di morire soffocato... CONTINUA. QUESTO TORBIDO GIALLO.










QUELLO STRANO PROFUMO IN FONDO AL VIALE



Thrillerscritto e ideato

da

SalvatoreD'Angelo



SECONDA PARTE



Non capivo se stavo per morire o per svenire, ma come il tizio allentò la mossa del soffocamento sentii per un momento un'invasione di un odore... un profumo, non capivo se maschile o femminile...spruzzi vari sul mio corpo e poi tutto buio intorno a me.

Mi risvegliai e mi trovai con le mani legate forse in uno scantinato, umido semibuio con un muro altissimo il tetto forse era alto quasi dieci metri dal pavimento sporco ed io legato ed imbavagliato... Ma cosa avevo fatto per meritarmi questo? E chi era stato a rapirmi e qual'era il motivo? Eppure non credevo di aver fatto del male a qualcuno...

Erano dei veri e propri antri e posti sottosuolo e sopra ad essi l'esterno, sul di un marciapiedi ferma a parlare una bella donna dai capelli castani Lorna, stava parlando con Meme'..



LORNA:“Non sai cos'è successo?”

MEME':“Dimmelo non lasciarmi sulle spine!”, gli rispondeva la sua appariscente amica.

LORNA:“E' sparito Carlo... sono due giorni che non lo troviamo... Era andato al compleanno di Lola aveva fatto tardi (pensa aveva parcheggiato la sua auto infondo al viale vicino al cimitero): era uscito dalla casa della festeggiata – forse per prendere la sua macchina- o a meno chè aveva un appuntamento con qualcuno, e da allora non è più tornato a casa... O ha perso il cervello e si è perso, o qualcuno gli deve aver fatto qualcosa... Il fatto è che sono due giorni che la polizia lo sta cercando ed è completamente sparito... Io ho paura che gli abbiano fatto qualcosa!”

MEME':“No, cosa mi dici?! Non riesco nemmeno a pensarlo...”

LORNA:“Eppure è così!”



Erano passate due ore e mezza e Lorna era con Lola, la sorella di Carlo, nel commissariato di polizia che stava parlando con il commissario Nardini.



LOLA:“E' andato via dalla mia festa di compleanno ed io credevo un pochino prima degli ospiti (da me la festa finiva almeno un'ora dopo... Io le faccio lunghe perché poi ci mettiamo a fare i tornei con le carte, esattamente la scopa) e pensavo che avesse un appuntamento con qualche sua amante... fidanzata... Sa, commissario, lui piaceva molto alle donne, era irresistibile...”

LORNA, INTERVIENE: “Sì ma era una brava persona, le donne erano come amiche per lui, aveva bisogno di tanta compagnia...”

LOLA, INTERROMPE SFACCIATA: “Aveva bisogno di compagnia?! Quelle erano vere e proprie amanti! [RIVOLGENDOSI A LORNA] Perché lo copri sempre? Magari una di loro sa qualcosa e può aiutare il commissario a ritrovarlo!”



Intanto io continuavo a stare legato in quello scantinato, sentivo freddo, era un posto umido, ero stanco ed avevo paura, la porta di fronte a me si aprì all'improvviso ed una figura in nero (che non riuscivo a definire), avanzava verso di me... la vedevo sfuocata ma capivo che aveva una spranga in mano e camminava lentamente ma con passo deciso verso di me... e quell'arnese era puntato dritto verso il mio viso. Camminava per arrivare a me, camminava, camminava, avanzando sempre di più, di più...



FINE DELLA SECONDA PARTE. CONTINUA








QUELLO STRANO PROFUMO IN FONDO AL VIALE



Thrillerscritto e ideato

da

SalvatoreD'Angelo

TERZA PARTE

L'individuo nella penombra con la spranga, che non era una vera spranga ma un manganello di legno con la punta leggermente piegata, mi colpì due volte alla testa e non capii più niente, caddi a terra svenuto. Buio, soltanto buio nei miei occhi. Ora anche la mia anima era nel buio più totale.



Lorna e Loretta stavano avvicinando ad un supermercato.



LORNA:“Allora... ti fa piacere se preparo quello che ho appena elencato per cena?”

LOLA:“No, anzi mi va di lusso... tu cucini così bene...”



Lola era nell'appartamento di Lorna, esattamente in cucina. In corridoio, c'era il Diego, il marito di Lorna guardava i quadri dipinti attaccati alla parete. Raffiguravano bambini felici che giocavano... Lola si spostò si avvicinò a Diego per chiedergli qualcosa, quando vide che egli stava osservando i quadri.



LOLA:“Anche questi li hai dipinti tu?”
DIEGO:“Sì... sono il mio hobby preferito... Dipingo bambini sai perchè? Anni fa sarei diventato padre, ma poi il nostro bambino è morto in un brutto incindente! “

LOLA:“Non lo sapevo... mio Dio, mi spiace! Scusa se mi permetto di chiederti, e quella macchina che hai dipinto e che si trova nell'altra stanza?”
DIEGO: “Anche quella ho perso, per questo l'ho dipinta; veramente me l'hanno rubata! Mi manca solo di dipingere Carlo, il povero Carlo che è sparito in circostanze così misteriose..”

LOLA:“Se solo ci penso, mi si gela il sangue! Ma non vedo vostra moglie... “

CARLO:”Mia moglie e di là in camera da letto, ma non ci omaggerà della sua presenza!”

LOLA:“Come mai?!”

INTERVIENE LORNA: “Purtroppo non sta bene!”

LOLA:“Cosa gli è successo?!”

CARLO:“Te la facciamo vedere... “



Carlo la portò vicino alla camera da letto, spalancò la porta e fece entrare Lola, ovvero l'ospite: nel lettone c'era una donna che respirava a malapena e guardava il soffitto, mentre la sua bocca era spalancata.



LOLA:“Mi dispiace!”



Era ancora notte, ed una macchina stava parcheggiando alla fine del viale Gioacchino Rossini davanti il cimitero e di fianco una costruzione abbandonata. C'era un po' di foschia. Un uomo distinto scese dalla vettura, si guardò intorno, vide la siepe adiacente. Si stava avvicinando, quando da dietro al cespuglio spuntò una mano con uno strano recipiente di vetro con una pompetta per lo spruzzo posta sopra: spruzzò il contenuto in faccia alla persona e poi uscì una figura in nero armata con una spranga di ferro che colpì l'uomo (Davide Sanches), la grossa boccia cadde dell'aggressore cadde a terra frantumando il vetro, mentre il liquido invase una parte del suolo. Circa un metro quadro. Poco dopo l'uomo si ritrovò in luogo oscuro, inbavagliato, con mani e piedi legati.



Perchè sta succedendo tutto questo e chi è l'uomo armato di spranga?



CONTINUA.


 

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Thrillerscritto e ideato

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SalvatoreD'Angelo

QUARTA PARTE
L'individuo nella penombra con la spranga, che non era una vera spranga ma un manganello di legno con la punta leggermente piegata, mi colpì due volte alla testa e non capii più niente, caddi a terra svenuto. Buio, soltanto buio nei miei occhi. Ora anche la mia anima era nel buio più totale.

Lorna e Loretta stavano avvicinando ad un supermercato.

LORNA:“Allora... ti fa piacere se preparo quello che ho appena elencato per cena?”
LOLA:“No, anzi mi va di lusso... tu cucini così bene...”

Lola era nell'appartamento di Lorna, esattamente in cucina. In corridoio, c'era il Diego, il marito di Lorna guardava i quadri dipinti attaccati alla parete. Raffiguravano bambini felici che giocavano... Lola si spostò si avvicinò a Diego per chiedergli qualcosa, quando vide che egli stava osservando i quadri.
 
LOLA:“Anche questi li hai dipinti tu?”
DIEGO:“Sì... sono il mio hobby preferito... Dipingo bambini sai perchè? Anni fa sarei diventato padre, ma poi il nostro bambino è morto in un brutto incindente! “
 
LOLA:“Non lo sapevo... mio Dio, mi spiace! Scusa se mi permetto di chiederti, e quella macchina che hai dipinto e che si trova nell'altra stanza?”
DIEGO: “Anche quella ho perso, per questo l'ho dipinta; veramente me l'hanno rubata! Mi manca solo di dipingere Carlo, il povero Carlo che è sparito in circostanze così misteriose..”
LOLA:“Se solo ci penso, mi si gela il sangue! Ma non vedo vostra moglie... “
CARLO:”Mia moglie e di là in camera da letto, ma non ci omaggerà della sua presenza!”
LOLA:“Come mai?!”
INTERVIENE LORNA: “Purtroppo non sta bene!”
LOLA:“Cosa gli è successo?!”
CARLO:“Te la facciamo vedere... “
Carlo la portò vicino alla camera da letto, spalancò la porta e fece entrare Lola, ovvero l'ospite: nel lettone c'era una donna che respirava a malapena e guardava il soffitto, mentre la sua bocca era spalancata.
LOLA:“Mi dispiace!”
Era ancora notte, ed una macchina stava parcheggiando alla fine del viale Gioacchino Rossini davanti il cimitero e di fianco una costruzione abbandonata. C'era un po' di foschia. Un uomo distinto scese dalla vettura, si guardò intorno, vide la siepe adiacente. Si stava avvicinando, quando da dietro al cespuglio spuntò una mano con uno strano recipiente di vetro con una pompetta per lo spruzzo posta sopra: spruzzò il contenuto in faccia alla persona e poi uscì una figura in nero armata con una spranga di ferro che colpì l'uomo (Davide Sanches), la grossa boccia cadde dell'aggressore cadde a terra frantumando il vetro, mentre il liquido invase una parte del suolo. Circa un metro quadro. Poco dopo l'uomo si ritrovò in luogo oscuro, inbavagliato, con mani e piedi legati.
Perchè sta succedendo tutto questo e chi è l'uomo armato di spranga?
CONTINUA.


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Thrillerscritto e ideato

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SalvatoreD'Angelo

QUINTA PARTE

Erano le sedici e il commissario Nardini, e il suo assistente, Margheriti, erarano in fondo al viale Giocchino Rossini davanti alla macchia lasciata dall'aggressore, coi cocci di vetro sul suolo, vicino alla siepe...

NARDINI:“Che combinazione, ieri notte Davide Sanches parcheggia la macchina in questo viale e poi sparisce... Nessuno l'ha più visto...Proprio come a Carlo Aspalti e molto probabilmente non è una casualità... Anche se fino ad ora sembrerebbe che i due non si conoscessero!”

Il commissario si china vicino alla macchia di unto...

NARDINI: “Che odore intenso! E' un profumo... che è caduto per terra e che lascia una scia nauseante... chi sa, potrebbe essere caduto proprio alla vittima...”
MARGHERITI:“Hanno parcheggiato in fondo allo stesso viale e poi sono scomparsi... Sembrerebbe un rituale!”
MARGHERITI:“Certo che questo profumo è intenso e disturba l' olfatto!”
NARDINI:“.Richiamiamo la scientifica!”

Un vano buio, puzzolente...

Io ero legato, imbavagliato e anche i miei occhi erano inagibili visto che avevo un pezzo di stoffa legato sopra, di colpo mi venne tolto dall'aggressore che iniziò a spruzzarmi del profumo da un grosso contenitore di vetro che non avevo mai visto, poi mi fece vedere una cartelletta che era per terra, ma non capivo che cosa mi volesse dire. Mi uscivano delle lacrime dagli occhi anche per via di un po' di alcool del profumo, la cartelletta cadde in terra e quella persona (chi sa chi era e cosa voleva da me, la raccolse, tirò fuori da essa come... ma chi sa... dei fogli e cercava di mostrarmeli, ma io non vedevo perché i miei occhi lacrimavano... Poi mi bendò nuovamente e poco dopo sentì sbattere una porta.

Memè la prostituta, stava passeggiando in un parco col suo cagnolino quando si incontrò col rude Aldo, alto nerboruto e con i capelli rasati a zero. Un brutto ceffo.

MEME':“Hai portato la roba?”
ALDO:“Certo che glie l'ho portata, signora... “

Aldo parlava in uno strano modo, come fosse un professionista, ma allo stesso tempo come se stesse fingendo di essere come tale. Gli mostrò una lista. Memè la prese.

MEME':“Belli questi rossetti... Ho, guarda che fondo
tinta, ah, poi ci sono i mascara... Voglio questa merce!”

Il rude Aldo rispose con tono secco: “Se li vuoi, accettiamo assegni, carta di credito, bancomat meglio se denaro liquido, ma niente pagamento dilazionato!”

MEME':“Va bene, va bene... me lo avevi già detto... con tutto quello che compro da te!”
ALDO:“Il problema che noi abbiamo delle spese e dei fornitori che vogliono tutto in contanti e non possiamo fare pagamenti a rate!”

Mentre le due persone (Memè ed Aldo) stavano contrattando era calata la notte e un palazzo accanto all'ospedale psichiatrico “CARLOGHEZZI”, aveva quattro finestre di balconi, al terzo piano, illuminate... E prorprio in quel grande appartamento si stava festeggiando un compleanno...

Gli ospiti erano tanti ed affollavano i saloni che eranano incorniciati da belle piante. Lorna stava parlando con Clara una sua giovane amica (la festa sembrava un party).

CLARA:“Ehy, Lorna ti vedo un po' troppo pensierosa, lo so è difficile ma cerca di sforzarti ad essere distratta...”

LORNA:“Sì, è vero, hai ragione!”

Ad un tratto Clara viene distratta da qualcosa e guarda oltre alle spalle di Lorna, in mezzo agli invitati (che chiacchierava, mentre soserseggiano il loro cocktail e si divertono e affollano le stanze della casa della festeggiata) e diventa seria...

CLARA:“Ehy, Lorna, c'era una persona che ti stava guardando, anzi continua ad osservarti in un modo molto strano!”
LORNA:“Chi?”

CHI STA OSSERVANDO LORNA IN UN MODO OSSESSIVO E COSA POTREBBE ACCADERGLI?

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Sesta Parte

Lorna si voltò di scatto, voleva capire cosa stava succedendo

LORNA:“Chi mi sta guardando?”
CLARA:“Ma no, niente forse mi sono impressionata... Comunque questa sera a casa ti accompagno io!”
LORNA:“Ma veramente mi accompagna Franz...”
CLARA: “No, ti accompagno io, non mi fido di quello che alla sera beve più del dovuto! Ti accompagno io!”
LORNA:“Va bene, se vuoi!”

Mentre Lorna si stava abbassando per raccogliere una tartina che l'era caduta dal piatto, Clara ritornò a guardare seria verso il punto dove stava guardando un attimo fa... verso quel qualcuno che stava osservando la povera Lorna...”

La festa era finita da un pezzo e sia Clara che Lorna, erano fuori dal palazzo dove c'era il grande e lussuoso appartamento dove si era tenuta la festa di compleanno: stavano salutando alcuni invitati di loro conoscenza, stavano attraversando la strada e velocemente si infilarono nella twingo della prima.

LORNA:“Senti ma mi dici che cos'hai questa sera, vai di fretta sei nervosa...”
CLARA:“No è che sono stanca, scusami...”
LORNA:“Tu non me la racconti giusta! Prima mi dici che uno mi stava osservando, poi smentisci... Mi vuoi dire che cosa è veramente successo, o cosa ti sta succendendo?”

La twingo stava correndo allontanandosi dal palazzo vicino alla clinica psichiatrica...

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Thrillerscritto e ideato

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SalvatoreD'Angelo



Settima Parte



Erano trascorse sedici ore e Lorna era a casa di suo fratello Diego...



LORNA:“Sei stato per parecchi anni negli Stati Uniti e ti trovo diverso, quasi un estraneo... “

DIEGO:“Se sembro un estraneo è per via della sofferenza che abbiamo avuto... tu non sei mai venuta a trovarci... “

LORNA:“E come facevo... i problemi, la paura di prendere un aereo, i soldi che mi sono mancati... Pensi di aver sofferto solo tu? Sbagli ad essere così negativo con tua moglie se no non guarirà mai dalla depressione... Gli stai sempre addosso, lei sta la maggior parte della giornata a letto: come fa a guarire? Guarda che anche io ho perso un figlio ma ho reagito!”

DIEGO:“Fai presto a parlare, il tuo caso è diverso tu hai abortito spontaneamente, noi avevamo un bimbo di quattro anni che è morto in un incidente... Vorrei vedere te al posto suo che ha visto il proprio figlio morire davanti agli occhi, investito mentre attraversava la strada da un motociclista ubriaco! La cosa più brutta che dallo shock, mia moglie non è riuscita a riconoscere quel farabutto che è ancora in vita e l'ha fatta franca!”



Dietro alla porta della sua camera da letto, c'era la moglie depressa di Diego, Rosanna, che ascoltava tutto attentamente, e aveva uno sguardo attento, di una persona sveglia, attenta a quello che sta succedendo



Il commissario Nardini ed il suo assistente, il vice commissario Margheriti, stavano suonando alla porta di Lorna. Davanti all'uscio apparve lei, magra, stanca, ma allo stesso tempo, carina.



NARDINI:“Vorre seguirci in commissariato? Vorremo interrogarla”



Il commissario aveva tra le mani un foglio con la richiesta di un interrogatorio e dopo una ventina di minuti i tre erano al commissariato. Lorna sedeva timida dietro ad una scrivania, Nardini davanti a lei e Margheriti era in piedi con le spalle contro il muro di fianco al commissario.



NARDINI:“E così lei ci ha mentiti... Ha omesso di dire che tra lei e la vittima che è misteriosamente sparita, due anni fa c'era stata una storia d'amore... E' inutile che cerca di apparire smarrita, lei è la sospettata numero uno per quanto riguarda la sparizione di Carlo Aspalti... Potrebbe essere la potenziale colpevole!”

LORNA:“Io colpevole? Io voglio bene a Carlo che spero presto si sappiano sue notizie! Sì io e lui eravamo fidanzati, ma il suo comportamento, il fatto che mi tradisse con Memè ha fatto sì che io lo lasciassi... ma serenamente, senza rancori... Era una storia destinata ad esaurirsi così come era iniziata... ma il mio affetto per lui è sempre rimasto...”



Nella seconda parte della giornata i due poliziotti ad interrogare Memè la prostituta...(solita scena: i poliziotti dietro la scrivania e la donna davanti, Margheriti era in piedi).

MEME':“Io ho avuto tanti clienti e Carlo era uno di questi, amava la sua fidanzata ma la loro passione era finita da un bel po', per questo veniva spesso a cercarmi. Penso che la storia d'amore tra Carlo e Lorna sia finita di comune accordo, senza rancori... almeno così sembrava...”

NARDINI:“Ed invece?”

MEME'“ Ed invece per quanto ne so io era così. Poi finita la loro storia, Carlo smise di frequentare anche me!”



Intanto Clara, la ragazza della festa di compleanno stava facendo la spesa ed ogni tanto si girara perché aveva l'impressione che qualcuno la stesse spiando. Portò i colli in casa, li sistemò in cucina tra il frigorifero e i cassetti. Poi prese i colli più pesanti e si avvicinò all'ascensore... Di colpo la luce mancò...



CLARA:“Ahhhhhh!”



CONTINUA



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SalvatoreD'Angelo



Ottava Parte



Clara continuava a guardare quella figura mentre la sua vicina continuava a parlare... ma lei faceva finta di non ascoltarla era concentrata su quello che stava facendo quel “tizio”



VICINA:“Tutto a posto, Lorna?”

CLARA:“Ah, ehm, sì, sì...”



Lorna finì di stendere i panni, si ritirò dal balcone, lo chiuse lentamente, lentamente... e poi si mise a scendere le scale... Un gradino, poi un altro, un altro ancora, piano piano, quando dal bordo del muro della fine della rampa, spuntava una mano pelosa... Lorna trattenne un grido e si toccò la bocca con una mano, poi prese coraggio e fece un balzo in avanti: era la mano di un ragazzino travestito per Halloween che giocava con un'altra bambina truccata da vampira. Clara attraversava il cortile tenendo la testa alzata con lo sguardo fisso sulla finestra e si avvicinava di più, sempre di più, verso la porta d'entrata... Di più, mentre non distoglieva lo sguardo dal tizio che la guardava, ancora di più... SCIAFF! Le cadde addosso un secchio d'acqua che la bagnò tutta. Alla finestra c'era un ragazzino vestito da mostro che l'aveva gettato addosso un secchio d'acqua per farle uno scherzo

CLARA, arrabbiata: “Stupido ragazzino, ora mi asciugo e vado dai tuoi genitori, vedrai se me la paghi!”



Clara era nel suo appartamento e si stava asciugando con gli asciugamani e con il phoen... Suonaro alla porta, andò ad aprire alla porta e sulla soglia c'era la sua...



...VICINA:“Qualcuno deve essere entrato nelle cantine e deve aver rubato... vai a vedere”



Clara stava scendendo tutte le scale che la portavano in cantina, udì un rumore, come ...MIAOOO!” il miagolìo di un gatto: l'animale stava scappando via con un topolino in bocca, la donna fece un balzo indietro per la sorpresa e per il modo improvviso in cui l'animale era uscito... Le batteva il cuore...SDENG! Le arrivò in testa un colpo di spranga e Clara cadde a terra svenuta e ferita!



Il commissario Nardini ed il suo vice, Margheriti stavano interrogando Lola.



LOLA:“Si sono la cugina di Carlo Aspalti ma non eravamo in ottimi rapporti, veramente eravamo due estrani, ero molto più amica di Lorna... Il perchè di questo di stacco da parte mia e di Carlo? E' dovuto in seguito a delle incomprensioni tra la mia famiglia e lui...”

NARDINI:“Che tipo di incomprensioni?”

LOLA:“Per delle eredità... Sa come accade in alcune famiglie? Quello spettava a me e quell'altro a te... E si finisce col litigarsi se non con l'odiarsi proprio!”

NARDINI:“Provi ad odorare qua...”



Il commissario prese da un sacchetto alcuni cocci di vetri caduto all'aggressore mentre spruzzava il profumo a due delle sue vittime e le disse:

Lo riconosce?”



LOLAdopo aver annussato: “Sembra uno strano profumo... No, perché?!”
NARDINI: “Va bene così. Abbiamo finito l'interrogatorio... Non si allontanti troppo dalla città”.



CONTINUA.



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SalvatoreD'Angelo



Nona Parte



Io Carlo Aspalti ero sempre in quel luogo umido, al chiuso, strano... ed il “mio lui” si stava avvicinando a me... “Lui”? Il mio aggressore. Ero sempre imbavagliato e con i piedi e le mani legate...

Prese una serie di oggetti dell'altra stanza e me li tirò addosso, senza farmi male, mi tirò un paio di scarpe, dei pezzi di legni di cassette della frutta, un bambolotto, una paletta per spazzatura, degli stracci, un trenino giocattolo, un secchio per i panni, una vecchia antenna per televisione, dei porta matita, dei beauticase, dei pupazzetti e mattoncini per le costruzioni, dei portaritratti. Mi spruzzò quell'orribile profumo e persi i sensi, cadendo a terra svenuto.



Memè tutta sexy, anche se un po' in carne, con qualche chilo in più ma portato bene, stava passeggiando felice in un parco, passando davanti ad alcune siepi e piante alte. All'improvviso le si parò davanti il commissario Nardini ed il suo vice, mentre tre poliziotti erano dietro di lei.



NARDINI:“Mariolina Marosi in Arte Memè ci segua in commissariato, senza fare storie...!”



Nell'ufficio di Nardini, il poliziotto col suo vice, stavano interrogando Memè-.



MEME'”: “Io da Eros Malachia e dalla sua azienda “MALACHIA BELLEZZE” ho solo comprato stock di trucchi per donna, profumi, bagni schiuma, creme, eccetera, per me e per le ragazze, ma niente droga... Quando ho aperto la merce ed ho visto quello che c'era, ho chiamato lui in persona e me la sono fatta cambiare... avevo una gran paura, non volevo rovinarlo, ma volevo che si prendesse tutto e mi restituisse i soldi... Certo da lui non compro più niente, non voglio rischiare altri guai.



Ed in merito venne anche rinterrogato Eros.



EROS:“Me la pagheranno cara, qualcuno che lavora nel giro dei prodotti di bellezza e di salute hanno nascosto della cocaina in alcuni stock di merce! Le prometto ispettore che se non lo trovate voi ci penserò io!”

NARDINI:“Non faccia il mafioso, Malachia e faccia svolgere il compito alla polizia, se no l'arresto subito!”



Intanto il povero Carlo continuava ad essere legato imbavagliato e con gli occhi fasciati e seduto per terra. Nella stanza accanto (sempre di cemento coi muri alti) c'era Clara, Davide Sanches, legati ed imbavagliati, nelle stesse condizioni della prima vittima.



Erano passate tre ore e sia Nardini che il suo collega Margheriti stavano passeggiando per le vie della capitale della moda, la bellissima Milano.



NARDINI:“I nostri sospetti sono caduti su Lorna, Memè... Ma c'è il fratello di Lorna, Diego che tempo fa, quando viveva in America con la sua famiglia si allontanò dalla grande mela per fare una vacanza: il figlio di quattro anni fu investito ed il colpevole non venne mai trovato... e sai questo dove accadde? Proprio qui in Italia, esattamente a Roma... Ci fu qualcosa che non quadrò in quell'incidente ed io credo che abbia a che fare con la sparizione di Carlo Aspalti... e poi quella moglie depressa, che poi tanto depressa non è perchè l'hanno riconsciuta truccata con cappello e occhiali da sole che guidava una macchina e andava al ristorante, quando il marito non c'era... Per non parlare poi di Lola...”

MARGHERITI:“Sì. Infatti Lola... un'altra molto sospetta, sileziosa, che pare sia sta l'amante di Carlo, Diego e anche di Eros... C'e' un'ottimo rapporto con Lorna che pare che quando si lasciò con Carlo fu lei a presentarglielo e a far si che i due si “innamorassero”... Questa Lola va tenuta d'occhio...”
NARDINI:“Se teniamo d'occhio tutti, uno di loro ci porterà dritto al colpevole.”

CONTINUA.




 


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Thrillerscritto e ideato da
SalvatoreD'Angelo

Decima Parte
 
Il commissario Nardini ed il vice commissario Margheriti decisero per il momento di dividersi le indagini e qualche interrogatorio e poi di incontrarsi e di mettere insieme quello che avevano scoperto, così potevano controllare un po' tutti gli attori della scena dei rapimenti.
Margheriti era nella sua auto e si era fermato ad un semaforo rosso, di fianco a lui (sul marciapiedi di fronte) c'era un negozio di profumi. L'uomo cercava di scendere e di entrare perché aveva notato qualcosa, ma tutte le altre macchine gli suonavano il clacson perchè tutti gli autisti erano infastiditi dai contrattempi causati dall'uomo per la sua indagine. Parcheggiò la macchina un po' più avanti dopo aver fatto passare davanti tutte le altre. Sceso dalla vettura si mise a camminare e ad inseguire qualcuno che ora stava uscendo dalla profumeria. IL poliziotto cammina con un'andatura tranquilla, l'inseguito era molto più nervoso: girò un angolo di strada, Margheriti fece la stessa cosa. Cammina dritto nervosamente e poi gira un'altro angolo di strada. Margheriti fa la stessa cosa. Poi “quella persona” entra in un portone di legno, rovinato, scardinato e si chiude dentro. Margheriti si sofferma davanti. Suona alla porta...“ quella persona “ gli apre. La strada è un vicolo cieco e non passa nessuno.
 
MARGHERITI:“Ah, salve, è proprio lei... Senta l'avevo vista entrare in una profumeria, poi l' ho persa di vista e ho cercato di chiamarla e rincorrendola ho potuto notare che era in questo palazzo... Ma lei non abita qui, vero? Posso entrare?”
L'inseguito, da buon padrone di casa, gentilemente lo fa entrare e mentre Margheriti gli parla, riesce a fare un giro per la casa, vuota (tranne qualche mobile messo chi sa per quale motivo).
MARGHERITI:“Come le stavo dicendo poc'anzi... Ma lei non abita qui?...”
 
Ad un certo punto il poliziotto nota che nella stanza adiacente (che è vuota senza mobili ed è anche sporca), c'è una scala che porta ad un piano sottostante: Margheriti allunga il collo e annusa...

MARGHERITI:“Ma questo è il famoso profumo...”

Non fa in tempo a finire di parlare quando il padrone di casa colpisce dritto sulla fronte, il poliziotto...(SDEENG!)facendolo cadere a terra svenuto e ferito.

Ora quella persona scende le scale da dove proveniva lo strano profumo... scende e arriva al piano di sotto dove c'e' una piccola distilleria ed un caminetto, acceso.
 
Sale al piano di sopra, fascia la fronte di Margheriti, gli lega mani e piedi, lo imbavaglia e lo porta sul retro dove c'e' un cortile ed un furgoncino bianco aperto ad attenderlo: carica il corpo di Margheriti, mette in moto la vettura e si allontana.
La vettura arriva in un luogo di periferia dove c'è un garage abbandonato, scende una rampa, si avvicina ad un grosso magazzino sottosuolo e scarica il corpo, dove sono altri due imbavagliati e legati: uno di Daniele ed il secondo di cl Clara. Loro lo guardano e la sua ombra è proiettata sulle loro facce spaventate.


CONTINUA


QUELLO STRANO PROFUMO IN FONDO AL VIALE

Thriller scritto e ideato
da
Salvatore D'Angelo
 
Undicesima ed ultima Parte

Il rapitore continua a buttare tanti giocattoli vecchi e rotti addosso a Carlo...

Io Carlo Asparti ora sapevo chi era il mio aggrassore... volevo parlargli, volevo spiegargli. Stava aprendo la porta della mia stanza. La sua ombra era proiettata sulla mia faccia e copriva la luce che c'era dietro di se. Mi guardava con soddisfazione, come se avesse fatto quello che doveva fare e gli era riuscito bene. Allungo' la sua mano mostrandomi cosa aveva: ancora la grossa boccetta d del profumo e me lo spruzzò in faccia... Caddi nauseato per terra. Mi risvegliai sempre legato, ma in una stanza accanto ad una donna e due uomini che erano distanti da me alcuni metri. Il mio aggressore mi afferrò per il colletto e cercò a fatica di sollevarmi... Margheriti che era dietro fece un balzo e gli diede una forte testata, l'aggressore cadde in terra. Il poliziotto mi lanciò il suo coltello e mi slegai le mani tagliando la corda che me le teneva ben salde...  mi avvicina a nostro rapitorre che era steso per terra... Il poliziotto mi fece segno con la testa di prendergli la pistola che era piccola e attaccata alla sua gamba: la presi da sotto al pantalone e la puntai alla mia sequestratrice, Lorna...

LORNA: “Maledetto per colpa tua ho perso quel bambino... E quel dottore che mi aveva fatto finire di abortire vendeva i feti alle case farmaceutiche!”
CARLO: “Io non sapevo che quel dottore era capace di tanto e poi non sono stato io a farti perdere il bambino... io lo  
 lo avrei tenuto volentieri! Tu lo hai perso il senno a causa di quell'incidente in fondo al viale... ma non sono stato io a far morire il bimbo che avevi in grembo... Tu sei impazzita da allora, per via dello shock che ha subito, ma io non c'entro niente!”

Ed ecco come erano andate le cose, io e Lorna eravamo fidanzati, anche se spesso lei dava segni di squilibrio, io pensavo che era dovuto per via della sua ansia e che col mio amore sarei riuscito a guarirla. Era rimasta in cinta, ma per via di un incidente accadutole in macchina nel viale Gioacchino Rossini, lei rischiava di perdere il bambino, mi recai sul posto ed intanto stava arrivando l'autombulanza e la portarono d'urgenza in sala operatoria: purtroppo praticarono l'aborto e il nostro bimbo morì. Il medico chirurgo era un mio amico che dopo si rivelò un uomo senza scrupoli, faceva abortire le donne e vendeva i feti alle case farmaceutiche (era il secondo uomo legato ed imbavagliato, Davide Sanches che pagando profumatemante un avvocato, lo assolsero perché non avevano prove). Lorna mi lasciò odiandomi ed io iniziai a frequentare Memè. Lei frequentò Aldo che era un poco di buono che lavorava per la casa farmaceutica del cugino di Eros che si occupava di cosmesi: molto probabilmente Lorna voleva vendicarsi anche delle persone che lavoravano alla casa farmaceutica che facevano uso di feti ecco del perché di quel fidanzamento, le serviva qualcuno che le facesse da informatore. Dopo avermi rapito non voleva che nessuno sapesse della sua relazione con l'uomo e che quanto poteva le si avvicinava. La sera alla festa di Lola, Clara aveva notato che Aldo guardava Lorna insistentemente e avendo paura che Clara potesse sospettare della loro relazione, ha rapito anche quest'ultima.

La follia e l'odio di Lorna l'aveva spinta a gettare nell'aria veleno, gas, insetticidi e sostanze nocive in quel viale tanto da renderlo maledetto, nessuno osava andarci era diventato isolato senza nemmeno l'ombra di un animale: facendolo diventare scena per i suoi crimini.
 
Inutile dire che ora è in una casa di cura e poi verrà condannata per rapimento, estorsione ed altri crimini. Gli altri rapiti sono stati liberati e scagionati.  La mia vita continua felice con una mia compagna e sto camminando in un viale di montagna bellissimo con un cielo e pieno di stelle.

    FINE. Scritto ed ideato da SALVATORE D'ANGELO












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